lunedì 4 gennaio 2016

Cibo, soldi e sesso.

Buongiorno a tutte.
L'ultimo post era sconclusionato e inutile, e me ne scuso.
Emil Cioran diceva che il più grande errore che una persona che scrive possa fare consiste nello scrivere per qualcun altro che legge.

Allora ho deciso di scrivere questo post ancora più inutile del precedente per mettere nero su bianco una riflessione che si è diffusa nella mia testa in modo confuso, nebuloso; ovviamente lo scrivo qui e non nelle mie cartelle su word perché adoro i vostri commenti, mi danno un sacco di spunti di riflessione e mi permettono di confrontarmi con persone intelligenti come mi capita di rado nella mia vita (l'altra, quella fuori di qui..).

Questa riflessione è sempre stata sotterrata in me, perché sono sicura di averla già pensata qualche volta, di sfuggita.
Ha cominciato a prendere forma quando ho letto La noia, di Alberto Moravia.
Poi vari tasselli si sono uniti: in quel libro sono centrali il sesso e il denaro; io ci ho collegato il cibo ed ho completato un puzzle che potrebbe rappresentare la mia vuota e misera vita.
Questo post sarà volutamente molto intimo, poi mi pento quasi sempre di scrivere cose tanto personali su una piattaforma online, ma prima di morire vorrei tanto aver detto quello che penso senza preoccuparmene.

E' un post molto complicato da scrivere perché vorrei che venisse perfetto, e riordinare le idee di anni è un affare che non mi compete granché; così sono quasi certa verrà una schifezza, e mi consolo sapendo di poter contare sul vostro, di cervello, perché so che capirete cosa avrei tanto voluto esprimere.

Non ho le competenze per discutere di questo, voglio soltanto considerare questi aspetti relativamente alla MIA esperienza, alla MIA vita, alla mia superficiale e inaffidabile opinione.

Dunque, dopo aver messo le mani avanti, essermi parata il culo, essermi auto insultata, potete dirmi "poverina, che tenera" e io posso cominciare a scrivere il post.

Kiki mi ha dato lo spunto dell'elenco puntato, per cui Kiki te lo rubo :)

