Niente riesce a dissuadermi, niente a convincermi, niente a stravolgermi. Non ho trovato quella parola capace di farmi dire “no”.
Intanto il cielo si spegne lentamente nelle mie ossa, in fondo al corpo, nascoste; il desiderio disperato di quelle parole
“Come sei dimagrita.”
“Ma non stai dimagrendo troppo?”
“Sei sempre più sciupata”.
Cosa ho fatto per non meritarle più?
Una vita brillante e perfetta che anela a dei superficiali giudizi di gente comune.
La complessa identità del niente è da scandagliare e deframmentare per poterla bruciare insieme a tutti i propositi ammuffiti, marci, fetenti. Per un grande fuoco immaginario e imponente, un enorme pozzo di morti e vivi, un’indistinta cieca selezione riguardo la merda.
Sì, una simpatica e sporca cura per l’inettitudine. Mentre scrivo mi affanno come un mulo, stremata, rotta, stanca: il vento si trascina le parole, i miei occhi le perdono e la testa non le segue; quante cose vorrei dire, urlare, gridare, e quante cose soffoco nel petto e nei polmoni come fumo e come arroganti gelosie di pensieri attenti e sfuggenti! Di quante parole potrei liberarmi come di un macigno nel cuore asciutto, invece di gettare tutto nello stomaco insieme a tonnellate di povero cibo innocente, frantumato e poi sputato, ridotto ad un mucchio di carne ed odore!
Carne viva, pesante, carne presente: come si potrebbe conservare e consumare con furia, se solo non fossi sola al mondo!
Ogni solitudine è povera e insieme ricca, ogni mondo è degno e indegno, la miseria conduce un filo tra ogni sentimento umano e puramente costruito e determinato dapprima dal bisogno di vivere, poi da quello intollerabile di morire!
Il mio cervello crea ed io obbedisco, non provo a ribellarmi e do vita a immagini pazzesche di desolazione e misurata negligenza.
Misurata: ogni cosa in un suo angolo di macerie, ogni pensiero nel suo spazio non-vitale; la distruzione che non risparmia nemmeno se stessa.
Una strage di propositi, così amo chiamarla: la profonda consapevolezza di non potercela fare, nascosta sotto strati piacevolmente numerosi e comodi di speranza, grinta, volontà, tutte quelle cose che contano ben poco; dolorosamente nulla.
Ricominciare fa parte del gioco allettante dell’autolesionismo, quel desiderio inspiegabile di essere dannati, esclusi ed incompresi (disgraziatamente soddisfatti).
La deficienza occasionale.
L'intelligenza non-presente. Quella non vissuta. Quella non capita. Difficile è l’affermarsi dei diversi e dei noiosi: i primi perché non gli altri, i secondi condannati. La solitudine è il diritto di ogni anima ritrovata, e se negata viene difesa fino alla morte, con la morte che ne è il culmine.
La punta del cielo aspetta i giusti, eppure la giustizia premia i colpevoli e li libera, li perdona, scatenando nei retti l’ira che li rende rei.
L’ispirazione chiusa in una scatola, sfumata come polvere di matita.
Mangio.
Un gesto così naturale, un gesto ripetitivo fino a diventare ossessione.Sono spaventosamente infelice: mangio. Non riesco a trovare una ragione per continuare a combattere.
Continuo a pensare a come ero magra, ma è inutile: non sono capace.
Sono parole su parole in un giorno in cui tutto è spento, sono morta dentro, gli occhi sono tristi nel loro più profondo angolo ma nessuno se ne accorge, non esiste una cura per questa maledetta e paralizzante tristezza!
Non esiste convinzione che me ne liberi, sono tormentata, soffro tantissimo ma non riesco a trasmettere nemmeno un briciolo di questo straziante dolore!
Ho un’anima lacerata, le parole mi sfuggono ed io sono completamente sola, il mondo continua a girare mentre io vorrei che si fermasse perché non sono pronta ad andare avanti.
Non ce la faccio più.
Una bottiglia di acqua mezza vuota, i capelli appiccicati in testa in una stanza affollata dal silenzio, un silenzio in cui non c’è spazio per me e le mie grida disperate: ammutolisco.
Incomprensibile per chi non brucia di questo fuoco feroce e spietato.
Incomprensibile. Non di quella che poi si può risolvere e si spiega: non è comprensibile. Quell’infelicità che ti divora da dentro, ti lacera il cuore; sono un’anima ferita e pare che ingoi il mio sangue ma non è così e forse non posso nemmeno dimostrarlo.
Un dramma.
