La terra si è sgretolata lentamente sotto i miei piedi, una pianta che cresceva in mezzo alla mia testa, una divisione ottimale per la creazione del Mondo Nuovo in questo vecchio cervello.
Gridavo pace e incassavo rabbia, domandavo pietà e mi scagliavano sassi, le sue gambe secche mi vorticavano nel cervello come funi strette e dolorosamente frust(r)anti.
Non sono pronta alle vittorie degli altri, più che alle mie sconfitte: le ultime mi recano meno dolore.
Sono una immensa palude in cui non si distinguono pensieri e parole e azioni: la condanna dell'Essere, quell'insostenibile leggerezza che Kundera tanto condanna. "La merda che abbiamo sotto i piedi" abilmente nascosta da alti palazzi, strade asfaltate, facciate decorate: la merda è merda, qualsiasi maschera le si metta.
Il suo corpo sottile la rende deliziosamente invisibile ma per me è abbagliante, probabilmente vedo oltre le cose. La sua meravigliosa leggerezza io non la sostengo, questo sì. "La Venezia di merda sotto le gondole e il cielo stellato"; quella forma assurda del cesso. L'Essere umano come qualcosa di meno profondo, e il tuo stomaco vuoto mi rende triste e abbattuta come una pezza stropicciata e umida di pianto.
Perché sei così magra, quando nel cervello di tutti sei ancora grassa? I tuoi chili lasciati per strada, trascinati come cadaveri fetenti, li raccoglierei come immondizia e te li porgerei per vendetta; il tuo seno strappato come cucciolo morto alla madre che disperata lo piange e cerca di trattenerlo; il mio, vivo, insieme al peso dei fallimenti, unti e appiccicosi come miele.
Perché sei magra?
Perché mi rendi così malinconica, in una inspiegabile danza di lacrime e sogni accartocciati? Hai il potere di strapparmi le parole e farmi deglutire quelle bloccate in gola, impedendomi (mio malgrado) di soffocare. Ieri sera ti fissavo e non riuscivo a smettere di farlo: sei un secco fuscello, un chiodo troppo appuntito, spigolosa, sottile come un foglio di carta. Mi fai impazzire: vorrei chiuderti in una stanza e interrogarti per ore, vorrei analizzare ogni tuo angolo di pelle, trovare i segni della tua autodemolizione, vorrei toccare le tue ossa consumate dalla determinazione, vorrei portarti via dal mondo e cercare di capirti, sei troppo magra. Piango, ci separa il tempo, nient'altro, lo sento e lo vivo. Le tue sofferenze atroci sono le mie, penso di volerti morta nella tua perfezione.
La mia anima ti strappa il cuore dal petto: io non sono niente, mentre tu sei ME.
Le mie mancate vittorie si trasfigurano in te come immense conquiste ed io ti guardo, incantata, persa nel buco delle tue gambe fragili da spezzarle con un colpo di frusta.
Le tue funi contese, le tue parole e la tua miseria: tutto impacchettato in un corpo meravigliosamente anoressico.
Eri grassa e non riesco a sopportarlo, mi ferisce e mi strazia eppure ti guardo e vorrei rubarti alla vita, strapparti al mondo.
La felice condanna: la dipendenza.
“Il vero sciocco, colui che gli dei deridono e distruggono, è quello che non conosce se stesso. Io lo fui per troppo tempo. Tu anche lo fosti per troppo tempo. Non esserlo più. Non aver timore. Il vizio supremo è la superficialità. Tutto ciò che è vissuto fino in fondo è giusto.” De Profundis, Oscar Wilde. Sono una lettrice, amo la filosofia e la letteratura, ma odio il mio corpo. 1.60x57 kg. Sono prigioniera: di me stessa, del cibo, delle mie ossessioni. Malata di una malattia che non esiste.
Non è quella la tua realizzazione. Puoi ambire a molto meglio!
RispondiEliminaMa è quello che adesso penso di volere...potrei ignorarlo, non eliminarlo..è una dipendenza, non a caso l'ho definita così per me... Grazie per il tuo commento, lo riconosco ma non credo di essere pronta ad iniziare a desiderare qualcosa di meglio. È inevitabile soffrire quando vedo una ragazza che è dimagrita cosi tanto... La felicità e la realizzazione sono cosi soggettive! Per il mio cuore e il mio cervello adesso consiste in questo (probabilmente perché non ce l'ho)
EliminaIo credo che a volte fissarsi su un obiettivo concreto come dieci chili di meno, le costole sporgenti, lo spazio tra le cosce, sia un modo per trovarci un obiettivo facile da visualizzare e per questo paradossalmente facile da raggiungere.
RispondiEliminaPoi, però, se lo raggiungi davvero, ti rendi conto che dietro quella cortina d'illusioni non c'era nulla. E allora ti tocca spostare l'obiettivo un po' più in là (facciamo altri cinque chili, facciamo che voglio sentire le vertebre) perché ammettere che era uno scopo vuoto è troppo doloroso.
Ma tu sei una ragazza intelligente e sai che essere magra non ti renderebbe comunque felice. La leggerezza che cerchi è un'altra, la leggerezza del corpo è solo un palliativo.
