ma sempre ridicola.
Vorrei poter dire così tante cose tra tutte le lacrime che non vorrei versare perché io non amo piangere, ma le parole si affollano e finiscono sempre nello stomaco, alla fine. Dove sta tutto quello che non riesco a dire, che non voglio, che non penso. In cui non credo.
Ho pensato tante cose, sempre troppe per il mio cervello esageratamente piccolo ed esageratamente pieno, ho cercato di analizzare i miei comportamenti malati e di convincermi che meritassi una possibilità e una vita anche io.
E invece ho chiuso il capitolo più breve della mia vita con un "magari lo cerchiamo a settembre".
Il capitolo della mia vita si intitola "proposito di percorso guarigione, speranza, grinta, voglia di vivere".
Ed è proprio l'unica cosa che c'è scritta su questo capitolo cosi importante, cosi bello, cosi decisivo.
Le cose belle sono sempre insozzate dai tentativi, per questo ho deciso di chiuderlo perfetto così, senza macchie e delusioni.
"Magari lo cerchiamo a settembre, amore mio, un medico di base che mi faccia la ricetta per quel centro che tu hai trovato solo per me, amore mio, e l'hai trovato perdendo una mattinata alla asl a parlare con una gentilissima signora che ha messo un'ottima parola su quella dietista e quello psicologo, dove mi porterai a settembre, dopo che avremmo fatto la ricetta. A settembre, amore mio. Sei il ragazzo dei miei sogni" le parole al mio ragazzo, queste, e nella testa la vocina "solita merda- l'unica cosa che dovrai dirgli a settembre sarà amore, non sono malata, non voglio nessun centro specializzato, non vedi che peso il doppio della mia altezza? Avevo preso un abbaglio, io non voglio nessun medico, nessun percorso di guarigione (da cosa, precisamente?!), dovrei pagare con i soldi e l'umiliazione di mostrare un corpo di simili dimensioni ad un serio medico che cura seri disturbi, ed è un prezzo troppo, troppo alto per una malattia inesistente."
E non si tratta di non sentirmi abbastanza malata. Puttanate. Né si tratta di autocommiserazione della serie povera-me-è-il-mio-triste-destino-resterò-così-a-vita-quanto-sono-povera-e-triste-non-merito-una-possibilità-sono-sola-al-mondo-ohi-ohi-ohi.
Ammetto di aver pianto un po' quando me ne sono resa conto leggendo l'elenco dei medici di base a cui potrei rivolgermi, ammetto di aver pianto disperatamente. E di aver anche pensato ad una sorta di autocommiserazione mischiata ad un inno alla vita un po' impacciato. Ammetto di aver detto che questo schifo non valeva un cazzo e di aver scomodato anche qualcuno per farmi consigliare la modalità migliore per guarire... Ma sono una persona troppo logica per credere che la mia sia una malattia e soprattutto che mi renda infelice. Quindi il mio capitolo è chiuso, ed ora sono letteralmente tranquilla. Il mio povero ragazzo ancora gira di asl in asl e di medico in medico, ma io non posso dirgli che ho cambiato idea. Insomma, non posso.
Ammetto che sto piangendo anche adesso ma mi passerà, ammetto che scrivo per farmi compatire un po' - tutti i migliori egocentrici Ne hanno bisogno. Ammetto anche che non so cosa fare, era cosi bello sguazzare in quel capitolo della mia vita. Ma sapevo che non avrebbe avuto un futuro.
In fin dei conti, io lo so che punterò al suicidio, ma non per disperazione.
Non lo annuncio qui per non essere creduta, per essere aiutata, per essere salvata, o criticata, o aggredita. Se mi conosceste di persona sapreste che faccio sempre le scelte con meticolosa attenzione. Solo abbuffandomi mi sfuggono un po' le cose di mano, perché mi dimentico di Dover riflettere. Sono molto riflessiva. E cinica.
Lo scrivo perché è oggettivamente cosi che andrà a finire, ed io sarò su quella lista di ragazze che muoiono causa dca che nessuno conosce.
Sono solo numeri, ed io sono un numero.
Vivo perché sono codarda (o coraggiosa, dipende quali libri avete letto, se quelli "la vita è una sfida e la vera vittoria è vivere" oppure quelli della serie "non ho il coraggio di uccidermi allora vivo") e soprattutto per dimagrire. Perché voglio vedere dove posso arrivare. Mai mi ucciderei senza aver almeno sfiorato i quaranta chili di nuovo. Non trenta o quei numeri irraggiungibili lì, a me bastano i quaranta. Giusti per la mia altezza, raggiungibili. E poi mi ucciderò. Perché ragazze, davvero, è una merda.
Lasciate perdere quello che ho scritto sopra ed anche quello che pensate. Questo disturbo (non malattia, disturbo è molto più calzante) non vale davvero un cazzo. Non vale niente.
Se siete in tempo, scappate via. Buttate la bilancia. Se siete sottopeso, tanto, fatevi aiutare. Non me la sento di dirvi "anche se non lo siete", perché non vi crederà nessuno veramente malate. E nemmeno voi vi credete tali. Nemmeno molte stesse ragazze di blogger qui vi credono malate. Eccomi a sparare sentenze. Scusate, ma sono molto presuntuosa. Solo voglio dirvi scappate via. Non ammazzatevi piu, se siete in tempo... Perché poi arriverà un momento in cui vi piacerà cosi tanto farvi del male che vorrete farne il vostro mestiere. E non ci sarà piu niente che potrà aiutarvi a ricominciare, a cambiare testa, a cambiare faccia.
Saranno solo parole, e voi morirete. Ma non morirete con una lametta o con una buona dose di coraggio e un balcone: morirete ogni giorno.
Tutti i giorni, regolarmente, e sarà una morte atroce, lenta, logorante. E sentirete un dolore che niente, niente al mondo potrà mai lenire, né attenuare, né placare. Perché alla fine vi perderete e non avrete piu nemmeno quel briciolo di coraggio necessario a dire vaffanculo.
E non lo dico da donna vissuta. Ma da bambina che è in questa menzogna da cinque anni e sa che sono pochi, sa che sono solo i primi di una serie, sa che dipendono da sé stessa, e sa che è malata proprio perché è debole. Una malattia schifosa: ti ammali perché non hai la forza per affrontare i tuoi veri problemi e per guarire puoi usare solo e soltanto quella forza.
Senza averla mai vista.