Ho tanta voglia di scomparire, non voglio provare più questo dolore. Ci riesco, ma non voglio.
Forse è vero quello che dice Emil Cioran:
non esiste una sofferenza limite.
"soffro tantissimo ma non riesco a trasmettere nemmeno un briciolo di questo straziante dolore!"
RispondiEliminaTu scrivi da Dio, hai un arma potentissima che ti permette di trasmettere.
Non riesci a trasmettere il tuo dolore a parole?
Scrivi, scrivi, scrivi.
Esterna il tuo dolore, non buttarlo dentro con il cibo.
Buttalo fuori con le parole, vomitalo su carta.
Detesto leggerti sofferente, ma amo leggerti e tiri fuori il meglio di te quando sei in preda alle emozioni.
Un abbraccio piccola
Il tuo dolore riesci a manifestarlo straordinariamente bene scrivendo.
RispondiEliminaTi giuro, alcuni pensieri li ho avuti pure io. Mi sono sentita dannatamente sola, condannata ad una sofferenza infinita, fatta di urla strazianti rinchiuse nella mia testa, talmente stanca di combattere da non riuscire più ad esternare niente.
Ricordo che cercavo conforto nel vedermi magra, unico modo di sentirmi soddisfatta di me stessa, di sentirmi considerata, amata dagli altri. Tu Cerchi ancora quelle parole, quei giudizi della gente comune, pensando,illudendoti, che con esse staresti meglio. Che potresti essere "migliore" .
Credimi... Non lo saresti. Continueresti ad avere un enorme dolore, una eterna insoddisfazione, desiderando sempre di più di dimagrire, non staresti bene, ne fuori, ma sopratutto non dentro.
Non sei destinata all' infelicita, alla solitudine, a quel fuoco che brucia dentro. Non lo sei, anche se sei convinta del contrario.
Puoi ribellarti, può evitare di lasciarti condizionare ancora da quella parte della tua mente malata, cattiva, egoista.
Non sei sola in mezzo al fuoco, non stai bruciando del tutto, hai ancora forza per prendere un po' d'acqua e iniziare a domare l' incendio.
Ti stringo.
"Una vita brillante e perfetta che anela a dei superficiali giudizi di gente comune."
RispondiEliminaQueste parole mi hanno colpita perché è un pensiero che condivido. Mi chiedo spesso come mai il commento ammirato di un mio professore non mi riempia di gioia come un "che vita sottile hai" detto da una commessa sconosciuta in un negozio qualsiasi. Perché non riconosciamo i nostri successi e ci affanniamo tanto per una cosa così superficiale come una taglia in meno, un chilo in meno, un "ti trovo dimagrita" in più. Perché persone intelligenti e profonde come noi - non per superbia ma rispetto alla media credo di potermi e poterti considerare una persona intelligente e discretamente profonda - hanno aspirazioni tanto frivole? È un controsenso. Lo penso tutte le volte che rifletto sul fatto che il mio più grande desiderio è dimagrire. Non diventare presidente della Repubblica, non diventare ordinario all'università, non girare il mondo. Dimagrire. Un desiderio banale e cretino ma che alle volte sento che sarebbe l'unica cosa in grado di togliermi questa perenne insoddisfazione di dosso.
Ma forse no, forse ho solo scelto uno scopo difficile da ottenere come palliativo ma rimarrei comunque insoddisfatta, sola, a chiedermi cosa mi manca, di cosa ho bisogno. e forse anche tu.
Un abbraccio!
Mi unisco a quello che hanno detto le altre: scrivendo riesci benissimo a manifestare la tua sofferenza, credimi! È un dono innato il tuo e non smetterò mai di ripetertelo, mi è arrivata tutta la tua sofferenza e la posso capire completamente, forse perché mi rispecchiò tantissimo in ciò che dici ma io al contrario tuo non saprei esprimerlo così bene! Ogni frase mi ha colpito tantissimo e mentre leggevo mi ti sono immaginata nella tua stanza e avrei tanto voluto abbracciarti e ricordarti che anche se faticosamente si può fermare la sofferenza che ti lacera dentro...
RispondiEliminaTu hai delle potenzialità pazzesche Sybil, e non puoi permettere che tutto questo ti limiti e ti ostacoli! Aggrappati ad una ragione anche la più stupida, sono sicura che se cerchi in fondo una ce n'è, anche se ai benissimo che anche una volta trovata è difficilissimo lottare per quella ragione!
Non posso far altro che stringerti forte e sperare che tutto questo peso di questo dolore possa allegerirsi almeno un po'...
<3