Ieri è stata una giornata devastante, la mia depressione ha raggiunto picchi molto elevati; ho mangiato e vomitato più volte, e poi ho cercato di far finta di niente ed ho mangiato le fragole.
Ieri mi sono sentita morire, e sicuramente non era così, non sono morta per niente, non muoio mai, e muoio ogni volta un po' di più.
Una mia ex compagna di scuola ha messo su una associazione, In Punta di Cuore, per aiutare le ragazze affette da disturbi alimentari.
Ieri l'hanno intervistata in tv, poi ha tenuto più conferenze a Torino per sensibilizzare la gente. Ogni tanto mi scrive perché sa di me, ma il suo disinteresse è delicato ed evidente.
La tipica persona che a furia di guardare lontano non vede cosa sta davanti alla punta del suo naso.
Le avevo consigliato di leggere alcuni blog che le avevo allegato, per aiutarla in questo progetto, e lei li ha aperti dopo quattro mesi che glieli avevo inviati.
Mi fa così ridere tutto ciò, è il riassunto del mondo che calpesto: tutti vogliono salvarlo, e poi non raccolgono la cartaccia che gli giace accanto ai piedi, sulla strada.
Odio questa associazione e lei, ma so che non è solo per questo motivo.
Non è solo per il suo guardare così lontano, alla televisione, alle conferenze, alle chiacchiere, al rumore, senza essere capace di leggere il cuore di una persona che le sta vicino; ma soprattutto per il suo "essere guarita dall'anoressia".
Ieri ho pensato tutto il giorno alla guarigione: sarà per le frasi ipocrite di speranza postate da gente ignorante in materia, sarà per i mille post di questa mia compagna su questa dannatissima associazione, sarà per la gioia condivisa da ragazze "fuori dal tunnel"; ma mi sembrava di essere l'unica al mondo a pensare che guarire fosse impossibile.
L'ho pensato soprattutto, naturalmente, mentre mangiavo e vomitavo; piangevo e vivevo intensamente quello strazio, quella vergogna, quel dolore nei versi che facevo e nel petto che scoppiava; e se da una parte sentivo di essere l'unica ad aver scoperto che la guarigione non esiste, dall'altra - ed è la seconda ragione per cui detesto l'associazione e quella povera ragazza che l'ha fondata - mi sentivo come un bambino che gioca con i suoi amici alla caccia al tesoro: tutti gli altri lo hanno trovato, questo tesoro, mentre lui ha attraversato cortili, si è sbucciato le ginocchia, ha scavato sotto la terra, e non ha trovato ancora niente.
E mi sento come se tutti, attorno a quella me bambino, guardandomi mentre cerco, mi dicessero "è facilissimo: ma come fai a non trovarlo?" senza che nessuno mi desse una mano a cercare.
E soprattutto sento nelle mie lacrime le lacrime di quel bambino frustrato: che gli altri abbiano trovato un tesoro che non è lo stesso che cerco io?
Che io l'abbia già trovato, quel tesoro, ma che l'abbia scartato subito perché non pensavo fosse un tesoro, così povero, così arrangiato, così poco convincente?
Che la guarigione fossero quei 5 chili presi 4 anni fa, che non ho saputo accettare, che ho scartato, che mi hanno portata a vomitare?
Non ho saputo vederla, la guarigione che tutti decantano?
Forse l'ho attraversata, come quando cerchi un luogo che ti indicano, lo sorpassi e continui a camminare per anni e anni convinta che questo luogo non esista, che ti abbiano presa in giro.
Mentre vomitavo, ieri, pensavo che fosse assurdo pensare ad una vita senza questo dolore lacerante così radicato, così comodamente accasato, così perfettamente inserito.
Mentre vomitavo pensavo che fosse una presa in giro quell'associazione per me che dopo 7 anni ancora mi ritrovavo a mangiare latte e biscotti in quindici secondi e vomitarli in mezz'ora, una presa in giro. Come si può veramente credere che dopo tutti questi anni io potrò davvero non abbuffarmi e vomitare più?
