mercoledì 16 marzo 2016

E non è buio ancora.

Oggi nevica, è il tempo perfetto per scrivere un po'.
Ieri è stata una giornata devastante, la mia depressione ha raggiunto picchi molto elevati; ho mangiato e vomitato più volte, e poi ho cercato di far finta di niente ed ho mangiato le fragole.

Ieri mi sono sentita morire, e sicuramente non era così, non sono morta per niente, non muoio mai, e muoio ogni volta un po' di più.
Una mia ex compagna di scuola ha messo su una associazione, In Punta di Cuore, per aiutare le ragazze affette da disturbi alimentari.
Ieri l'hanno intervistata in tv, poi ha tenuto più conferenze a Torino per sensibilizzare la gente. Ogni tanto mi scrive perché sa di me, ma il suo disinteresse è delicato ed evidente.
La tipica persona che a furia di guardare lontano non vede cosa sta davanti alla punta del suo naso.
Le avevo consigliato di leggere alcuni blog che le avevo allegato, per aiutarla in questo progetto, e lei li ha aperti dopo quattro mesi che glieli avevo inviati.
Mi fa così ridere tutto ciò, è il riassunto del mondo che calpesto: tutti vogliono salvarlo, e poi non raccolgono la cartaccia che gli giace accanto ai piedi, sulla strada.

Odio questa associazione e lei, ma so che non è solo per questo motivo.
Non è solo per il suo guardare così lontano, alla televisione, alle conferenze, alle chiacchiere, al rumore, senza essere capace di leggere il cuore di una persona che le sta vicino; ma soprattutto per il suo "essere guarita dall'anoressia".

Ieri ho pensato tutto il giorno alla guarigione: sarà per le frasi ipocrite di speranza postate da gente ignorante in materia, sarà per i mille post di questa mia compagna su questa dannatissima associazione, sarà per la gioia condivisa da ragazze "fuori dal tunnel"; ma mi sembrava di essere l'unica al mondo a pensare che guarire fosse impossibile.

L'ho pensato soprattutto, naturalmente, mentre mangiavo e vomitavo; piangevo e vivevo intensamente quello strazio, quella vergogna, quel dolore nei versi che facevo e nel petto che scoppiava; e se da una parte sentivo di essere l'unica ad aver scoperto che la guarigione non esiste, dall'altra - ed è la seconda ragione per cui detesto l'associazione e quella povera ragazza che l'ha fondata - mi sentivo come un bambino che gioca con i suoi amici alla caccia al tesoro: tutti gli altri lo hanno trovato, questo tesoro, mentre lui ha attraversato cortili, si è sbucciato le ginocchia, ha scavato sotto la terra, e non ha trovato ancora niente.
E mi sento come se tutti, attorno a quella me bambino, guardandomi mentre cerco, mi dicessero "è facilissimo: ma come fai a non trovarlo?" senza che nessuno mi desse una mano a cercare.
E soprattutto sento nelle mie lacrime le lacrime di quel bambino frustrato: che gli altri abbiano trovato un tesoro che non è lo stesso che cerco io?
Che io l'abbia già trovato, quel tesoro, ma che l'abbia scartato subito perché non pensavo fosse un tesoro, così povero, così arrangiato, così poco convincente?

Che la guarigione fossero quei 5 chili presi 4 anni fa, che non ho saputo accettare, che ho scartato, che mi hanno portata a vomitare?

Non ho saputo vederla, la guarigione che tutti decantano?
Forse l'ho attraversata, come quando cerchi un luogo che ti indicano, lo sorpassi e continui a camminare per anni e anni convinta che questo luogo non esista, che ti abbiano presa in giro.

Mentre vomitavo, ieri, pensavo che fosse assurdo pensare ad una vita senza questo dolore lacerante così radicato, così comodamente accasato, così perfettamente inserito.
Mentre vomitavo pensavo che fosse una presa in giro quell'associazione per me che dopo 7 anni ancora mi ritrovavo a mangiare latte e biscotti in quindici secondi e vomitarli in mezz'ora, una presa in giro. Come si può veramente credere che dopo tutti questi anni io potrò davvero non abbuffarmi e vomitare più?
Non c'è più nulla di nuovo, e forse cinque anni fa avrei potuto pensare "Sta mattina sto meglio, wow, figo! Potrei guarire davvero!"; perché ormai l'ho pensato così tante volte e così tante volte il giorno dopo mi sono ritrovata al supermercato a riempirmi di roba, sola con me stessa, che non ci credo più che ci possa essere una svolta epocale.
Forse per chi è malato da uno, due, tre anni, come questa mia compagna, può valere questo giochetto; ma dopo 7 anni è davvero ridicolo anche solo immaginarlo.

Ho confuso le cose, lo so; prima dico che la guarigione non esiste, poi dico che esiste dopo pochi anni di malattia, poi dico che la malattia non esiste.
Infatti tutto ciò non ha senso.

Solo mi sento tanto quel bambino, ogni volta che una ragazza scrive "Sono guarita" e manifesta il suo entusiasmo; mi sento quella persona che ha passato il luogo in cui doveva andare e non lo troverà mai; così inizio a giustificare il bambino frustrato che è in me dando la colpa della mia vana ricerca agli anni che sono passati.
Forse non importa quanti anni vai avanti, se hai già superato la destinazione.

