Apro blogger, questo rituale marcissimo, questa abitudine insana di scrivere.
Mi ero promessa di stare lontana dal blog, stare lontana da tutto questo finché non fossi stata(attenzione, fossi, perché io sono un peso) almeno 60 chili.
Mi vergogno a dirlo (scriverlo??) ad alta voce, ma sì, il mio obiettivo è un lontanissimo e schifosissimo 60.
Invece eccomi qui.
Mi vergogno a dirlo (scriverlo??) ad alta voce: ho perso 4 kg.
Uao!! Che figo!! Brava!!
Sì, infatti.
Chi legge il mio blog lo saprà, chi non lo legge lo scoprirà adesso, mesi fa avevo raggiunto un meraviglioso 66 (che peso basso per un metro e sessanta di altezza! una spilungona!!), quindi giustamente, vi direte voi,
66-4= 62
oddio, se ha perso 4 kg vuol dire che... ha quasi raggiunto i 60 chili!!!
Sì infatti.
Nel senso che sarebbe così se io non mi fossi abbuffata SEMPRE fino all'11 gennaio arrivando a 70.2 chilogrammi.
70.2
(Che figo, ho ingrandito il numero, così si legge meglio.)
La prima cosa che mi direte sarà: "Allora cambia la frase di presentazione del blog, no?? C'è ancora scritto con un tono depresso e sconfortato 57 chili, cambialo, è sbagliato!!"
E avreste assolutamente ragione.
Infatti poi lo cambio. Magari ci metto una faccina sorridente.
Ebbene dicevamo, essendo arrivata a pesare 70 chili maledetti e stramaledetti, ho cominciato ad andare a correre l'11 gennaio precisamente, perdendo fino ad oggi 4 chili, ovvero gli stessi di otto mesi fa, gli stessi di tremila miliardi di giorni fa, gli stessi gli stessi gli stessi
S-T-E-S-S-I.
Infatti peso 66 chili ora come allora.
Però ballo e canto e yuppi yeah, ho perso 4 chili, evvai!
Mi faccio ridere da sola.
In compenso, e lo scrivo perché DEVO scriverlo, perché a puttane tutto il resto, a puttane l'autoconvincimento di merda, a puttane le giornate con il pollice su, a puttane i messaggi, a puttane le mie parlate senza senso, le mie autoprofezie a puttane TUTTO A PUTTANE: ho voglia di abbuffarmi.
Lo scrivo chiaro e tondo, grasso e grosso, lo scrivo perché lo penso io, cervello mente ciccia e cuoricino, lo pensiamo tutti qui dentro al mio corpo.
Se i miei organi potessero rispondere, anche quelli destinati ad altre funzioni che non siano digerire - vomitare - pensare al cibo 24/24, urlerebbero in coro "Siiiii, vogliamo abbuffarci tutti!!"
Oggi sono andata a correre, ieri sono andata a correre, ogni giorno santissimo sono andata a correre guardando il lago la mattina, con il prato e quelle puttanate idilliache da Bucoliche, insomma mi sono sentita in sintonia con la natura, mi sono sentita un'asceta, oh mio Dio, un'asceta!, avrei rinunciato a tutto, povertà castità fame, ero pronta ragazze!
Poi la voce, la stessa voce "abbuffati."
No, le ho risposto gentilmente (sono gentile.).
"Abbuffati, dai!"
No, ho ripetuto, e state tranquille, non mi sono abbuffata.
Oggi dopo pranzo (coniglio e verdura, mica da fame, mi tratto egregiamente!) volevo abbuffarmi così tanto che su internet ho scritto "Mangiare una torta intera" ed ho letto di gente che si era ingozzata e descriveva le porcherie che aveva ingurgitato.
Come un quarantenne frustrato che si guarda un porno.
UGUALE.
Ho letto e sbavato di quelle porcherie che io non potevo mangiare, e che non avrei mai mangiato, che non ho mangiato; però avevo bisogno che qualcun altro lo avesse fatto.
Sono rimasta a leggere per un'ora quelle minchiate, gente che raccontava di essersi divorata tavoli e armadi, ed io che dentro di me provavo una strana gioia:
-per non essermi abbuffata
-per volermi abbuffare TANTISSIMO
-per essere stata più brava di qualche sfigato che narrava le sue disavventure con cibo congelato e caduto per terra - e per non essere quello sfigato.
Brava, brava, brava.
Mi sono fatta una tisana rilassante, che avesse un sapore.
Ho fatto merenda con una barretta, una spremuta e tre mandorle ed ora si potrebbe dire che io sia il modello di sportiva sana da seguire.