Un abbraccio!
la dipendenza è una maschera....
RispondiEliminanascondersi dietro questa nebbia è un modo per non vivere....
per aggrapparsi a un ideale utopico e fittizio...
aggrapparsi a essa è un pò come mordersi la coda...
ci si fa male comunque...
Ciao tesoro, ho letto questo post con molta attenzione e mi ha colpita tantissimo, mentre lo leggevo potevo percepire il tuo stato d'animo, le tue parole sembrano come prendere vita dallo schermo e si capisce benissimo come tu ti senta. Da come ho capito stai parlando di una tua amica che è dimagrita moltissimo e che probabilmente soffre di anoressia, tu ne soffri così tanto perché ci sei passata, sai cosa significa e la cosa che ti dà più fastidio è che vedendo lei vedi il ritratto della tua "sconfitta" ma non è così, tu non sei una perdente per questo e lei non è una vincente perché si è distrutta, tu hai avuto un percorso tutto tuo, hai sofferto e ne soffri ancora e vedere la tua amica così dimagrita non deve farti pensare di sminuire la tua sofferenza, so che è facilissimo parlare e ti rendi conto anche da sola di queste cose, sei fin troppo intelligente per non capirlo! E non ti posso biasimare perché ti capisco benissimo purtroppo, con gli altri riesco ad essere più obiettiva ma non con me stessa e penso sia così per tutte! Ammetto che anche se voglio guarire quando vedo una ragazza esile e leggera non posso fare a meno di notarla e "ammirarla" ma non è questo quello che vuoi Sybil, te lo posso assicurare come ha detto Euridice anche quando otterrai la magrezza che desideri, non sarai mai soddisfatta, non sarai mai abbastanza per te e continuerai a confrontarti sempre e comunque con quella ragazza, te lo dico per esperienza e penso che anche tu sappia di cosa parlo, ripensa a quando eri ridotta ai minimi termini, eri felice e soddisfatta di te stessa? So che sai già la risposta in cuor tuo... Cerca di fare di tutto per inseguire i tuoi veri sogni, solo quelli ti potranno salvare da tutto questo, aggrappatici con tutte le tue forze! Probabilmente non si sarà capito nulla di quello che dico ma spero che tu abbia sentito che ti sono vicina,non sai quanto vorrei farti stare meglio, io ci sono sempre e cercherò di essere sempre presente anche se magari arrivo in ritardo, ti stringo forte forte Cecilia <3 :*** tu sei molto di più di tutto questo e soprattutto NON LO MERITI! ricordalo sempre!
RispondiEliminaHai centrato perfettamente l'analisi :) ed hai ragione in tutto ciò che dici: basto pensare che quando pesavo quarantatré chili io mi vedevo grassa (come del resto ti vedi assurdamente tu, che sei tanti ma tanti ma tanti chili meno di me XD). Mi confronter(ò)ei comunque con quella ragazza, certo; non sarò felice, certo; ma per adesso questo è tutto quello che riesco a vedere di tanta bellezza che ci può essere. Sento i miei sogni intrappolati in una fitta rete di desideri irrealizzati, in ideali stereotipati di una magrezza insuperabile ed irraggiungibile; è come se io dovessi romperli o realizzarli. Non so se mi spiego.
Eliminasto cercando di compiere un percorso abbastanza razionale dentro di me attraverso ciò che adesso, purtroppo, sono fuori. E ti assicuro che il mio corpo rappresenta un grande ostacolo :( spero di maturare e fare senza! Ti abbraccio, grazie!!! <3 Sei sempre dolce e leggerti è sempre bello!
Ciao, capisco le tue sensazioni, la tua dipendenza e il tuo dolore nel vedere una tua amica sofferente come tu eri in passato.
RispondiEliminaDesiderare quella magrezza, quella leggerezza di una piuma, quelle ossa sporgenti è una illusione di felicità, di raggiungimento di un traguardo senza senso, nè logica. La malattia induce all' autodistruzione, a voler ottenere una sorta di perfezione idilliaca... Si pensa di "volare" e di sentirsi completamente soddisfatte...
Quella soddisfazione che tu cerchi sta altrove, non in un corpo demolito e ossuto, è qualcosa di mentale che non raggiungerai mai dimagrendo sempre più. Cerca di auto convincerti, cerca di ricordare il dolore immane che provavi nonostante il tuo fisico così deperito, fragile, non avevi ottenuto nessuna serenitá, contentezza, soddisfazione, soltanto il vuoto. Il vuoto totale.
Purtroppo è difficilissimo andare contro all' anoressia, o ai pensieri anoressici rimasti dentro di noi... Però spero davvero che tu riesca a distrarti e mettere da parte questi desideri.
Buona fortuna!
Scommetto quel che vuoi che la ragazza in questione ha scritto un post in cui esprime tutta la sua invidia nei tuoi confronti.
RispondiEliminaPerchè l'erba del vicino è sempre più verde...
P.S.= Ti ho risposto anche alla tua risposta al mio commento del tuo post precedente (perdona l'orrorifico giro di parole...) Grazie mille per avermi risposto!... (Ripetizioni a go go in queste 2 righe...)