Oggi per la prima volta sono andata a trovare Riccardo al cimitero.
Sono passati quasi tre mesi, ed io, a trovarlo, ci vado solo oggi.
Lo penso tutti i giorni, ogni momento: l'altro pomeriggio facevo i karaoke dal pc e ad un certo punto compare così, senza che io lo chiedessi, il karaoke di una canzone che tanti anni fa, in prima media, Riccardo e la sua fidanzatina dell'epoca avevano scelto come "la loro canzone".
Probabilmente sono una delle poche a saperlo, perché quella estate eravamo un piccolo gruppetto di cui entrambi facevamo parte.
Comunque erano giorni che la sentivo alla radio, per caso, nei negozi... "il regalo più grande", di Tiziano Ferro, quella era.
Così quando ho visto il karaoke l'ho aperto, mi sono messa in ginocchio, in camera, e cercando di non piangere gliela ho cantata.
Oggi ho visto la sua foto sulla lapide e non so dire cosa ho provato.
Era così bello, ragazze... ma bello davvero.
Pensate che nell'ultimo periodo, durante la malattia e la chemio, lui continuava a crescere.
La mia professoressa mi ha detto che era diventato altissimo, ma così alto! E infatti come si riproducevano le cellule delle ossa per farlo crescere, così si moltiplicavano quelle tumorali.
Alla fine la massa tumorale era diventata così grande da essere visibile, sull'anca, così grossa da rompere la pelle e fare uscire il pus.
Ogni giorno che passa rileggo i suoi messaggi, guardo le nostre foto, ricordo quando eravamo vicini di banco ed io gli cantavo sempre Laura Pausini. Mi odiava così tanto, ma poi ogni volta mi chiedeva di cantare.
Continuo a scrivergli messaggi quasi ogni giorno.
Ma è come se stessi iniziando a soffrire solo adesso.
Oggi in realtà sarei dovuta andare a trovare la sua famiglia, dopo essere passata dal cimitero; stavo così male, ero così preoccupata di non riuscire a sopportare il carico emotivo che queste cose avrebbero comportato, che Richi se n'è accorto e sua mamma ha avuto un imprevisto.
Così la visita a casa loro è stata rimandata.
Ma oggi è stata una secchiata di acqua fredda stare immobile davanti alla lapide.
E' in alto, guarda in faccia alla collina. E' la lapide più alta che c'è. Prende tutto il sole possibile.
Sembra respirare.
E lui guarda lontano, in quella foto. Era un ragazzo bellissimo e non lo dico perché è morto, ma perché l'ho sempre pensato ed è sempre stato fuori dalla mia portata.
Credo sia stata la giornata più triste in assoluto.
Piano piano inizio ad accorgermi che è morto. Non risponde ai miei messaggi come faceva prima, ed io intanto penso al cibo, a quanto è stupido tutto questo, a quanto è secondario...
Non dirò molto altro qui, di lui, perché non vorrei mai imbarazzarlo; ma lui sa tante cose che so anche io e che mi riempiono di ricordi e di lacrime...
Oggi per la prima volta, dopo lezione, ho preso un caffè con quattro compagne di corso, tra cui la mia compagna del liceo.
E' stato bello, divertente... sono così intelligenti.
Probabilmente avevate ragione voi, magari posso iniziare a vivere la quotidianità... non pensavano al cibo, eppure non erano stupide.
Così poco banali, così divertenti, così appassionate, così... magre... ma che importa?
Loro non hanno guardato il mio corpo.
Comunque questa giornata finirà in lacrime; so che Riccardo tu non lo vorresti ma non ci riesco a non piangere.
Sto in camera da sola immobile davanti al libro aperto... E penso alle tue ali spezzate.
Sento un posto in cui tu sei ma non riesco a localizzarti.
E' un vuoto indescrivibile. Quando un ragazzino nasce nel tuo stesso anno, poi fate le scuole insieme fin da piccoli, è il bambino con cui giochi all'estate ragazzi... E' il ragazzo con cui inizi il liceo, con il cellulare nel portapenne... Nella sedia accanto a te...