  • Il mio rapporto con i soldi.
Per iniziare a descrivere brevemente (giuro!) il mio rapporto particolare con i soldi, devo altrettanto brevemente (giuro!) descrivere quello che ha mio padre con i soldi.
Mio padre ha tanti soldi.
E, in più, mio padre ha tante cose.
Lui non esiste nella mia vita, ed esiste troppo: lavora dalle 4 di mattina (perché viaggia per l'Italia a causa del suo lavoro) alle 20, così non lo vedo mai, perché appena arriva a casa, dopo cena, si sdraia sul divano e dorme.
La sua esistenza nella mia vita è pesantissima, e dopo aver trascorso anni ad accusare mia mamma dei miei problemi con il cibo ho finalmente cominciato ad affidare qualche responsabilità a lui, fino a giudicarlo irrimediabilmente il principale colpevole.
Ovviamente so di esagerare, e lo faccio volutamente; so benissimo che non è colpa sua, ma capite il post.
Se dovessi descrivere mio padre con tre parole lo chiamerei IL GRANDE ASSENTE, perché pur non essendoci mai c'è sempre, troppo, ci sono lui e i suoi soldi.
Mio padre è un infelice uomo mediocre che con un diploma è entrato a lavorare in banca a 19 anni e che ha cominciato a guadagnare e mettere da parte una barca di soldi che non usa per noi, di cui si vanta, che crede lo rendano una persona migliore delle altre.
Crede di poter comprare tutto: non è una cattiva persona, solo deve avere la casa più grande, la macchina più bella, il televisore da 65 pollici, i box nel centro città perfettamente inutili...
però è tirchio.
Sì, lo so, suona paradossale: una persona con tutte queste cose (cose cose cose oggetti cose), tirchia?
Ebbene sì.
Si è comprato una ferrari (ebbene sì, ragazze, mio padre ha una ferrari da 32 mila euro) che tiene chiusa in un garage che ha comprato nel centro della nostra città, e che non usa mai; ha comprato questi famosi due garage, così, tanto per; ha comprato tre fuoristrada che non ha mai usato, e finalmente poco tempo fa si è deciso a venderne uno; ha un camper; ha la macchina del lavoro; ha la casa di mia nonna; ha un conto in banca che non conosco ma deve essere molto sostanzioso.
In tutto questo lui non esiste. Esistono le sue cose, i soldi suoi da cui noi (io, mia madre e mia sorella) dipendiamo, esiste il suo potere esercitato in silenzio, in modo sottile, in un modo così profondo ed oscuro che vorrei tanto provare a spiegarlo.
In tutto questo, a me e mia sorella non dà mai un euro.
Se gli chiediamo 10 euro per fare un regalo lui sbuffa, si alza incazzato, apre il portafogli e puntualmente esclama "Papà esiste solo come autista e come bancomat", è la sua frase preferita, un segno distintivo.
Quando andiamo a fare la spesa con mia mamma e mia sorella e spendiamo 40 euro, tornate a casa lui ci guarda con disapprovazione, vuole gli scontrini, corre in camera e segna su un libro che ha da 30 anni la spesa, sottraendola dal suo conto.
Su quel libro ci sono milioni di numeri, di calcoli, di spese.
Così ogni volta che vogliamo fare un regalo, andare a mangiare una pizza, comprare del cibo, comprare dei vestiti sono litigi, ansia, sono dipendenza.
Mio padre urla raramente, personalmente in 19 anni non sono MAI stata sgridata da lui, non mi ha mai mai mai chiesto nulla né della scuola né è mai venuto ad una recita, mio padre è sempre stato denaro.
Per noi, ma soprattutto (e sottolineo SOPRATTUTTO) per lui.
E quando papà apre il portafogli bisogna ringraziarlo: papà non chiede che gli si dica grazie, ma si sa che glielo si deve dire.
Non so come, non so quando, non so perché, qualcuno ha silenziosamente convinto me e mia sorella di essere i soldi di nostro papà, a non essere niente senza quelli, a valere zero come persone perché non portiamo uno stipendio a casa.
Mia mamma invece guadagna 800 euro al mese se va bene, e lei è laureata, più colta; eppure mio papà non perde occasione per umiliarla a causa del suo mancato stipendio: così io sono convinta profondamente, anche se cerco ora che sono più grande di abbattere questa convinzione, che mia mamma non valga niente perché non ha i soldi di mio padre.
Per mio padre tutto ciò che non guadagna lui non ha valore, è zero: così anche le mie borse di studio del liceo che non mi ha mai dato (erano 300 euro scarsi), così quelle che mi ha dato creandomi appositamente un conto e approssimandole tutte per difetto di 20/30 euro.
Ho provato a lamentarmi dicendo che mi spettava di più, ma lui si è arrabbiato nel suo modo, sbuffando, in silenzio, e poi ha detto pacatamente "uno vale l'altro."
Per i miei soldi, uno vale l'altro.
Per le piccole borse di studio guadagnate da me solo con il mio cervello, una vale l'altra.
20 euro valgono come 5, quando si tratta dei miei soldi.
Perché non sono centomila come i suoi.

Così, ragazze, arriviamo a me: io sono schifata dai soldi.
Quest'anno ho preso altre due borse di studio, e non le ho ancora incassate. Mi ripugna l'idea, e quando ho detto ad un mio professore che appunto non le avevo ancora versate mi ha risposto sorpreso: "E cosa aspetti? Voi li cagate i soldi?"
O una cosa del genere... avrei voluto rispondere che sì, mio padre li caga, per cui questi duemila euro non valgono un cazzo.
Ed io non li voglio incassare.

Così cerco di non chiedere mai soldi a mio padre, non ho mai soldi dietro e quando ci sono soldi da mettere per vari regali io sono sempre quella che mette il minimo che si è deciso, così che sono certa che tutti se la ridano alle mie spalle e considerino me tirchia, visto la casa in cui ora vivo dopo il trasloco, il televisore da 1700 euro che mio padre ha comprato tre giorni fa, le migliaia di macchine parcheggiate ovunque.
Ed in giro, si fa sempre la figura dei pezzenti.

Così, oltre a disprezzare profondamente i soldi, li conto al centesimo ogni volta.
Se anticipo al mio fidanzato qualcosa e lui non me li restituisce io involontariamente mi incazzo, sono capace di piangerci su per una giornata, di litigare con lui; io sono sempre puntualissima con la restituzione del denaro perché per me ha un'importanza vitale che gli altri me lo restituiscano.
Invece mi guardo intorno e la gente ha il portafogli pieno, presta soldi e se non glieli ridanno se ne scordano; io segno tutto, chiedo i soldi per giorni finché non mi vengono restituiti e so perfettamente e tristemente che non è una questione di giustizia, di correttezza.