Eppure mi sento sporca, peggio che se mi fossi abbuffata.
Perché lo desidero.
Desidero la torta al limone quella piena di calorie e crema, desidero un maxi toast con prosciutto, sottiletta filante, desidero una piadina porcosa, una pizza al gorgonzola e no, ragazze, non desidero questo perché faccio la fame, ieri sera ho cenato dal mio ragazzo con i tortelli ripieni, la carne impanata, i peperoni, la torta di mele, i taralli, una mela.
E così da diversi giorni per varie occasioni irrinunciabili.
Eppure desidero abbuffarmi di santa ragione, ma non lo faccio.
E' ridicolo: ho mollato la psicologa per 35 euro ed ora sarei pronta a spendere i 150 euro racimolati a Natale in un minuto per CIBO.
Per cibo farei tutto, darei tutto.
Ho quasi finito questo post inutile, passo brevemente alla parte scomoda.
Questa ironica e stronza mangiatrice immaginaria.... ha bisogno di amore!!!
L'avreste mai detto?
Sì.
L'ho scoperto oggi pomeriggio (wow, dopo 6 anni è un bel passo avanti!!).
Io mi sono sempre rifiutata di entrare nello stereotipo anoressica=fame d'amore ohi ohi povera me sono quella che si fa in quattro per tutti ma nessuno la caga oh come sono povera e triste e sola mi sfondo per gli altri e nessuno mi pensa :((((
eppure eccomici dentro fino al collo.
No, vi risparmio la storia ridicola che mi faccio in quattro per gli altri e loro non fanno nulla per me perché è pura ipocrisia, sono convinta che l'animale uomo sia un egocentrico egoista individuo, almeno oggi la penso così, e poi questo discorso del farsi in quattro lo fa sempre mia madre e se ce le avessi ne avrei le PALLE PIENE.
No, io non mi sbatto per nessuno. Sono egoista, egocentrica, se faccio le cose è esclusivamente perché non so dire di no o per sentirmi meglio io, nessuno spirito di misericordia puro.
Punto.
Però ho bisogno di amore, sospetto. E rifiuto questa consapevolezza.
Oggi ho abbracciato il mio ragazzo piangendo e gli ho detto che avevo bisogno di attenzioni e coccole.
Così mi ha abbracciata per quindici minuti prima di tornare a studiare, è stato comunque un tesoro, ma sentivo che non mi sarebbe bastato un intero pomeriggio, quindi mi sono accontentata senza rancore.
E mi è venuta voglia di mangiare.
Fino a scoppiare.
Ebbene sì, signori e signore!!!
Nel cibo cerco l'amore, l'affetto, la dolcezza, le coccole, la premura, le attenzioni che nessuno mi da; correggiamo: di cui non mi accontenterei mai, anche se tutti me le dessero.
Non so da cosa derivi questo bisogno di amore ma è incolmabile.
Il cibo non è ovviamente solo questo: è distrazione, rifugio, anestetico come dice Kore nel suo ultimo bellissimo post.
Però oggi pomeriggio era amore.
Mi sono consolata con tre mandorle, ora vedremo di consolare questa povera bambina trascurata con un 55 sulla bilancia per Giugno.
“Il vero sciocco, colui che gli dei deridono e distruggono, è quello che non conosce se stesso. Io lo fui per troppo tempo. Tu anche lo fosti per troppo tempo. Non esserlo più. Non aver timore. Il vizio supremo è la superficialità. Tutto ciò che è vissuto fino in fondo è giusto.” De Profundis, Oscar Wilde. Sono una lettrice, amo la filosofia e la letteratura, ma odio il mio corpo. 1.60x57 kg. Sono prigioniera: di me stessa, del cibo, delle mie ossessioni. Malata di una malattia che non esiste.
Chili persi, chili presi... sento tanto dolore in questa fatica di Sisifo, ingranaggio insenziente che stritola la vita.
RispondiEliminaTutto questo moto per restare sempre ferme.
E' quel dolore, quel male che ci rende tutte uguali, tragicamente anonime, fatte in serie, come hai scritto a Kore.
Per quella che è la mia percezione, il filo conduttore del post (in particolare del passaggio in cui descrivi il 'mia-porno', se mi concedi questa definizione sciocca) è una sorta di coazione a ripetere, un po' come l'Innominato che persevera nel male malgrado la conversione sia già in atto nel suo cuore (scivolo nel melenso, lo so...).