E poi vai a trovarlo al cimitero e sulla lapide c'è scritto "6-12-1996 2-2-2016".
E quella scritta nessuno la cancella. E c'è la sua foto accanto.
L'unica cosa che ho pensato davanti alla sua lapide è stata: "Chissà se quando gli hanno scattato quella foto si immaginava che sarebbe stata la foto sulla sua lapide".
E certamente non se lo immaginava.
E' stato talmente triste vederlo lì, e poi è stato triste incontrare il fratello, di un anno più grande, che andava a trovarlo al cimitero.
Un ragazzino di 19 anni. Almeno altri dieci anni di vita.. almeno il tempo di innamorarsi... almeno il tempo di cominciare a vivere.
Nessuna parola renderebbe giustizia al suo dolore.
La canzone di Tiziano Ferro dice:
E se arrivasse ora la fine
Che sia in un burrone
Non per volermi odiare
Solo per voler volare
E se ti nega tutto quest'estrema agonia
E se ti nega anche la vita respira la mia
Per questo ho pensato. "Respiro la sua vita." Ed ho deciso di andare a trovare i suoi genitori, visto che è tanto tempo che me lo chiedono tramite la mia professoressa.
Respirare la sua vita.. quanto sarebbe bello riuscire a respirare la mia per lui, invece di disprezzarla.
“Il vero sciocco, colui che gli dei deridono e distruggono, è quello che non conosce se stesso. Io lo fui per troppo tempo. Tu anche lo fosti per troppo tempo. Non esserlo più. Non aver timore. Il vizio supremo è la superficialità. Tutto ciò che è vissuto fino in fondo è giusto.” De Profundis, Oscar Wilde. Sono una lettrice, amo la filosofia e la letteratura, ma odio il mio corpo. 1.60x57 kg. Sono prigioniera: di me stessa, del cibo, delle mie ossessioni. Malata di una malattia che non esiste.
mercoledì 27 aprile 2016
venerdì 15 aprile 2016
Peso: 64.8
Dopo l'esonero di lunedì scorso mi sono messa più o meno in riga.
Questa settimana ho camminato tutti i giorni 45 minuti, ho fatto un'ora di cyclette qualche volta, ed ho mangiato.
Tranne ieri.
Ieri mi sono svegliata e pesavo 66,1.
Così ho pensato che, dopo una colazione con un muffin fatto da me e mia sorella e del latte di soia, avrei potuto saltare il pranzo e poi la cena.
La mattina così sono andata in università a farmi spiegare da un mio compagno alcune cose per l'esame e, ad un certo punto, senza che me lo aspettassi, lui mi ha chiesto di pranzare insieme.
"Io ho il pranzo da casa, ma andiamo a cercare qualcosa per te! Se vuoi il kebab andiamo qua, se vuoi questo andiamo di là.."
Non vi dico la vergogna. Per lui sarebbe stato normalissimo se io mi fossi mangiata un kebab a pranzo davanti a lui, mentre a me sarebbe sembrata solo un'enorme porcata.
Così ho declinato gentilmente questa proposta e gli ho detto che conoscevo un posto dove solitamente pranzavo.
Abbiamo camminato un po' chiacchierando e poi siamo entrati nella Focacceria Ligure. Ho ordinato senza nemmeno pensarci una fettina di farinata, ho speso 1€, e lui è rimasto sconvolto. "Ma solo quello mangi?"
Ed io ho risposto le solite stronzate: che faceva caldo, che avevo poca fame, che ero tesa per l'esame di martedì.
Insomma, talvolta due estati fa saltavo il pranzo e restavo digiuna fino a cena; pensavo anche che dopo tante abbuffate sarebbe stato il minimo che avrei dovuto fare mangiare un pezzetto di farinata.
Per molte di voi forse sarà anche troppo!
Abbiamo poi continuato a studiare, e verso le 14 ho preso il treno per tornare a casa.
Sono andata a camminare un'ora, poi ho mangiato due kiwi e mezza mela.