Davvero, scappate via. Io chiederò aiuto solo se e quando il mio dolore a cui non so dare un nome (non So nemmeno se esista) sarà ben visibile. Me ne sono resa conto stando qui sul blog e andando fuori, che il dolore annoia tutti. Annoia a sessanta chili, e annoia a a trenta. Non credete che a trenta chili vi prenderanno piu sul serio che a cento. Solo sarà tutto piu visibile. Almeno per me. Ho bisogno di aiuto, ma io mi rendo conto che nessuno vuole stare a sentire le lagne di chi non ha la forza di lottare. Nessuno capisce che quella forza è la stessa che è mancata quando si è precipitate nelle ossessioni e nella merda. In quella che qui tutti chiamano malattia.
Aspettatevi che la gente non capisca. Nemmeno io capisco. Anche a me danno sui nervi quelle come me, che un giorno vogliono essere forti e combattere, e il giorno dopo scrivono post del genere.
Siamo tutti esseri umani. Magari alcuni sono più sensibili. Ma tutti si aspettano qualcosa.
Per questo vi dico scappate. Qui dentro è una merda esattamente come là fuori. Non diventate scheletri e non vomitate, perché tanto poi dovrete trovare la forza sia per guarire da questo schifo, sia per risolvere e affrontare quei demoni che prima avete con fatica sotterrato con la malattia, con il cibo.
Dovrete sbattervi il doppio, e tutti saranno ancora più esigenti con voi. Qui non esiste perdono, non è per niente vero che solo voi non vi perdonate. Non trovate perdono da nessuna parte. A meno che voi non stiate tentando di guarire. Allora lì siete brave, forti, allora lì e solo lì AVRETE IL DIRITTO DI CADERE. Da malate nessuno vi darà quel diritto. Perché voi vi aggrappate ad un disturbo per fuggire alla realtà cruda, la vostra e quella del mondo, e vi trovate sotto gli occhi perfidi e pretenziosi di chi vuole che voi lottiate. Comprese voi.
E avrete solo tanto vuoto e tanto odio con cui riempirlo, solo odio.
E vorrete uscire, ma nessuno capirà perché non ci riuscite. Aspetteranno tutti che siate pronte, nessuno vi considererà piu di tanto fino a quel momento.
Vi ascolteranno solo se voi vi alzate e iniziate a combattere. Non aspettatevi le coccole, né tanto meno l'ascolto.
Sono una serie di scemenze che vorrete credere, come ho fatto io e come continuo a fare.
Adesso ho capito che voglio guarire. Lo so, lo so per certo. Mi sono seduta a tavolino e ho deciso che basta, ora guarisco. Così ho deciso che perderò questi fottuti venti chili e mi farò curare, perché nessuno vede la malattia in un mondo in cui vogliono mettere in passerella le modelle taglia 44. È la realtà, e quella è salute. Ormai anche i medici associano la malattia (dca) alla magrezza. No, tutti no, non voglio generalizzare. Ma io voglio guarire e non ho tempo di cercare il medico che non la pensa cosi.
Mi sono imbattuta in tanti medici che, poiché ero normopeso, non hanno mai considerato un granché la mia amenorrea.
Voglio guarire con tutta l'anima, cosi perderò questi venti chili e mi farò ricoverare seriamente, e non mi opporrò a niente, mi farò psicanalizzare, smetterò di fare la finta piena di dolore e confesserò seriamente tutto ciò che penso mi faccia star male, e lotterò.
Ma non posso farlo a settembre, non posso Pesando cosi tanto. Scappate ragazze, è una vera merda.
Scappate prima che la scelta si riduca alla morte, perché non siete forti abbastanza.
Scappate perché quando vi ridurrete ad un mucchio di ossa forse qualcuno si chiederà se forse non state male, ma se voi non prenderete in mano questa merda nessuno lo farà al posto vostro. Nemmeno a 30 kg.
Lo ripeto, il dolore è noioso.
Allontana tutti, non vi mette al centro dell'attenzione come vorreste. Nessuno vuole scavare nel vostro animo e capire perché non mangiate, perché vi abbuffate, perché vomitate o perché fate cosi tanto casino per una stupida pizza. Solo voi potete farlo.
Per questo, se entrate in questo inferno sappiate che poi dovete uscirne, per forza, perché altrimenti vi toccherà morire sole e incomprese lo stesso.
Non potete vivere malate per sempre, perché vi stancherete. E si stancheranno gli altri, uno alla volta, lentamente e non importa quanto: se ne andranno. E chi avrà il coraggio di rimanere, quelli che vi amano, soffriranno. Piangeranno. E voi seminerete attorno solo dolore e dentro di voi senso di colpa. Non espierete un bel niente.
Non è una figata. Non proverete a lungo quel senso di onnipotenza da "sonofigapesoquarantachili", non se siete malate davvero.
Se siete malate davvero, arriverà un giorno in cui vi strapperete i capelli perché sarete stanche, stanche, stanche. E quella fottuta forza non ce l'avete. Là fuori vi vogliono combattive, qua dentro idem, ma voi siete malate perché non avete forza. Non fraintendete, ovviamente essere malate non significa essere pappe molli... Semplicemente non avete quelle forza per guardare in faccia i veri problemi celati dal DCA. Ma quando urlerete per riavere la vita, come ho già detto, dovrete trovare una forza sovrumana per affrontare i veri problemi e l'inferno del DCA. La merda. L'odio. La bellezza del DCA, l'onnipotenza del DCA, il dolore del DCA che diventa irresistibile. L'unicità del DCA, che vi rende speciali. Vi crederete speciali ad un certo punto, perché voi avete il controllo, vomitate, restringete. Il DCA ha momenti talmente belli da cancellare in un secondo tutto il dolore. Ma quel dolore.... Non vale un secondo di quella felicità, finta.
E quando lo capite è tardi, ci siete immerse. Non si esce, ragazze, se non con le unghie, i denti, o la morte.
E forse scrivo questo perché spero che qualcuna di voi mi dica "non devi pesare venti chili in meno, ti prenderanno comunque sul serio. Non butterai soldi e tempo, ti servirà questo percorso. Hai solo sbagliato medici fino ad ora. Prova, ne vale la pena. Ti prenderanno sul serio."
Forse scrivo perché in fondo io so che sarò talmente stanca che morirò. Sono tanto stanca che morirò... Non ha senso questo post. Capitolo chiuso, niente guarigione per ora...
“Il vero sciocco, colui che gli dei deridono e distruggono, è quello che non conosce se stesso. Io lo fui per troppo tempo. Tu anche lo fosti per troppo tempo. Non esserlo più. Non aver timore. Il vizio supremo è la superficialità. Tutto ciò che è vissuto fino in fondo è giusto.” De Profundis, Oscar Wilde. Sono una lettrice, amo la filosofia e la letteratura, ma odio il mio corpo. 1.60x57 kg. Sono prigioniera: di me stessa, del cibo, delle mie ossessioni. Malata di una malattia che non esiste.