Lo so che cos'è nel profondo; ed è la stessa cosa che mi ha fatto interrompere le sedute di psicoterapia perché costavano 35 euro alla volta: la malattia di mio padre.

Mio padre è malato ed io sto diventando come lui,
con la differenza che io non spendo i miei soldi.
Con la differenza che io non spendo i miei soldi, se non in cibo.

Non vorrei ammetterlo. Visto che mio padre mi da 5 euro alle volte se pranzo in università, mi è capitato un sacco di volte di non pranzare, di accumulare quei soldi e di recarmi con il bottino al supermercato e spendere una ventina di euro di puttanate, e di abbuffarmi.
Sì, e qui rientra la questione

  • cibo.
Ecco che soldi e cibo si intrecciano indissolubilmente: per me niente ha valore, niente vale la pena di costare qualcosa, per nulla vale la pena spendere dei soldi, tranne che per il cibo.

L'unica cosa quasi altrettanto importante sono i libri, ma se devo scegliere capita che io scelga sempre il cibo.
Spendo tutto in cibo, e la causa principale sono proprio i soldi.
Succede soprattutto quando mio padre magari in una settimana mi da solo 5 euro (molto più spesso non mi da nulla): questo è il monologo che tengo con me stessa quando ho 5 euro in tasca dopo settimane:
"Mmm.. ho solo cinque euro. Cosa posso farci?
a) pranzare.
Ma pranzare fuori con cinque euro significa comprare un pezzo di pizza minuscolo, cosa che mi farebbe restare la fame; oppure comprare un panino, cosa che detesto.
b) comprare un bel libro.
Ma con 5 euro, ahimè, non posso comprare nessun libro! Costano tutti almeno 7 euro.
c) abbuffarmi.
Se raggiungo l'Auchan e vado nel discount, con cinque euro compro due pacchi di patatine scadenti, un pacco di brioches, un pezzo di pizza enorme incartato... andata!"

Così mi reco effettivamente al supermercato e con cinque euro faccio pranzo, cena, merenda, colazione e anche un pasto del giorno seguente.
3000 kcal a costo zero.

Ed ecco le mie giornate, solitamente.
Devo indagare ancora più a fondo nel rapporto soldi-cibo, ma ci sto lavorando.