A cena ho preso un po' di pane fatto in casa da mia nonna e un quarto di frittata.
Ragazze, non ci crederete: avevo i crampi della fame.
Mi ha spaventata questo: due estati fa digiunavo praticamente sempre! Mi sono veramente ridotta così? Eppure non ho digiunato, anzi!
Quella farinata era unta di olio, e nella frittata c'era l'uovo, per non parlare del pane!
Mi sono resa conto di essere cicciona: i ciccioni hanno fame, no?? Quelli con lo stomaco enorme, no?! Come si può avere così tanta FAME? La sera sono uscita per andare in Oratorio e mi sono contorta tutta la sera dal dolore allo stomaco: avevo i crampi fortissimi.
Li ho avuti fino a quando non mi sono messa a dormire.
Però... questa mattina la bilancia mi ha regalato un 64,8, e mi sono pesata dopo aver fatto colazione perché prima c'era mia madre in casa.
E' un peso stratosferico però è quasi quello che un mese fa ero riuscita a raggiungere (64.5).
Sono in fibrillazione da tutto il giorno.
Ho pranzato con un po' di pesce lesso, delle verdure, e mi sono anche concessa 36 grammi di crostata alle ciliegie.
Ci credete che questa settimana contavo di abbuffarmi? Ho fatto di tutto per evitarlo: ho guardato video su youtube, ho studiato ascoltando musica per distrarmi, sono andata a camminare... La cosa che mi ha aiutato di più (suggestione, verità, ognuna pensi cosa vuole) è stato leggere il Vangelo. Mi sono detta che se avessi avuto l'impulso di abbuffarmi avrei letto una pagina di Vangelo: e così ho fatto (sono arrivata a metà, pensate voi quante volte è successo...).
Ragazze, ho perso praticamente 1 kg! Ok, era un kg probabilmente di abbuffate, eppure io l'ho perso in pochi giorni!
Credevo che i kg recuperati con le abbuffate li avrei tenuti per altri mesi addosso!
E così mi sento benissimo, già mi immagino i prossimi 5, 6, 7, 15 kg... mi immagino magra, immagino di mangiare sempre meno, ho comprato il latte di mandorla che ha 25 kcal ogni 100 ml...quanto potrà durare tutto questo?
Sono felice di essere felice, oggi riesco a vedere il sole, riesco a godermi il pomeriggio di studio che mi aspetta, eppure dentro di me c'è qualcosa di molto doloroso, e sospetto sia la consapevolezza che a provocare tutto questo è stato un numero sulla bilancia.
La consapevolezza che è andata così un milione di volte: ed un milione di volte è finita nello stesso modo.
Fino a ieri ero depressa, sconsolata; un numero più basso, nuda, sulla bilancia, è riuscito a cambiare tutto.
Penso e ripenso al commento di Lux (quando l'ho letto mi sono commossa): questo grasso è un grasso che non se ne andrà mai perché è di un altro grasso che voglio sbarazzarmi; eppure mi illudo che quello che sto provando adesso potrebbe darmi davvero la felicità che cerco.
E con tutta la mia anima non desidero nient'altro.
Questa settimana ho camminato tutti i giorni 45 minuti, ho fatto un'ora di cyclette qualche volta, ed ho mangiato.
Tranne ieri.
Ieri mi sono svegliata e pesavo 66,1.
Così ho pensato che, dopo una colazione con un muffin fatto da me e mia sorella e del latte di soia, avrei potuto saltare il pranzo e poi la cena.
La mattina così sono andata in università a farmi spiegare da un mio compagno alcune cose per l'esame e, ad un certo punto, senza che me lo aspettassi, lui mi ha chiesto di pranzare insieme.
"Io ho il pranzo da casa, ma andiamo a cercare qualcosa per te! Se vuoi il kebab andiamo qua, se vuoi questo andiamo di là.."
Non vi dico la vergogna. Per lui sarebbe stato normalissimo se io mi fossi mangiata un kebab a pranzo davanti a lui, mentre a me sarebbe sembrata solo un'enorme porcata.