Non volevo lasciare un commento inutile qui sotto... mi sembrava quasi di violare il tuo delirio di potenza o impotenza, a seconda di come vuoi intenderlo. Non volevo star qui neanche a dirti quanto diavolo i tuoi pensieri siano UGUALI ai miei e a dirti che ti leggo sempre e ogni tanto ti veda come una seconda faccia appiccicata alla mia nuca. Davvero ogni tanto mi identifico con te e no, questo non significa che capisca tutto ciò che dici e provi, anche perchè io stessa non mi capisco e sono pure un disastro con le sensazioni, quindi probabilmente sei estremamente diversa da me. Come dicevo, non volevo scrivere ma poi ho pensato "faccio così tante stronzate insensate nelle mie giornate, perchè non lasciarle un commento? Male non farà" spero...
RispondiEliminaInnanzi tutto la penso come te quando affermi (perdonami se ho capito male ma è una mia interpretazione) che può permettersi di fallire soltanto chi sta intraprendendo un percorso di guarigione. È vero, credo che in quel caso le persone attorno a me mi incoraggerebbero a non mollare, vedrebbero il mio riacquistare peso come un traguardo, mi reputerebbero una forte... nel caso in cui ogni tanto ci ricadessi, non so per quale strano motivo, so che sarei comunque vista con compassione mista ad ammirazione e il sentirmi pensare questo, credimi, mi fa inorridire. Ho una concezione completamente sbagliata della malattia, gli altri probabilmente mi vedrebbero solo come una povera scema. Mi scuso per le puttanate che ho scritto, mi sono fatta prendere la mano. Però hai un ragazzo fantastico, davvero, dagli un'opportunità. Vorrei finire questo commento senza senso dandoti uno pseudo-consiglio. Me lo ripete in continuazione la mia più cara amica che ha una mente geniale ed è riuscita a uscire dal DOC brillantemente...
E smettila di pensare così tanto una buona volta. Non ti accorgi che è la tua mente che ti governa e che rappresenta sì un pregio, ma anche una condanna. Basta seghe mentali. Quando ti assale la vocina del pensiero malato dì solo "chiudi quella cazzo di bocca" e pensa a qualcosa di futile, se proprio non ti riesce di non pensare. Parole sue e comincio a credere abbia ragione. Lasciati vivere, il resto verrà da sè. Io non riesco a evadere dalla prigionia della mia mente, evidentemente sono troppo potente, ma questo significa che quando guarirò, perchè sono sicura che un giorno accadrà, disporrò di una mente fantastica. (Megalomania mod on -.-)
Non mollare mai. Prenditi una pausa, concediti una ricaduta ogni tanto, ma non chiudere quel capitolo, mettilo soltanto nelle bozze.
Scusa se ho scritto delle stupidaggini. Oggi sono incapace di intendere e di volere, ma il succo lo penso davvero. Prova a lasciarti andare, a lasciarti vivere ogni tanto. Non sei sola, mai!
EliminaUn abbraccio stretto stretto
Ciao... No, non sono affatto stupidaggini. Se anche nel quotidiano ti scusi cosi spesso allora mi somigli proprio :) a parte tutto, la tua amica ha ragione ma io credo che non sia poi cosi facile... Cioè il pensiero è la cosa più bella e potente che esista ad è libera, e consiste in circa un milionesimo di volte quello che si dice. Ovvero, fortunatamente è quasi impossibile afferrare tutti i pensieri e scriverli... Cioè, appena riesci a prenderne uno ecco che ti sfuggono tutti i successivi, e cosi all'infinito... Quel poco che scrivi viene frainteso, oppure riesce a commuovere, a stupire, qualche volta... Anche se molto spesso sembra presunzione e temo sia quella che emerge da ciò che ho scritto io...
Eliminaci tengo a dire che tutto il post era rivolto interamente a me stessa, in ogni sua parola, è stato catartico scriverlo per me, e visto che sono una pessima persona è l'unico modo per farmi stare meglio quello di incazzarmi e sputare tutto ciò che mi riempie il cervello.... E devo necessariamente farlo insegnando qualcosa a qualcuno o credendomi onniscente. Ma non è cosi, davvero. Grazie per il tuo commento a cui penserò molto spesso... Anche se far tacere quella voce è cosi facile che mi spaventa. Come farò da sola, quando lei non ci sarà? Che me ne farò della mia potentissima mente?
Tu nn hai idea di qnt qst tuo post mi abbia scossa, colpita, fatto riflettere nn 1 ma cento, mille volte ad ogni singola parola: "Semplicemente non avete quella forza per guardare in faccia i veri problemi celati dal DCA"....qnt è tremendamente vero....nel mio caso calza a pennello.....xk il dca esprime dolore, paura, incomprensione...è 1 grido muto...e la bestia ke lo muove il vero problema, il vero mostro ke ci attanaglia, nn semplici obiettivi, kcal o sport esasperato....chiamiamo dca 1 bestia ben piu grande di noi ke nn sta nel semplice restringimento alimentare. In tal modo la copriamo e basta cn qualcosa di meno brutto e devastante dove noi riusciamo a dirigere e controllare tutto....xk guardarla/affrontarla è troppo, troppo brutto. Quindi ci imbruttiamo noi ammazzandoci giorno x giorno tra kcal, restringimento,vomito ecc ecc....cn la speranza di farci meno paura. Ma.....mettiamo 1 specchio alla ns anima,nn al ns corpo esterno.......proviamo a far dimagrire il dolore ke ci porta al dca....si può?....si e qst dieta si chiama "accettare amore" nn solo dagli altri ma anche da noi stesse......è il dolore ke ci portiamo dentro ke deve dimagrire innanzitutto. Il tuo post mi ha commossa davvero. Grazie di tutto cuore.
RispondiEliminaHai fatto una bella riflessione, e forse è quel dolore che vogliamo far dimagrire, visto che il corpo è un odioso involucro che non ci rispecchia e che vorremmo eliminare... Ti abbraccio e spero che andrà maglio anche per te. Come ho commentato sopra, il post non voleva essere un insegnamento o una serie di parole presuntuose: era rivolto tutto a me, in ogni sua cazzata e parola profonda, vera o falsa. Ti abbraccio
EliminaAmmetto che mi trovo in difficoltà a commentare questo post ...
RispondiEliminanon mi sento all'altezza di rispondere a delle parole così potenti.
Dovrei sostenerti, dirti qualche parola di conforto, ma in questo caso voglio dirti soltanto grazie perchè le tue parole mi hanno scosso e mi hanno fatto e mi fanno tuttora riflettere.