Ieri sera, tanto per rivestire il ruolo di functional bulimic, sono andata al bellissimo concerto di De Gregori.
Vi lascio con la sua traduzione di una canzone di Bob Dylan, sperando che per voi vada meglio.

Scende la sera,
è tutto il giorno che sto qua.
Troppo caldo per muovermi
e il tempo se ne va.
Sento che la mia anima ...

non mi abita più
e so che sta per piovere,
il cielo sta venendo giù.
Certe ferite non guariscono,
però col tempo le dimenticherò.


E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.


Ho buttato nel secchio
la mia parte migliore.
In ogni bella frase
c'è un senso del dolore.
Lei mi ha scritto una lettera
così dolce, compita.
Raccontava in poche righe
ogni attimo della sua vita.
Cosa dovrebbe fregarmene?
Francamente non so.


E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.


Ho girato in lungo e largo,
visto niente di speciale.
Sono sceso lungo il fiume,
sono arrivato al mare
in un mondo di chiacchere
e una montagna di fumo,
senza mai cercare niente
negli occhi di nessuno.
E il peso che mi porto appresso
è l'unica ricchezza che ho.


E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.


Sono nato senza chiederlo,
senza volerlo morirò.
Sembra che mi stia spostando,
ma sono immobile da un po'.
Ogni pezzo del mio essere
è muto e svuotato,
chissà da che scappavo
e dove stavo andando
quando sono arrivato.
E credo di sentire una preghiera.
E mi potrei sbagliare.
E oppure non lo so.


E non è buio ancora,
ma lo sarà fra un po'.




8 commenti:

  1. Ovviamente ho scritto la mail senza aver letto il post.. bene, commento lo stesso perché mi sembra doveroso.
    Lascia perdere l'associazione, gli altri, la guarigione degli altri. Non ci pensare. Gli altri in una malattia non devono esistere, cazzo, non come metro di giudizio o come competizione.
    Tu sei tu, capisci?
    Quello che funziona per una non funziona per un'altra e quello che si vive in un anno non lo si può quantificare negli anni altrui.
    Non misurare te stessa sul metro di chi hai intorno, Sybil.
    Non ha senso che disprezzi la gente e poi vuoi adoperarne i modelli e i criteri, lo sai?
    Sì che lo sai.

    La guarigione è un concetto variabile.
    Non so quando clinicamente ci si possa essere sentiti guariti, quando si possa essere definiti tali. Forse mai e si parla solo di stanca convivenza arrangiata alla carlona.
    Sicuramente bisogna approdare ad un equilibrio perché alla lunga tutto questo è stancante, no? Vivo da bulimica da diciassette anni e in più momenti ho creduto di essere guarita senza mai esserne convinta appieno. Oggi come oggi credo sia un traguardo non vomitare un certo lasso di tempo o mantenere un'alimentazione decente (umana) o anche sopravvivere ai momenti di apatia nei quali potrei trangugiare l'incredibile.
    Essere altro oltre alla malattia, non farne il perno della propria vita, questa magari è una buona idea di guarigione, almeno degna di essere presa in esame.

    Perché sei così rancorosa, Sybil? vuoi guarire?
    Impegnati e concentrati, NEL SENSO BUONO, su te stessa, non darti i voti in base a quello che stanno facendo gli altri.
    Non puoi guarire o non guarire per dimostrare a questa tizia che si sbaglia, anzi, devi farlo per te, pensando a te e a chi ami, al limite.
    Ma al limite, eh.

    Sono contenta che il concerto sia stato bello!
    K.

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  2. anche io a volte mi faccio questa domanda.... potrò mai guarire?? io è da circa 8 anni che sono bulimica... o forse anche qualcosa di piu...che poi nn sono propriamente bulimica in quanto le mie abbuffate non superano mai le 500 cal.. però quando penso di aver mangiato troppo non riesco a non vomitare..
    e mi rendo conto che mi sto uccidendo..quando vomito piu volte durante la settimana, mi rendo conto di star male, ho i giramenti di testa , pelle secca e debolezza...
    infatti sto decisamente meglio se piuttosto non mangio... si ok.. non avrò tutte le forze del mondo ma non ho nemmeno quel malessere portato dal vomitare piu volte..si puo guarire?? non lo so...

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  3. Conordo con K. Secondo me non esiste la guarigione assoluta da un DCA.Si cercha di convivere al meglio con la malattia. Chiaro che una che era arrivata a pesare 25 kili e poi ne pesa 45 si senta guarita, ma cmq contiua ad avere ub rapporto conlittuale con il cibo. I DCA sono come l alcolosimo, si ci puo pure considerare guariti , ma cmq un alocolista non ha il solito rapporto con l alcohol come le persone normali(cioe che nn hanno questo problema)

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  4. anche io penso che non guarirò mai.
    non c'è compiacimento nelle mie parole.