Così ho declinato gentilmente questa proposta e gli ho detto che conoscevo un posto dove solitamente pranzavo.
Abbiamo camminato un po' chiacchierando e poi siamo entrati nella Focacceria Ligure. Ho ordinato senza nemmeno pensarci una fettina di farinata, ho speso 1€, e lui è rimasto sconvolto. "Ma solo quello mangi?"
Ed io ho risposto le solite stronzate: che faceva caldo, che avevo poca fame, che ero tesa per l'esame di martedì.
Insomma, talvolta due estati fa saltavo il pranzo e restavo digiuna fino a cena; pensavo anche che dopo tante abbuffate sarebbe stato il minimo che avrei dovuto fare mangiare un pezzetto di farinata.
Per molte di voi forse sarà anche troppo!
Abbiamo poi continuato a studiare, e verso le 14 ho preso il treno per tornare a casa.
Sono andata a camminare un'ora, poi ho mangiato due kiwi e mezza mela.
A cena ho preso un po' di pane fatto in casa da mia nonna e un quarto di frittata.
Ragazze, non ci crederete: avevo i crampi della fame.
Mi ha spaventata questo: due estati fa digiunavo praticamente sempre! Mi sono veramente ridotta così? Eppure non ho digiunato, anzi!
Quella farinata era unta di olio, e nella frittata c'era l'uovo, per non parlare del pane!
Mi sono resa conto di essere cicciona: i ciccioni hanno fame, no?? Quelli con lo stomaco enorme, no?! Come si può avere così tanta FAME? La sera sono uscita per andare in Oratorio e mi sono contorta tutta la sera dal dolore allo stomaco: avevo i crampi fortissimi.
Li ho avuti fino a quando non mi sono messa a dormire.
Però... questa mattina la bilancia mi ha regalato un 64,8, e mi sono pesata dopo aver fatto colazione perché prima c'era mia madre in casa.
E' un peso stratosferico però è quasi quello che un mese fa ero riuscita a raggiungere (64.5).
Sono in fibrillazione da tutto il giorno.
Ho pranzato con un po' di pesce lesso, delle verdure, e mi sono anche concessa 36 grammi di crostata alle ciliegie.
Ci credete che questa settimana contavo di abbuffarmi? Ho fatto di tutto per evitarlo: ho guardato video su youtube, ho studiato ascoltando musica per distrarmi, sono andata a camminare... La cosa che mi ha aiutato di più (suggestione, verità, ognuna pensi cosa vuole) è stato leggere il Vangelo. Mi sono detta che se avessi avuto l'impulso di abbuffarmi avrei letto una pagina di Vangelo: e così ho fatto (sono arrivata a metà, pensate voi quante volte è successo...).
Ragazze, ho perso praticamente 1 kg! Ok, era un kg probabilmente di abbuffate, eppure io l'ho perso in pochi giorni!
Credevo che i kg recuperati con le abbuffate li avrei tenuti per altri mesi addosso!
E così mi sento benissimo, già mi immagino i prossimi 5, 6, 7, 15 kg... mi immagino magra, immagino di mangiare sempre meno, ho comprato il latte di mandorla che ha 25 kcal ogni 100 ml...
Sono felice di essere felice, oggi riesco a vedere il sole, riesco a godermi il pomeriggio di studio che mi aspetta, eppure dentro di me c'è qualcosa di molto doloroso, e sospetto sia la consapevolezza che a provocare tutto questo è stato un numero sulla bilancia.
La consapevolezza che è andata così un milione di volte: ed un milione di volte è finita nello stesso modo.
Fino a ieri ero depressa, sconsolata; un numero più basso, nuda, sulla bilancia, è riuscito a cambiare tutto.
Penso e ripenso al commento di Lux (quando l'ho letto mi sono commossa): questo grasso è un grasso che non se ne andrà mai perché è di un altro grasso che voglio sbarazzarmi; eppure mi illudo che quello che sto provando adesso potrebbe darmi davvero la felicità che cerco.
E con tutta la mia anima non desidero nient'altro.
lunedì 4 aprile 2016
Eppure è l'unica cosa che non faccio.