Anna
Ti ringrazio ma come ho già precisato (principalmente per pararmi il culo!) il post era rivolto interamente a me, non voleva essere un delirio di onniscenza e lezioni da seguire... Se poi ha toccato, scosso o commosso spero in positivo. Ti abbraccio
EliminaIl mio più grande rimpianto è di non essere nata stupida. La vita, da stupida, sarebbe più facile, e non avremmo perso così tanto tempo a pensare: pensare è nobile, ma io - mi permetto di allargare il discorso anche a te: noi - penso talmente tanto che alla fine pensare mi paralizza e non faccio più nulla. E non mi riferisco solo alle riflessioni sui "massimi sistemi", parlo delle cazzate. Sto davanti al bancone dei gelati per un quarto d'ora e penso se sia il caso di prenderlo, se sia meglio cono o coppetta, yogurt o menta, cioccolato o panna, e alla fine me ne vado. Essere persone intelligenti, riflessive, è una condanna. Se fossimo delle cretine non saremmo ciniche, non saremmo supponenti, né crederemmo di sapere già come andranno le cose, non penseremmo di doverci ammalare di più prima di guarire, forse non ci saremmo neanche mai ammalate.
RispondiEliminaLo dico spesso, ho conosciuto tante persone malate e non solo di DCA ma anche ragazze con problemi di autolesionismo, depressione etc e ho potuto constatare come si tratti di persone più intelligenti, più brillanti, della media. Pensaci, vedrai che anche intorno a te le persone più "complessate" sono quelle che hanno i voti migliori a scuola, che hanno tanti interessi, leggono molto e sono una piacevole compagnia.
In certi casi, però, non potendo diventare di botto cretine, sarebbe bello riuscire ad essere almeno umili abbastanza da chiedere aiuto senza eccessive elucubrazioni mentali. Sarò stata particolarmente fortunata io, ma ti assicuro che se vai da uno psicologo (non necessariamente in un centro per disturbi alimentari) non ti prenderà meno sul serio perché pesi 60 kg e non 40. Il DCA è la manifestazione esterna di un disagio più profondo che può essere indagato anche senza essere ricoverate in un centro per ragazze sottopeso, anzi. Quando sei sottopeso la preoccupazione principale è fartelo riprendere e tutta la terapia si concentra sul problema peso, mentre credo che tu (come molte ragazze che scrivono qui) abbia bisogno di "correggere" problemi molto più vasti prima della questione specifica del peso, che potrebbe anche essere secondaria.
Quindi no, non devi necessariamente raschiare il fondo prima di risalire, puoi cercare aiuto anche subito (o a settembre), anzi, è il momento giusto per farlo.
Ti abbraccio forte.
P.S.
Il tuo ragazzo è una persona veramente splendida, credo di avertelo già detto, ma te lo ripeto!
So che il mio ragazzo è splendido, per questo (riprendendo il discorso seghe mentali) mi chiedo ogni giorno cosa ci faccia con me. Poi mi dico che sono meravigliosa anche io ma che la malattia mi fa vedere brutta schifosa e cattiva, e mi metto l'anima in pace. Questo è l'unico modo che ho per non pensare: mi ripeto frasi che mi dicono gli altri e la finisco là. Escludendo poi i momenti in cui mi sento imperfetta, sbagliata, contorta, esageratamente presuntuosa, e ricomincio a ripetermi quanto faccio schifo, quanto mi autocommisero e cerco di scacciare questi pensieri programmando cosa mangerò questa sera per perdere peso, sgonfiarmi o anche solo per non sentirmi in colpa.
RispondiEliminaquello che descrivi a me succede al supermercato. Mi fermo davanti alle barrette sfiziose e guardo quale sia la meno calorica. Mi fermo ancora e mi dico "meglio la frutta per gli spuntini". Poi mi ridico "e se ho voglia di dolci?" allora le prendo. Poi le poso "e se dovessi abbuffarmi?" le poso. "Ma no, mi abbuffo quando me ne privo." cosi le riprendo. Poi guardo il prezzo, costano troppo. Meglio la frutta? Posso alternare. Vado avanti cosi mezz'ora finche mia madre non mi chiama dall'altro reparto ed io mollo li le barrette e fine. Stop.
Mi sento una pazza. Lo faccio con lo yogurt. Con tutto. Mi programmo quando mangiarlo, conto le calorie, prendo uno meno calorico se il pranzo è calorico, ed uno magari più "grasso" se mangio insalata e pollo. Vado avanti ore, mentre mia mamma compra altra roba in altri reparti. E non riesco a non farlo, non riesco a scegliere senza pensare, secondo i miei gusti. Penso, penso, penso.
Mi stufo ma poi mi dico che non serve a niente impedirmi di riflettere, tanto lo faccio lo stesso. Come quando sono in mezzo alla gente e la famosa vocina mi insulta e mi rimprovera che potevo fare meglio, salutare meglio, parlare di piu, di meno, diversamente. È una tortura. "chiudi quella cazzo di bocca", come una ragazza mi ha scritto sopra. Vorrei tanto riuscirci. Non pensare a un cazzo, per una buona volta. Che poi mi capita di avere amiche cretine che fanno cazzate e nessuno se ne accorge, dicono cose stupide e tutti ridono. Mentre se lo facessi io sicuramente continuerei a pensare per giorni a quanto potevo evitare quella frase, quel gesto, quella risata. Penso sempre che tutti osservino me, mi giudichino. Forse perché io giudico gli altri, quindi mi faccio schifo, me la prendo con il cibo e il giro ricomincia.
Anche io ho considerato l'idea di intraprendere il percorso ora che sono sovrappeso perché l'unica cosa che può succedermi è dimagrire in modo sano, mentre se fossi già sottopeso dovrei comunque ingrassare... Ma sono sicura che cosi nessuno mi prenderà sul serio. Non sento di avere abbastanza problemi con il cibo, anche se palesemente è il contrario. Non ci riesco. Il mio ragazzo ha trovato un centro alle Molinette a Torino dove si occupano proprio di dca e sarei seguita da psicologo e dietista, senza ricovero. La cosa che mi ha bloccata è stato quando ha detto che avrei dovuto fare la ricetta. Dal mio medico di base col CAZZO che ci vado, al diavolo il segreto professionale, sono in VISIBILE sovrappeso, mi riderebbe in faccia, e poi lo conosco da troppo tempo. Dovrei andare da un altro che non è costretto a farmela non essendo il mio medico. E chiunque mi riderebbe in faccia. Siamo realisti, basta sognare. Con questo cazzo di corpo non mi prendo sul serio io che passo le ore a vomitare restringere e ossessionarmi, figuriamoci un perfetto sconosciuto. Non ho voglia di farmi castelli in aria. Finirà con la morte questo gioco, perché davvero arrivano giorni in cui sono sfinita
Capisco bene che tu ti senta sfinita, è la stessa sensazione che provo spesso anche io. Magari sto bene per qualche giorno, a volte anche per settimane, poi arrivano i giorni bui, quelli in cui senza benzodiazepine non posso dormire, quelli in cui mi vedo un mostro e vedo tutto nero e mi sento stanca, troppo stanca sia per lottare che per lasciarmi andare. Lo capisco ed è davvero ridicolo che sia io a darti consigli, io che da un anno ho smesso di andare dallo psicologo perché mi sentivo guarita, pesavo sessanta kg, avevo ricominciato a prendere la metro senza attacchi di panico e non passavo più la notte in bianco a cercare su google i sintomi che mi convincevo di avere e che secondo me erano preludio di qualche malattia mortale.