  • sesso.
Arriviamo alla questione più scottante, più portatrice di sofferenza nella mia vita, molto legata al mio rapporto con il cibo e con i soldi.
Come per i soldi, anche per il sesso provo disprezzo.
La mia famiglia non è cattolica osservante, a frequentare l'oratorio sono solo io di mia spontanea volontà, quindi non ho avuto affatto un'educazione sotto questo aspetto rigorosa.
Semplicemente, a casa mia non si è mai parlato di sesso.
Mia mamma girava nuda per casa e so che è sempre stata una cosa che mi ha profondamente infastidita, turbata; in bagno stava con la porta aperta, ed io andavo a chiudergliela perché mi irritava. In casa mia non si parlava mai di sesso ma non si aveva un'intimità.
Ovviamente il sesso era un tabù, ma non per motivi religiosi, e nemmeno di privacy (come potete constatare); semplicemente era vergogna provare piacere.
Mia mamma infatti non ha mai sperimentato il dialogo, l'affetto, ma alzava solo le mani, le botte erano il suo modo di comunicare.
Su questo voglio dire una piccola cosa, non giudicatemi: molto spesso, quando litigo con il mio ragazzo, mi capita di alzargli le mani.
Ovviamente non gli faccio un tubo, ma quando realizzo che lo sto picchiando anche in faccia mi fermo, mi vergogno, mi scuso. Mi rendo conto che questa è l'educazione che ho ricevuto, le mani come forma di comunicazione, zero dialogo, e cerco di correggermi ma è difficilissimo.
Comunque dicevo, mi rendo conto di avere una mancanza profondissima di amore e di educazione sessuale.
Così mi capita sempre di cercare nel sesso l'amore del mio ragazzo.
Deve esserci sotto qualcosa certamente, perché il mio ragazzo fuori dal letto mi dimostra un amore sconfinato, mi fa piccoli regali, è stupendo e Kiki lo sa bene perché le racconto spesso delle pazzie che fa ed è incredibile.
Eppure (e via allo sputtanamento del mio ragazzo alèèèè) sotto quell'aspetto, del sesso dico, non è così.
Mi spiego: il mio ragazzo non ha problemi quando facciamo l'amore, non è "impotente", anzi; semplicemente non ha quasi mai voglia, ed ha pochissima fantasia.
E sempre, quando facciamo l'amore, lui non mi guarda nemmeno in faccia, mette la testa sul cuscino e non mi considera molto, sembra che debba svolgere un compito piacevole, certo, ma come se volesse, in quel momento, fare altro.
E' raro che lui proponga di fare l'amore, anzi (per sputtanare anche me e umiliarmi pubblicamente!) vi confido una cosa che ho confidato ieri soltanto ad una mia amica: ho chiesto io al mio ragazzo di fare l'amore la prima volta.
Stavamo insieme da un anno e mezzo ed io lo desideravo tantissimo, mentre lui non dava nessunissimo segno di voler fare niente, anzi, più apatico che mai; avrei tanto desiderato che fosse una cosa spontanea, sapete no?
Ci si bacia a lungo e poi così, senza nemmeno rendersene conto, si è distesi e lui sussurra all'orecchio che vuole fare l'amore.
Niente di tutto questo.
Niente baci.
Niente sussurri.
Un pezzo di legno.
Così ho dovuto fare come faccio sempre nella mia vita e come ODIO di fare e dover fare: ho insistito.
Esatto, come una bambina.
Al contrario di me, il mio ragazzo è di una famiglia molto osservante, rigidissima riguardo al sesso (suo fratello ha 27 anni e sta con una ragazza da 8, ed è vergine).
Io non lo giudico, sono scelte... ma tutto questo si ripercuote sul mio ragazzo.
E' molto diverso dalla sua famiglia, ma ne è interamente condizionato. Quando suo padre (che io non sopporto) mi insulta come fa di solito lui non mi difende, anzi dopo quando io piangendo glielo faccio notare lo difende dicendo che "scherzava":

Ma torniamo al sesso.
Vi dicevo che ho insistito: mi sono seduta un giorno, dopo settimane di frecciatine, dopo che per settimane gli ho cercato di sussurrare all'orecchio qualcosa che gli facesse capire che volevo fare l'amore con lui, mi sono seduta proprio a tavolino e gli ho detto contro ogni romantico sogno e desiderio:
"Voglio fare l'amore con te. Tu vuoi farlo?"

Sapete, ovunque ho letto che deve essere una cosa spontanea, che è più bella, e lo pensavo anche io, ho sempre giurato a me stessa che sarebbe stato così anche per me.
Ma poi immersa nella mia situazione ho fatto una cagata, una vera schifezza, ho disintegrato quella che sarebbe dovuta essere la più bella esperienza della mia vita (il cui titolo è infatti stato ceduto automaticamente a "pesare 42 chili", che tutt'ora ricopre il primo posto nella classifica delle esperienze più belle della mia vita).

Lui ha risposto come se gli avessi chiesto "Vuoi un panino con il prosciutto?":
ha detto "Si va bene" come se stesse pensando "Se ci fossero le melanzane sarebbe meglio, ma ormai ha comprato il prosciutto..."

Così, dopo altre settimane in cui nessuno aveva casa libera e nessuno voleva farlo in macchina, finalmente ci siamo ritrovati soli a casa sua.
Dovete sapere che casa sua è esclusa dai luoghi in cui si può andare oltre la stretta di mano, in quanto è un luogo sacro e i suoi genitori, al contrario dei miei che d'estate trasformano la nostra casa in un bordello a pagamento e organizzano orge di ogni tipo (-.-), si arrabbierebbero tantissimo.
Quel giorno però stranamente ci stavamo baciando (!!!) ed io speravo lui prendesse l'iniziativa e facesse IL passo.

L'aspetto dell'intimità tra me e il mio ragazzo non l'avevo mai trattato qui sul blog, perché non lo ritenevo determinante e poi mi sentivo un'egoista, il mio ragazzo vi ripeto è perfetto in tutto il resto. Ma ultimamente mi sto accorgendo di quanto invece sia determinante e importantissimo questo aspetto e capirete perché.