E' come se dicessi: io, dopo anni di DCA, che non mi abbuffo e resisto all'impulso autodistruttivo? No, non può essere... ed ecco che fisso un nuovo traguardo ponderale, tanto per non smentirmi.
Tanto per dimostrare a me stessa che non importa quanto io resista o cerchi di seguire un'alimentazione più salutare, ma resto una bulimica at heart.
E mi sembra di intravedere lo stesso sentimento di fondo anche nella parte conclusiva... non vuoi ricalcare uno stereotipo, perché non è piacevole, ti mette a disagio considerare l'ipotesi che almeno parte del DCA tragga origine da una mancanza di amore, da un sentirti poco apprezzata da chi ti è più vicino.
Scrivi 'l'amore... di cui non mi accontenterei mai, anche se tutti me lo dessero'.
Ne sei proprio sicura?
O è una difesa che erigi per negare a te stessa che quell'amore (in tutte le sue possibili declinazioni) di cui senti la mancanza nessuno finora te l'ha saputo dare, o almeno dimostrare?
Scusa il commento farraginoso e probabilmente confuso... ma la tua sofferta ironia racconta un mondo intero, il mondo della Cecilia che emerge al di là dei pensieri comuni che il DCA suggerisce, e mi ha dato qualcosa da dirti e moltissimo a cui pensare.
Un bacio :)
Hai descritto i miei pensieri, ti capisco in pieno. Ho passato anche io periodi in cui il cibo era tutto, ma poi, direi per fortuna, scatta in te qualcosa, il primo kilo che perdi, il primo "ti vedo dimagrita" che ricevi e allora continui perchè a quel punto ne vale la pena...Vale la pena rinunciare a quella torta perchè nella nostra mente ci prefissiamo già che un giorno la potremmo rimangiare, un giorno ci rifaremo un altra abbuffata...eccolo il pensiero malato, dimagriamo per poter abbuffarci senza sensi di colpa? L'abbuffata è sempre l'obiettivo...perchè? perchè hai bisogno d'affetto tu dici..ed è così? Penso spesso che tutto ciò è legato a qualcosa che è successo da piccole che ci ha segnato per sempre e che ha portato questo comportamento..magari avere la soluzione a portata di mano.
RispondiEliminaComunque a parte il discorso strappapalle che ti ho fatto devo dire che mi piace come scrivi. Tifo per te, trova la formula magica e distribuiscila ;)
Mi ha colpito molto il paragone cibo-porno, lo trovo molto efficace e calzante. Anche a me capita, nei periodi in cui m'impongo di mangiare poco, di trascorrere ore a leggere le ricette di Giallo Zafferano immaginando il sapore di tutte quelle cose gustose, oppure sogno le porcherie di quella pagina su Facebook, Tasty, che fa vedere solo video di ricette ipercaloriche: pane pieno di burro, formaggio che cola da ogni parte, carboidrati a profusione.
RispondiEliminaE poi, alla faccia di chi sostiene che in sogno non si mangi mai, per tutto l'ultimo mese ho sognato di mangiare cose che nella vita non mangio mai. Di andare da Spontini, una pizzeria d'asporto che fa una pizza molto alta e riccamente condita, e prendermi una fetta di pizza unta e molliccia, di prendere il cono di patatine fritte con tutte le salse del distributore e mangiarle avidamente prima di svegliarmi, di mangiarmi un pandoro intero a morsi, cosa che prima di questo sogno neppure la mia fantasia malata e monotematica mi aveva mai suggerito.
Mi sento davvero come quei pervertiti di mezza età che si masturbano guardando i profili fb delle amiche delle loro figlie, repressi e disturbati.
Tutti abbiamo bisogno d'amore, lo realizzi solo ora, ma sono anni che lo cerchi nel cibo, quindi non è un bisogno recente.
Ti abbraccio! <3
Cecilia,
RispondiEliminascrivi poco spesso e poi esplodi come un fottuto fiume che spezza argini e per commentarti devo davvero fare appello a tutta la mia residua facoltà mentale.
Ho letto quel che hai scritto sotto al mio post e sai che non mi aspettavo che le mie parole potessero colpirti tanto? Né quelle che avevo scritto per te.
Credo che tu sia profondamente intelligente, lo penso da quando ti leggo, e profondamente infelice.
Sento che manca qualcosa.. sicuramente saranno più cose, ma una splende su tutte e immagino che sia proprio l'amore. Che poi amore mica vuol dire avere un ragazzo, amore vuol dire che vorresti sentire caldo dentro e invece non riesci a sentire altro che fottuto gelo.