EliminaInsomma, è ridicolo che io ti dia consigli, ma lascio che a parlare sia la voce della ragione che dà consigli (inascoltati) anche a me: vai da uno psicologo e vai da un dietologo separatamente, chiedi al dietologo di farti dimagrire il giusto nella giusta maniera e allo psicologo di aiutarti a trovare un po' di serenità. Parla con il tuo medico di base: conoscendo i tuoi problemi del passato non può negarti una ricetta, e comunque non credo che avrebbe alcun interesse a farlo, ammesso che non ritenga credibile la tua richiesta di aiuto. Insomma, se gli chiedi una ricetta dovrebbe fartela senza problemi.
Proviamoci entrambe, a settembre, chissà che l'unione non faccia la forza come dicono.
Mia mamma va da quel medico da una vita, ed io l'ho visto si e no tre volte. Non conosce i miei problemi del passato, non sa niente di me. Che figura ci farei con lui, che conosce mia madre da cosi tanti anni? No, è fuori discussione... E poi visto che comprendi, dovresti capire anche la vergogna... La vergogna a mostrare questo corpo enorme, e a DImostrare che questo stesso corpo enorme (simbolo di salute e bellezza, visto che vogliono le modelle in carne in passerella perché carne=salute) ha dei problemi... La vergogna che ti divora. Mi spiace, comincerei volentieri con te a settembre, ma devo prima perdere venti chili. Per me non c'è molta speranza, ho la testa troppo dura e mi serve una scusa per morire...
EliminaEro via e leggo solo ora la tua risposta.
EliminaLa vergogna la conosco bene, anche io vorrei perdere cinque kg prima di presentarmi al cospetto di un dietologo, perché non voglio che veda la mia pancia e il mio culo così enormi e perché voglio che mi creda quando gli dirò che ero bellissima quando pesavo 49 kg. Ma non puoi lasciare che la vergogna ti blocchi. Soprattutto davanti ad un estraneo che guarda corpi obesi, flaccidi e brutti per lavoro. È come vergognarsi di una ferita purulenta al pronto soccorso, non è il caso.
Ma capisco la vergogna. Io ho provato una vergogna immensa, ad esempio, quando la mia professoressa di greco ha convocato mia madre per dirle che secondo lei avrebbero dovuto portarmi da uno psicologo perché stavo perdendo troppo peso, a vista d'occhio, e si vedeva che stavo male. Mi sono vergognata perché mia madre si vergognava di me e perché mi sembrava di averla delusa: io che ero la figlia modello, brava a scuola e responsabile, che andava in vacanza da sola da quando aveva quindici anni senza sbronzarsi, fare la zoccoletta nelle discoteche, tornare a casa con i capelli viola, avevo rivelato un lato oscuro che nessuno sospettava prima. E, sì, c'erano stati gli attacchi di panico, ma erano convinti che quel periodo fosse passato, che si fosse risolto senza conseguenze, che fosse il capriccio di una quattordicenne un po' troppo fantasiosa.
Mi sono vergognata alle prime sedute dallo psicologo perché mi sentivo una scema, mi mettevo a piangere per nulla e non sapevo più parlare, ma ho continuato ad andarci e alla fine ne sono stata contenta. Non so se sia servito (di certo mi ha evitato il ricovero, anche se non posso dire di stare bene) ma sono contenta di non aver mollato.
Però, vabbè, io potrei anche stare qui a ripeterti per ore che la vergogna non ti può fermare, che non può fermati la paura di non essere presa sul serio e quant'altro ma sarebbe tempo sprecato e finirei solo con l'infastidirti. Io posso darti qualche consiglio, dirti quel che penso, raccontarti la mia esperienza, ma poi tu sei da sola davanti alla decisione e solo tu puoi scegliere cosa fare della tua vita. E le nostre parole incoraggianti ti sembreranno sempre inutili se non decidi tu per prima di crederci.
Un bacio!
Io condivido quel che hai scritto . Lo condivido o lo sento come mio PARZIALE pensiero. D altronde ti commento da molto, credo tu abbia abbastanza chiari i miei pv. Tuttavia mi sento di dire che non è tutto così. Che quelle potevano essere le mie parole un anno fa. 7-8 anni fa magari. Non ora. Ed il perché sta semplicemente nel periodo di vita che affronti . Finite le superiori cambi prospettiva . Che non vuol dire che migliorano necessariamente le cose... Puoi anche tranquillamente farle precipitare. Ma hai tutt altro margine di manovra. È per questo che l unica cosa su cui sono in disappunto è quella sorta di predeterminazione che ti sento addosso . Fidati , tu non sai che persona potrai essere in grado di diventare. Perché a volte le cose non dipendono da te. A volte sei spalle al muro, senza genitori/ragazzo/banco di scuola a pararti il culo. É li che le cose cambiano .
RispondiEliminaCecilia, il dca è una merda. La depressione è una merda. L ossessione e tutto il contorno . Ma la merda più grande starebbe starci bene. Tu, per quanto dica di voler farti tutto questo danno, si capisce lontano un km che non ci stai bene.
E tu la butti lì facile.... Ma sai anche solo cosa vuol dire perdere un anno di superiori perche sei matta? Io lo so e ti dico che sì , la tristezza annoia gli altri, ma se sei così fuori come un culo degli altri non te ne sbatte un marone sputato.
Poi io ti chiedo... Ma i tuoi obiettivi che dicevi tanto ferrei dove stanno ?
E per carità ... Se ti in cuor tuo credi in questa tua convinzione di perdere 20 kg , ricoveri, psichiatri e stregoni e poi risolvere la faccenda... Ma buttatici ora a picco e vedi che succede. Meglio ora che tra 10 anni. Io credo nelle eccezioni ma ... Sai cosa vuol dire passare da 60/65 kg a 40/45? Sai che cattiveria ti vien fuori? Onestamente io col cazzo che mi consegno a qualche stronzo ciarlatano. Che poi ripeto... Il difetto non sta nel peso in se , è la forma mentis che ti crei che sarà il vero problema.