Oggi ho una fottuta voglia di spaccare tutto.
Ho voglia di tagliarmi, ma ho paura del sangue eppure ci sto pensando di continuo.
Tagliarmi le vene e vedere cosa succede.
In una settimana ho preparato un esame di 600 pagine, ieri ho fatto le 4 di mattina e alle 7 mi sono svegliata per andare a dare questo benedetto esonero.
600 pagine contate, gestite in 7 giorni.
Ho mangiato come un maiale, naturalmente, ma poi alla fine quelli che importano sono i risultati, giusto?
Ed oggi per farmi un po' del male ho iniziato a rivedere le foto del 2012, quando ero così magra porco schifo che ora che guardo le foto mi faccio paura e invidia, eppure non succede niente.
Non si dimagrisce guardando delle foto, nemmeno abbuffandosi, come qualcuna di voi mi aveva anche detto; eppure mi meraviglio che il mio peso non scenda nonostante tutto.
è come un diritto per me dimagrire, e dovrei averlo anche se non assolvo i miei doveri.
Non funzionava così?
Perché l'uomo sceglie quello che lo rende infelice?
L'ho studiato in parte per questo esame, ho letto il Saggio sull'intelletto umano di Locke.
Lui dice che l'uomo sceglie ciò che lo rende infelice per due motivi:
il primo è che è troppo impegnato a liberarsi dal disagio che lo opprime nel presente per preoccuparsi di inseguire la felicità vera e piena;
poi perché sottovaluta il male ed il bene futuri, e crede che non valga la pena di faticare per inseguire un piacere duraturo, rinunciando a quello momentaneo che sta provando, oppure pensa che il dolore di cui ora è impegnato a liberarsi sia il più alto grado di dolore possibile, e che in futuro non lo proverà mai più di così.
Naturalmente in questi calcoli si sbaglia, e così con l'infelicità futura paga i suoi errori.
E poi Locke spavaldo dice che per quanto la felicità dell'uomo possa essere grande, egli non ne sentirà nemmeno una briciola qualora si trovasse impegnato a liberarsi di un disagio presente; perché il disagio presente sarà sempre, sempre più grande di qualsiasi bene immenso e infinito che gli si possa trovare accanto.
Infatti io, per mettermi Locke sotto i piedi, non riesco a vivere e mai ci riuscirò finché non mi sarò liberata da questo mattone: il mio peso.
E non c'è bene che mi possa attrarre, non c'è amore, vita, gioia, speranza che possa salvarmi e distrarmi da questo costante e faticosissimo impegno, finché io avrò perso tutto questo peso.
Così guardo le vecchie foto in cui ero bella, pulita, con la faccia magra e non questo pallone di ciccia che mi ritrovo; in cui mettevo le magliettine strette e le tette non sembravano due persone di 30 kg ciascuna che mi penzolavano dal petto.
Per estrema crudeltà nei miei confronti ho messo come immagine del profilo di whatsapp proprio una foto in cui non ho tette, in cui il viso è sottile, così da mostrare ai miei compagni di università sul gruppo come sono veramente.
Per mostrarlo a tutti.
Come sono scema...
Eppure io darei la mia vita per tornare così.
Mi ammazzerei adesso se questo dovesse servire a farmi tornare come ero. Non ne posso più di questo corpo, di questo schifo, voglio solo sotterrarmi e poi dissotterrarmi quando sarò stata senza cibo abbastanza a lungo da essere uno scheletro.
Vorrei essere così magra, ragazze...
E' l'unica, l'unica cosa che voglio davvero.
Il desiderio che esprimo quando spengo le candeline, quando inizia l'anno nuovo, quando vedo una stella cadente, in qualsiasi occasione in cui chiunque altro si augurerebbe la salute o l'amore.
Ora ho così voglia di urlare, di piangere, di prendere a pugni il muro e di smetterla di scrivere un post che sembra di una bambina di 12 anni...
ma questa è la pura è semplice verità:
voglio esclusivamente dimagrire
eppure è l'unica cosa che non faccio.