E la cosa peggiore è che il gelo continua anche se hai vicino qualcuno che ti ama, qualcuno che prova a scaldarti ma è quasi come non ci arrivasse.
Te lo ripeto, io sono una vecchia te e ti capisco.
Per tutta la vita ho rifiutato di pensare che essere una bulimica fosse un sintomo di bisogno di amore e di attenzione, ma è purtroppo così.
A volte mi sento morire per il senso di abbandono che provo, di vuoto. Ma cerco di far la bella faccia, tanto nessuno capirebbe un cazzo.
Comunque sai cosa credo circa l'abbuffarsi?
Tu non è che volessi mangiare per mangiare, tu volevi abbuffarti perché volevi farlo sola, volevi fare una cosa sporca in solitudine, esattamente come guardare un porno (magari uno un po' estremo).
La mia psicologa dice che il mio rapporto con il cibo rasenta l'autoerotismo e credo che sia un po' anche il tuo caso.
Non spaventarti, non ti sto dando della pervertita!
Semplicemente anche se magari abbiamo mangiato bene e non poco con la famiglia e i partner sentiamo il bisogno di far qualcosa di schifoso tra noi e noi, da sole, per avere un punto fermo a cui tornare.
Appunto, anestesia.
Come chi scopa in giro per non pensare o si droga o qualsiasi altra cosa.
Noi mangiamo.
Il paragone con il porno è esattamente calzante e ha ragione Euridice, c'è poco da fare.
Credo di essere stata sconclusionata e me ne scuso.
Se hai bisogno di parlare scrivimi alla mail che c'è in alto a destra nel mio blog, sarei contenta di leggerti e parlare con te.
Ti abbraccio forte, bambina.
Ti scriverò sicuramente, se non risulto fastidiosa!
EliminaLeggendo il tuo commento ho riflettuto davvero tanto, e davvero ho percepito come tu abbia centrato il punto: non voglio accettare di aver bisogno di amore.
Lo rifiuto con tutte le forze, ma seriamente: non cerco nessun contatto con mia madre né per piangere davanti a lei, né per confidarle che soffro ma non perché mi vergogni o cosa, semplicemente perché non ne sento il bisogno.
Perché non credo che l'amore come dici tu, almeno l'amore che cerco io, si trovi in un ragazzo o in mia madre, o comunque mai e poi mai sarei disposta ad accettarlo.
Ancora meno accetto, anche se a volte l'idea mi sfiora, che questa mancanza di amore sia dovuta ad un padre inesistente (che ricerco disperatamente - e di questo me ne accorgo - nel mio ragazzo. Eh sì, pensa che a volte gli chiedo di sgridarmi quando faccio qualcosa che non va, di arrabbiarsi - lui è mooolto paziente - pur di avere da lui delle regole; se fosse manesco mi farei picchiare: tutto ciò che mi è mancato da mio padre. So che potrai capire.)
Insomma, io non solo non sono intenzionata a ricercare seriamente attenzioni facendomi sentire, urlando e piangendo, ma nemmeno mi lamento di non riceverlo. Non mi infastidisce che nessuno mi consideri, anzi, sono grata a mio padre per la sua indifferenza (quando mi si avvicina mi innervosisco e lo evito da quanto è stupido) e a mia madre per la sua cecità.
Sono grata al mio ragazzo per non chiedermi ogni momento "come stai?".
Sono profondamente grata a chi mi lascia in pace. Sorrido, partecipo a tutto: l'importante è che nessuno mi chieda preoccupato "come stai?"
Mi da il nervoso, odio stare male e quanto più confessarlo.
Quello che mi fa soffrire davvero è sentire il mio inconscio scalciare pesantemente e urlare nella mia testa "Tu vuoi amore. Vuoi attenzioni. Le vuoi, brutta stronza!!"
Non me ne rendo nemmeno conto ma a volte sì.
Per il fatto dell'autoerotismo io l'ho sempre sospettato: difatti per me abbuffarmi è mooolto più imbarazzante che guardare un porno frustrata.
Se guardassi i porno non farei fatica a dirlo; ma MAI confesserei di essermi abbuffata.
Mi sembra una cosa più porca che scoparmi il ragazzo della mia migliore amica.
Decisamente.
Eppure, come hai perspicacemente osservato tu, ne ho un disperato bisogno.
Di essere una persona schifosa che si abbuffa, come il deficiente che guarda pedopornografia.
Paragone eccessivo ma azzeccatissimo, nel mio caso.
Grazie mille per stimolarmi sempre riflessioni, non sei affatto sconclusionata, anzi!