Davvero pensi di non poter stare peggio di così ? Immaginato così ma tra 6 annu. Dimmi se non é peggio
Con questo il mio incitamento alla guarigione è pari a quello di adorare ANA mia o stoccazzo. Se non ti prendi te tutta la briga le mie parole e compatimenti sono vani. Personalmente ho fatto tanti buchi nell acqua in questo campo, e l unica cosa che mi fa barcamenare bene é quello che amo. La mia indipendenza , i miei studi . Ma se questo venisse a mancare o si spegnesse D interesse non esito a dire che abbraccerei volentieri ogni singola cattiva abitudine .
È vero che l amore salva la vita.
Guarda, se io credessi che non possa andare peggio di cosi non starei qui a lamentarmi da mattina a sera di questo schifo e soprattutto non penserei che per me l'unica via di uscita sarà la morte... Perché forse tra sei anni sarò piu stanca di adesso, o sarò felice, oppure magari nemmeno ci sarò...chi lo sa, io non posso saperlo. Credo che perdendo venti chili con la mentalità che ho e il MALE con cui sto qui dentro (ti do ragione, io non ci sto bene) potrei davvero risalire. Ma davvero, non mi prenderei sul serio con questo corpo. E non tra sei anni, tra dieci... Adesso. Adesso io sento che voglio guarire e adesso sento che cosi non posso. Magari con 20 chili in meno non cambierànno le cose come prevedo adesso, ma adesso io sento che ho bisogno di questo, per guarire. Per prendermi sul serio... Io posso solo seguire le sensazioni e i bisogni di adesso, altrimenti starei qui ferma perché qualsiasi cosa faccio potrebbe ripercuotersi in futuro o potrei non condividerla tra sei anni... Ma sapessi quante cose rimpiango di sei anni fa... Non vedo via di uscita, non sto abbastanza in questa merda
RispondiEliminaSono sempre stata una fan del
EliminaFai come ti senti.
E infatti non lo sto dicendo ironicamente che se quella per te è la soluzione allora provaci.
Dall esterno e per esperienza potrei dire che fa acqua da tutte le parti la storia , ma credo anche nelle eccezioni e nell libertà di manovra della propria vita . Ed in queste cose , soecialmente, le buone ragioni contano molto meno di quello che ti senti. E se la tua voglia ora di farti aiutare è pari a zero , non ci sarà nessun " la vita è molto meglio " " dopo starai bene " a farti cambiare idea.
L unica cosa è: lasciati la possibilità di cambiare idea
Per il resto tanti in bocca al lupo
Paradossalmente, questo post più che commuovermi, intristirmi o farmi riflettere mi fa incazzare. E no, Sybil, non con te. Tu dici chiaro e tondo come stanno le cose e non scusarti, non mettere le mani avanti nei commenti spiegando che son cose che riguardano solo ed esclusivamente te. Non è così. Riguardano tutte noi.
RispondiEliminaPer questo mi incazzo, perché sto da schifo. Sguazzo nella merda, nel vomito, nel dolore e fuori non vedono niente. NIENTE. Perché non peso neanche io 40 kg, e quindi il mio dolore non esiste. Perché nessuno si accorge del cibo che sparisce in due ore, e quindi il mio disagio non esiste. E nessuno si accorge dello sport, dei miei complessi, delle ore passate davanti allo specchio.
ANZI. Deridono le mie ore passate davanti allo specchio, le ore passate in camerino a decidere se prendere o no quel paio di jeans perché sono una 42 e vorrei comprare una taglia in meno ma poi e poi e poi.
ANZI. Mio fratello maggiore (33 anni suonati!!!) ieri sera è stato in grado di dirmi che sto diventando una palla, grassa, cicciona. Mio fratello, capisci? Perché se ingrassi non stai male. Perché se mangi, non stai male.
Vietato dire che sto dimagrendo, perché sto male. Vietato dire che non devo mangiare, perché sto male. Ma dire che sto ingrassando, dire che sto mangiando TROPPO (perché sto mangiando troppo!) è concesso. Perché non esiste dolore se si mangia.
E mi incazzo, mi incazzo tantissimo. Con loro.
Ma anche con me, perché io STO MALE. Voglio urlarlo al mondo, far vedere come sto, come mi sento, aprire la mia mente, i miei pensieri. Ma loro non vedono, loro vedrebbero solo le ossa. E allora digiuno, mi spacco di sport, dimagrisco 3 kg in 4 giorni.
Mi incazzo, perché sto dimagrendo per dimostrare come sto male. Mi guardano allora, allora esisto. Ma io non sono anoressica, io DEVO mangiare e allora ringrasso e il dolore agli occhi di tutti sparisce.
E ora vorrei urlare dalla rabbia, perché, Sybil, hai ragione. È tutto una merda.
Perchè mai dovrei commiserarti?
RispondiEliminaLa mia commiserazione la riservo a quelle persone che, dalle mie parti, si definiscono "parine": le persone stupide, quelle che non hanno i mezzi materiali e soprattutto mentali per fare le cose. Quelle sì, le commisero, perchè non hanno uno straccio di possibilità.
Ma tu sei intelligente, adulta e vaccinata, e se lo volessi potresti cambiare tutta la tua vita dal bianco al nero e viceversa infinite volte. Quindi, perchè mai dovrei commiserare una persona che non fa determinate cose perchè, pur avendone tutte le possibilità, non vuole farle? E' una tua scelta. E lo sarà sempre.
Posso non condividerla, ovviamente, ma alla fine la vita è la tua e, per quanto umanamente mi dispiaccia, se vuoi continuare ad annegare nelle sabbie mobili di un DCA, bè, it's up to you. Alla fine, così facendo ti fotti solo la tua, di vita.
Io non ti dico " "non devi pesare venti chili in meno, ti prenderanno comunque sul serio, eetc etc...", perchè se te lo dico io non conta niente, te lo devi dire da sola ed agire di conseguenza. Il resto del mondo ti può dire tutto quello che vuoi/non vuoi sentirti dire, ma alla fine della fiera sarai sempre e comunque tu davanti a te stessa, e quello che farai dipenserà esclusivamente da quello che saprai dirti tu. Nessuno ti prenderà sul serio, a nessun peso o forma mentis, se non sarai tu per prima a farlo.
Vuoi morire? Avevo solo qualche anno più di te quando, senza alcun tipo di pubblico proclama, mi sono tagliata le vene. Mi hanno ripresa per i capelli. Adesso ho delle cicatrici nascoste da un polsino. E se ho imparato una cosa da tutto questo, è che il suicidio non cancella il dolore e men che meno il senso di vuoto: lo trasferisce soltanto da te alle persone che ti vogliono bene.