PERCHE'?
Ho voglia di tagliarmi, ma ho paura del sangue eppure ci sto pensando di continuo.
Tagliarmi le vene e vedere cosa succede.
In una settimana ho preparato un esame di 600 pagine, ieri ho fatto le 4 di mattina e alle 7 mi sono svegliata per andare a dare questo benedetto esonero.
600 pagine contate, gestite in 7 giorni.
Ho mangiato come un maiale, naturalmente, ma poi alla fine quelli che importano sono i risultati, giusto?
Ed oggi per farmi un po' del male ho iniziato a rivedere le foto del 2012, quando ero così magra porco schifo che ora che guardo le foto mi faccio paura e invidia, eppure non succede niente.
Non si dimagrisce guardando delle foto, nemmeno abbuffandosi, come qualcuna di voi mi aveva anche detto; eppure mi meraviglio che il mio peso non scenda nonostante tutto.
è come un diritto per me dimagrire, e dovrei averlo anche se non assolvo i miei doveri.
Non funzionava così?
Perché l'uomo sceglie quello che lo rende infelice?
L'ho studiato in parte per questo esame, ho letto il Saggio sull'intelletto umano di Locke.
Lui dice che l'uomo sceglie ciò che lo rende infelice per due motivi:
il primo è che è troppo impegnato a liberarsi dal disagio che lo opprime nel presente per preoccuparsi di inseguire la felicità vera e piena;
poi perché sottovaluta il male ed il bene futuri, e crede che non valga la pena di faticare per inseguire un piacere duraturo, rinunciando a quello momentaneo che sta provando, oppure pensa che il dolore di cui ora è impegnato a liberarsi sia il più alto grado di dolore possibile, e che in futuro non lo proverà mai più di così.
Naturalmente in questi calcoli si sbaglia, e così con l'infelicità futura paga i suoi errori.
E poi Locke spavaldo dice che per quanto la felicità dell'uomo possa essere grande, egli non ne sentirà nemmeno una briciola qualora si trovasse impegnato a liberarsi di un disagio presente; perché il disagio presente sarà sempre, sempre più grande di qualsiasi bene immenso e infinito che gli si possa trovare accanto.
Infatti io, per mettermi Locke sotto i piedi, non riesco a vivere e mai ci riuscirò finché non mi sarò liberata da questo mattone: il mio peso.
E non c'è bene che mi possa attrarre, non c'è amore, vita, gioia, speranza che possa salvarmi e distrarmi da questo costante e faticosissimo impegno, finché io avrò perso tutto questo peso.
Così guardo le vecchie foto in cui ero bella, pulita, con la faccia magra e non questo pallone di ciccia che mi ritrovo; in cui mettevo le magliettine strette e le tette non sembravano due persone di 30 kg ciascuna che mi penzolavano dal petto.
Per estrema crudeltà nei miei confronti ho messo come immagine del profilo di whatsapp proprio una foto in cui non ho tette, in cui il viso è sottile, così da mostrare ai miei compagni di università sul gruppo come sono veramente.
Per mostrarlo a tutti.
Come sono scema...
Eppure io darei la mia vita per tornare così.
Mi ammazzerei adesso se questo dovesse servire a farmi tornare come ero. Non ne posso più di questo corpo, di questo schifo, voglio solo sotterrarmi e poi dissotterrarmi quando sarò stata senza cibo abbastanza a lungo da essere uno scheletro.
Vorrei essere così magra, ragazze...
E' l'unica, l'unica cosa che voglio davvero.
Il desiderio che esprimo quando spengo le candeline, quando inizia l'anno nuovo, quando vedo una stella cadente, in qualsiasi occasione in cui chiunque altro si augurerebbe la salute o l'amore.
Ora ho così voglia di urlare, di piangere, di prendere a pugni il muro e di smetterla di scrivere un post che sembra di una bambina di 12 anni...
ma questa è la pura è semplice verità:
voglio esclusivamente dimagrire
eppure è l'unica cosa che non faccio.
PERCHE'?
Iscriviti a:
Post (Atom)