Non c'è più nulla di nuovo, e forse cinque anni fa avrei potuto pensare "Sta mattina sto meglio, wow, figo! Potrei guarire davvero!"; perché ormai l'ho pensato così tante volte e così tante volte il giorno dopo mi sono ritrovata al supermercato a riempirmi di roba, sola con me stessa, che non ci credo più che ci possa essere una svolta epocale.
Forse per chi è malato da uno, due, tre anni, come questa mia compagna, può valere questo giochetto; ma dopo 7 anni è davvero ridicolo anche solo immaginarlo.
Ho confuso le cose, lo so; prima dico che la guarigione non esiste, poi dico che esiste dopo pochi anni di malattia, poi dico che la malattia non esiste.
Infatti tutto ciò non ha senso.
Solo mi sento tanto quel bambino, ogni volta che una ragazza scrive "Sono guarita" e manifesta il suo entusiasmo; mi sento quella persona che ha passato il luogo in cui doveva andare e non lo troverà mai; così inizio a giustificare il bambino frustrato che è in me dando la colpa della mia vana ricerca agli anni che sono passati.
Forse non importa quanti anni vai avanti, se hai già superato la destinazione.
Ieri sera, tanto per rivestire il ruolo di functional bulimic, sono andata al bellissimo concerto di De Gregori.
Vi lascio con la sua traduzione di una canzone di Bob Dylan, sperando che per voi vada meglio.
Scende la sera,
è tutto il giorno che sto qua.
Troppo caldo per muovermi
e il tempo se ne va.
Sento che la mia anima ...
non mi abita più
e so che sta per piovere,
il cielo sta venendo giù.
Certe ferite non guariscono,
però col tempo le dimenticherò.
è tutto il giorno che sto qua.
Troppo caldo per muovermi
e il tempo se ne va.
Sento che la mia anima ...
non mi abita più
e so che sta per piovere,
il cielo sta venendo giù.
Certe ferite non guariscono,
però col tempo le dimenticherò.
E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.
Ho buttato nel secchio
la mia parte migliore.
In ogni bella frase
c'è un senso del dolore.
Lei mi ha scritto una lettera
così dolce, compita.
Raccontava in poche righe
ogni attimo della sua vita.
Cosa dovrebbe fregarmene?
Francamente non so.
E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.
Ho girato in lungo e largo,
visto niente di speciale.
Sono sceso lungo il fiume,
sono arrivato al mare
in un mondo di chiacchere
e una montagna di fumo,
senza mai cercare niente
negli occhi di nessuno.
E il peso che mi porto appresso
è l'unica ricchezza che ho.
E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.
Sono nato senza chiederlo,
senza volerlo morirò.
Sembra che mi stia spostando,
ma sono immobile da un po'.
Ogni pezzo del mio essere
è muto e svuotato,
chissà da che scappavo
e dove stavo andando
quando sono arrivato.
E credo di sentire una preghiera.
E mi potrei sbagliare.
E oppure non lo so.
E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.
ma lo sarà fra un po'.
Ho buttato nel secchio
la mia parte migliore.
In ogni bella frase
c'è un senso del dolore.
Lei mi ha scritto una lettera
così dolce, compita.
Raccontava in poche righe
ogni attimo della sua vita.
Cosa dovrebbe fregarmene?
Francamente non so.
E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.
Ho girato in lungo e largo,
visto niente di speciale.
Sono sceso lungo il fiume,
sono arrivato al mare
in un mondo di chiacchere
e una montagna di fumo,
senza mai cercare niente
negli occhi di nessuno.
E il peso che mi porto appresso
è l'unica ricchezza che ho.
E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.
Sono nato senza chiederlo,
senza volerlo morirò.
Sembra che mi stia spostando,
ma sono immobile da un po'.
Ogni pezzo del mio essere
è muto e svuotato,
chissà da che scappavo
e dove stavo andando
quando sono arrivato.
E credo di sentire una preghiera.
E mi potrei sbagliare.
E oppure non lo so.
E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.