Tu sei ancora qui, non stai morendo,e perciò fino a che non muori devi vivere la tua vita. In che modo viverla, naturalmente, spetta a te decidere. Io credo che la vorglia di morire possa essere tenuta a bada trovando cose (di qualsiasi tipo, dal lavoro, allo studio, allo sport, agli hobby, alle amicizie, etc...) per le quali possa valere le pena di vivere, ed investendo tutte le proprie energie nel presente. Per definizione, ogni persona deve necessariamente vivere fino a quando non muore. E allora, forse è meglio provare a viverla come un'esperienza completa, questa vita, anche perchè poi la morte potrebbe essere una gran cagata, ed ho il sospetto che lo sia.
Ho tutti i mezzi per uscire dalle sabbie mobili: sono intelligente, adulta e vaccinata. E allora come ci sono finita nelle sabbie mobili? Se il DCA cela dei problemi più profondi, chissà quali disagi (così dicono, io sto iniziando a pensare siano cazzate colossali, almeno su di me, visto che non mi manca proprio niente e i problemi che ho sono quelli che hanno tutti gli esseri umani, anzi, posso ritenermi senza alcun dubbio fortunata), se davvero è così, allora perché non ho affrontato quei disagi invece di affidare il compito al cibo? Proprio banalmente, me lo chiedo tutti i giorni.
EliminaCome fa una persona che si è ammalata perché non riesce a guardare in faccia i suoi problemi del cazzo a trovare la fottutissima forza di dire "oh guarda, domani mi faccio curare e la smetto di abbuffarmi, vomitare, digiunare, perdere chili e chili e poi rimetterli, perdere il ciclo, prendere pastiglie per le ossa decalcificate e privarmi della vita, della gioia, di un piatto di pasta! Chissà perché non ci ho pensato prima!"? Come si fa? E sono davvero stanca di sentirmi dire che la forza è dentro di me, che solo io posso cambiare le cose e queste stronzate VERISSIME che valgono quello che durano nella bocca di chi le pronuncia, sono stanca. Perché se è così allora c'è qualcosa che non va, manca un pezzo, manca quell'anello incastrato nel giorno in cui ho iniziato a morire davvero, senza tagliarmi niente, a morire di una morte che anche tu hai provato sulla tua pelle e sai benissimo essere logorante, atroce, misteriosa, quel giorno maledetto in cui una frase, un secondo sbagliato, un momento diverso hanno stravolto il mio modo di pensare, di rapportarmi con un maccherone, di fare la guerra ad una melanzana.
Ma ti sembra??? Non ha senso nemmeno a dirsi. Non voglio essere aggressiva, so come mi risponderai perché so cosa dovrei fare, so anche che non è facile, ma sono parole, sono maledettissime parole! Perché ci sono giorni in cui non c'è davvero nessuna sillaba in grado di farmi vedere anche solo un po' di luce, ci sono giorni in cui mi chiedo perché sono nata, perché devo vivere, devo, capisci?, devo! Non voglio annunciare proprio niente, non voglio minacciare il suicidio, non sono una bambina in cerca di attenzioni (veramente si, disperatamente. Ma non certo piangendo con un coltello in mano). Immagino che tu che l'hai fatto non abbia nemmeno pensato di sventolarlo così, per attirare attenzione. Non è questo il punto. È che forse la morte è una gran cagata, ma forse invece si torna dove si era prima di nascere. E quello si che era un bel posto... Non-essere.
Ma io non lo dico per fare della filosofia spicciola, per sentirmi unita all' aria al vento alla pioggia e agli amici della terra e quelle cagate, io lo dico perché sono stanca. Perché non ho più voglia di dover essere forte. Lo dico perché io voglio vivere! Voglio questo cervello con le sue contraddizioni, lo voglio pulito da tutta la merda e non voglio una vita di ottima qualità, io voglio la mia vita completamente senza dca! Invece sai meglio di me che se anche io trovassi quella forza sovrumana per combattere potrei aspirare al massimo massimo ad una vita di buona qualità, in cui io riesco a far tacere le ossessioni che comunque lasceranno sempre il loro segno e starà a me accantonarle.
EliminaMa ti sembra una prospettiva di vita allettante? Ho tanta rabbia dentro, tanto dolore, tanto vuoto...insomma cosa posso fare? Siamo realisti, alcune persone sono più capaci a vivere, hanno proprio un grandissimo culo, personalmente se avessi quella forza di cui parli per UTILIZZARE i mille mezzi che ho per cambiare la mia vita io non sarei malata. Proprio perché sono intelligente avrei trovato un altro modo per affrontare le mie difficoltà. Il mio male di vivere. Ma secondo te se io potessi usare la mia intelligenza in altro modo, non lo farei?? Scriverei un libro, dipingerei, canterei senza pensare continuamente, come un sottofondo "cibocibocibo caloriecaloriecalorie sparirespariresparire nonmangiarenonmangiarenonmangiare". Ho i mezzi, certo, e allora perché non li uso? Perché non voglio, vero! Non voglio. Non voglio non voglio non voglio. Sai la pensano proprio tutti così. Proprio tutti. Ma io sono stanca di sentirmi dire che non voglio. Perché qualcuno deve decidersi. O sono malata, o non voglio essere sana. Non è per giustificarmi con la malattia, ma sono o non sono malata? Perché non VOGLIO farmi aiutare? Forse mi sto divertendo troppo, ecco perché non voglio! Non voglio... Non voglio! Suona anche bene, sicuramente non voglio. Allora cosa siamo qui a fare se io non voglio guarire? Allora basta, allora proprio mi fotto, allora è inutile che stiamo qui a raccontarci delle nostre giornate di cui un mostro chiamato dca si è impossessato, allora veramente ci prendiamo in giro. Non voglio guarire. Hai proprio ragione. Ma che cazzo mi lamento a fare... Magari domani mi viene voglia, alzo il culo, parlo con un fottuto psicologo, gli racconto un po' di qualche quintale di vomito e di come è stato difficile decidermi ad intraprendere il percorso di guarigione perché mi ci divertivo un sacco a vomitare con l'ansia di vedere sangue o di svenire, vado ad un po' di sedute, piango, mi sfogo, capiamo insieme il problema che avrà qualche nome lungo tanto per tirarsela un po', e poi tanti saluti: sarò contenta della mia vita, avrò tanti bambini ma senza dimenticarmi che potrei avere ricadute, e ovviamente non potrò fare a meno di sentire una morsa allo stomaco quando prenderò un chilo, o quando farò il bis, o comunque contare le calorie o guardare il cesso con disapprovazione e tentazione contemporaneamente. Insomma, sarò finalmente un po' meno ossessionata, crescerò, capirò quanto ero stupida da ragazzina, riderò degli anni che mi sono allegramente fottuta ma ammetterò comunque che mi sono serviti a crescere, a sviluppare una sensibilità particolarmente... sensibile, e magari lo farò davanti a delle ragazze malate come me perché dedicherò la mia vita ad aiutarle.