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  5. Sono d'accordo con Kore e aggiungo: la guarigione clinica è ben altra cosa rispetto alla guarigione reale.
    Anche io mi sono chiesta se non mi sia già imbattuta nella guarigione e non l'abbia riconosciuta, se ci sia passata attraverso senza capire che si trattava della meta cui ambivo da anni, se l'abbia assaggiata e scartata, come un piatto che non mi convinceva appieno.
    Guardandomi dietro riesco a pensare a un breve, brevissimo, periodo privo di pensieri distruttivi sul mio corpo, di fisse sul peso e di comportamenti malati, ma se è breve ha senso parlare di guarigione? Non è forse più logico considerarla un'illusione, una crudele regressione della malattia che si nasconde per qualche mese per darci la sciocca convinzione di stare finalmente bene e aggredirci di nuovo quando meno ce lo aspettiamo?
    O forse, davvero, abbiamo avuto la guarigione a portata di mano ma non abbiamo saputo stringerla e ora, per punizione, vaghiamo alla sua ricerca per sempre. Eppure, nell'assoluta impossibilità di decidere dove essa sia, preferisco pensare che sia davanti a noi anziché alle nostre spalle, mi dà almeno un lieve senso di speranza.
    Un abbraccio!

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  6. Dovevo per forza commentare questo post... Anche se rischio di essere ripetitiva, io devo commentare perché questo è quello che tento di dire da una vita, ma che non ho mai saputo dire a parole.
    La metafora del bambino frustrato che cerca il tesoro è la metafora perfetta di come anche io intendo il mio percorso di guarugione.
    E ti dico subito che no, secondo me la guarigione non era l'aver preso quei cinque chili di vita indispensabili, chi si illude di questo forse non è mai stato malato... E so che sto dicendo una cosa azzardata, magari irrispettosa per chi veramente si considera guarito grazie a questo. Ma sono anche convinta di non aver mai pensato davvero di essere guarita, per me esistono solo periodi. Periodi in cui sei più serena, non attui certi comportamenti malati per un certo lasso di tempo, magari pensi leggermente meno al cibo e ci sono altre cose che attirano la tua attenzione ma come questo periodo ce ne sono tanti altri. Come sappiamo benissimo c'è quel periodo infinito, in cui sei convinta di dover rimanere in questo limbo per sempre e tutti i progressi che avevi fatto ti sembrano insignificanti.
    Ma allora davvero dobbiamo arrenderci al fatto di dover passare solo dei periodi? E vivere con la malattia per sempre? A volte lo penso, perché giuro se mi guardo indietro vedo solo questo, questa alternanza estenuante.
    Sono arrivata a pensare che la guarugione sia qualcosa di ideale, e che chi si dice guarito o mente o davvero la malattia non ha radicato le sue radici così profondamente, e mi sento tanto irrispettosa per chi è guarito dicendo questo. Ma allo stesso tempo a volte penso che forse esiste davvero questo periodo di stabilità permanete, e che quella sia la guarigione... Che dobbiamo solo trovare le condizioni e gli stimoli giusti, anche se so ed è verissimo che più passano gli anni, più si perde la speranza di una svolta epocale. Tantissime volte all'inizio della malattia pensavo che davvero si potesse guarire così, prendendo coscienza che la malattia ci distruggeva e quindi abbandonarla in modo relativamente semplice e veloce.
    Più andiamo avanti ora, più non ci facciamo più queste illusioni, perché sappiamo come funziona questo giochetto troppo bene.
    Come le altre anch'io penso sia una questione molto soggettiva, e come sai io ti capisco benissimo su quello che pensi sull'associazione, perché sono le classiche cose da cui istintivamente anch'io mi sentirei presa in giro... E proverei anche tanta rabbia, forse per il bambino frustrato che c'è in me.
    Spesso come te anch'io non so se considerare quel tesoro una cosa a cui non ho saputo dare valore o un depistaggio inutile dal vero tesoro...
    Un po' come Euridice mi piace pensare che il tesoro vero sia davanti a noi e che si possa trovare in qualche modo...
    Vorrei così tanto aver a disposizione di più di queste parole banali...
    Ti voglio bene. ♡

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  7. E' difficile guarire. Io personalmente continuo a credere di non esserci riuscita nonostante psicologi ed esercizi di autostima. Non mi hanno mai ricoverato e grazie al cielo non sono mai arrivata a terapie... Bisogna crederci per poter continuare a vivere. Avere obiettivi sono forse le uniche cose che ci permettono di andare avanti. E' una cosa molto soggettiva ma è anche vero che gli elementi di cambiamento si vedono e ti riempiono la vita :) Non devi deluderti

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  8. Ehi :)
    La parola è già entrata nella tua testa. La guarigione di ognuno è diversa, non si possono seguire i consigli di nessuno perchè sarebbero inapplicabili al proprio peculiare caso. Ma chi cerca trova. Paradossalmente, chi barcolla nella selva del disprezzo e dell'odio per sé stesso finisce per trovarsi molto più vicino all'amore di quanto non lo sia una persona abituata al grigio.
    Mi dispiace far scoppiare l'illusione ma sicuramente non sono io la Lux del tuo gruppo.

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