Sai che ti dico? Questo dca è una gran cagata. Perché mi sono ammalata, e perché non voglio guarire? È la malattia a non farmi desiderare la guarigione, o a me piace cosi tanto questa merda da non avere la forza di alzarmi in piedi? O forse chi lo sa, in fondo non voglio farlo perché restando qui nelle sabbie mobili io posso incolpare la malattia dei miei fallimenti e lasciarmi un margine di errore dicendo "se non fossi malata..." perché forse ho paura che se non fossi malata io sarei più fallita di così. Meglio lasciarmi illudere di essere migliore di ciò che sono, no? Non esiste nessuna malattia. Sono solo io che trovo mille scuse per non muovere il culo e smettere di essere ossessionata, imprigionata, triste, soffocata. Se voglio, posso. Giusto. Non c'è nessuna malattia che me lo impedisce
EliminaPerché non hai affrontato quei disagi invece di lasciare il compito al cibo? Perché affrontarli è assurdamente più difficile che lasciare il compito al cibo. Siamo esseri umani, scegliamo sempre la via più facile.
EliminaCome si fa a trovare la forza di cambiare le cose? Quando ti rendi conto che non hai più niente da perdere, che hai toccato il fondo, e che non frega niente a nessuno. Perché se rimangono anche solo le briciole, ci si attacca a quelle e si rimane bloccate, tanta è la paura di trovarsi senza di esse. Ma quando non rimane niente, è allora che o si muore o si progredisce.
Se sei stanca della situazione attuale, c’è banalmente solo un modo per non farla protrarre ulteriormente: mettersi d’impegno per cambiare le cose. Perché le cose non cambiano fino a che tu non le cambi. E saranno pure stronzate verissime che ti fa così male sentirti dire, perché la verità fa sempre male, ma questo non cambia il fatto che sia tale.
Io non so se, potendo utilizzare la tua intelligenza in un diverso modo, lo faresti. Non lo so perché non lo stai facendo. Quando ci proverai, lo saprò. Per ora, non ci stai neanche provando. Invece di riempirti di parole, provalo davvero un percorso di ricovero (quale che sia, anche quello che ti suggeriva il tuo fidanzato) e mettici tutto il tuo impegno. Solo così, solo mettendoti seriamente alla prova, vedrai quello che sei capace di fare o meno. A priori, non si può dire niente.
Non è che non vuoi farti aiutare perché ti stai divertendo o cosa. Non vuoi farti aiutare perché HAI PAURA. Il DCA è una strada distruttiva ma rodata, sai cosa aspettarti, non ci sono imprevisti, tutto va come vuoi. Provare a lasciarselo alle spalle significa esporsi all’ignoto. E l’ignoto fa paura a chiunque. È per questo che ti rifiuti di ascoltare ogni segnale che ti potrebbe cambiare: perché ti fa paura cosa potrebbe succedere se poi dovessi sentirti uguale.
Che il DCA sia una malattia è fuor di dubbio. Una malattia come tante altre. Se avessi una polmonite, o il diabete, o la depressione, non ti cureresti? Se avessi il diabete diresti: “No, io dal diabetologo non ci vado, preferisco avere degli sbalzi glicemici da paura e rischiare il coma tutti i giorni piuttosto che iniettarmi l’insulina.”? Lo stesso vale per i DCA. Sono malattie e necessitano di una cura appropriata, esattamente come ogni qualsiasi malattia. La cura dei DCA nella fattispecie magari non li eradica del tutto, però migliora abissalmente la situazione. Una malattia c'è, ma la sua presenza non t'impedisce in alcun modo di curarti, anzi: la sua presenza è proprio il motivo per cui c'è la necessità di curarsi. Se non ti curi, la malattia resta in toto – lapalissiano.
Che il DCA sia una cagata in sé, parimenti non v’è dubbio alcuno. Ma, purtroppo, è anche una formidabile strategia di coping, se pur patologica. Per questo è così maledettamente difficile provare a staccarsi. Io non penso che potremmo mai riderne, né ammettere che un DCA sia servito a crescere, perché credo che alla fine della fiera l’unica cosa cui serve un DCA è a fottersi la vita. E se riesci a fare qualcosa per tenerti a galla, e migliorare foss’anche di un solo briciolo la tua qualità della vita, mi sembra tanto di guadagnato. L’utopia di una vita in cui il DCA sparisce dalla testa magicamente come se niente fosse mai stato dopo qualche seduta di psicoterapia, lasciamola pure al mondo delle favole. Certo che le ossessioni lasceranno il segno, e certo che starà a te accantonarle: sarebbe bello se qualcuno potesse fare il lavoro sporco per noi, eh?! Comodo, eh?! Così non è. Qualsiasi cosa, nella nostra vita, sta sempre a noi. In quanto a quella vita di “buona/discreta/ottima/[inserisci l’aggettivo che vuoi] qualità” che tanto deprechi, ti dirò: io accantono giorno dopo giorno ossessioni, e giorno dopo giorno mi faccio il culo per non permettere all’anoressia di emergere nuovamente. Ma, nel frattempo, mi sono laureata col massimo dei voti, ho un lavoro in ambito medico che mi piace un sacco, un lavoro in ambito sportivo che mi piace altrettanto, colleghi di lavoro veramente in gamba, ed amici su cui so di poter contare. Se questa è la “vita di buona qualità” che tanto disprezzi, allora me la tengo io ben volentieri. E se per avere tutto questo il “prezzo da pagare” è l’impegnarmi quotidianamente a tener testa all’anoressia, sono disposta ad andare in bancarotta.
EliminaPer il resto, io credo che le risposte te le sia già fornite da sola in questo tuo terzo commento. Te lo sei detta, e hai fatto tutto da sola. Adesso non ti resta altro da fare che scegliere cosa vuoi da adesso in poi, e metterlo in atto.
P.S.= No, non mi sei sembrata aggressiva, mi sei sembrata arrabbiata. Ne sono contenta! Perché ci si arrabbia solo quando gli altri pungono nel vivo. In qualche modo, dunque, sono riuscita a toccarti. E se ti tocco, vedo che reagisci. Quindi, no, non sei stanca. Se t’incazzi, hai un bel po’ di energia. E ti auguro di cuore di riuscire ad incanalarla nella giusta maniera. Un abbraccio!...
Ehi ciao :) ho letto i commenti che hai lasciato sul mio blog (starving for perfection) e ti ringrazio. Ora sto scrivendo su un altro blog ma per motivi di privacy do l'indirizzo solo via mail. Se ti andasse di leggerlo o semplicemente di parlare un po' la mia mail è bibipiccola96@gmail.com.
RispondiEliminaTi abbraccio virtualmente e ti faccio i complimenti per la scelta del nome :)