Eccoci come dicevo in camera, le mie labbra troppo vicine alle sue per il luogo di culto in cui ci troviamo, aspettando una sua mossa qualsiasi, qualsiasi, non so bene cosa stessi aspettando, che non arrivava. Qualsiasi cosa fosse, non arrivava. Così dopo un po' ho capito che sarebbe di nuovo toccato a me, e gli ho sussurrato "Facciamo l'amore?"

In quel momento lui mi ha guardata ed è stato come se non se lo aspettasse.
Come se gli avessi chiesto "Lo hai fatto il compito in classe per oggi?"
"Non ho comprato i preservativi", dice.

In quel momento ho capito quanto tenesse a questa esperienza, sicuramente quanto me, per non dire di più, tanto che dopo settimane che avevamo deciso a tavolino (tristissimamente, lo so) che entrambi lo volevamo, lui nemmeno si è disturbato a passare davanti ad una qualsiasi farmacia a comprare un pacchetto di preservativi.

Tanto per completare la mia stupidissima recita stupidissima ho cominciato stupidissimamente a piangere, ero furiosa, e stupida.
Abbiamo litigato, gli ho urlato che non gli interessava, e lui trovava scuse che mi hanno convinta per finta e mi hanno per finta calmata.

Passano i giorni. Niente.
Un giorno maledetto eravamo al parco, a passeggiare. Non so per quale stupidissimo motivo ho iniziato a girare il coltello nella mia stessa piaga chiedendogli per l'ennesima volta se gli andasse di fare l'amore per la prima volta con me.
Lui ha risposto di sì, certo, e l'errore più grande ed imperdonabile della mia vita, secondo soltanto all'aver iniziato ad abbuffarmi e vomitare,  è stato credergli.
Come fanno le donne che vengono picchiate quando il marito dice "non lo faccio più": gli credono.
E sappiamo tutti che fine fanno queste donne, così facilmente potete immaginare che fine abbia fatto io.
Abbiamo iniziato a discutere perché io continuavo ad insinuare che lui non volesse, come una stupida idiota cretina, finché lui non si è infuriato, il mio ragazzo infuriato, mi ha presa per mano, siamo andati in un punto isolato del parco, ed insomma, io che stavo zitta, lui arrabbiato e stanco, mi ha dato il mio contentino.
Come ad un cane, i croccantini per calmarlo.
Inutile dire che è stato orribile: all'orrore della prima volta come saprete con lui che viene subito e voi inesperte totali, si è aggiunto l'orrore della rabbia, della forzatura, del compitino svolto.
Non mi ricordo nemmeno la data, non ricordo niente di quel giorno.
Solo se mi chiedessero quando è stata la tua prima volta ed io dovessi rispondere sinceramente (come non ho mai fatto, mai) direi che non l'ho avuta, una prima volta.
Io e il mio ragazzo, dopo un anno e mezzo di distanza da quel giorno che non ho mai né scritto, né raccontato, né dimenticato, facciamo l'amore, qualche volta, ma io non ho mai avuto una prima volta.
Solitamente a questa domanda rispondo "A casa mia, è stato magico" e poi la chiudo lì.
Me ne vergogno e ci sono migliaia di motivi per cui me ne vergogno:
-perché l'ho obbligato io
-perché è stato di fretta al freddo e non ho sentito niente di niente
ma, soprattutto, perché gli ho creduto.
Quando abbiamo riparlato di quel giorno dopo un annetto gli ho chiesto se lo voleva, visto che non desidera mai farlo, e lui mi ha detto che non si sentiva pronto.
Fermo restando che un ragazzo che dopo un anno e mezzo non si senta pronto a fare la cosa che in teoria sogna da quando ha 5 anni non so bene che ragazzo sia, e concedendogli questa sua piccola debolezza, e volendola anche rispettare, viene naturale chiedersi:
Perché CAZZO NON ME LO HA DETTO?
Mi ha dato così, come un ceffone nel gelo, la crudele conferma di avermi letteralmente accontentata.
Ma la cosa più incredibile non è stata tanto questa sua confessione, ma il fatto che io LO SAPESSI e l'avessi sempre saputo!
Mi sono chiesta per molto tempo e me lo chiedo tutt'ora se non sono io il maschio della coppia, e qui ci sarebbe un discorso immenso da fare, perché io sarei tanto voluta nascere uomo e lo penso da quando ho questo maledetto dca.
Mi sono trovata a pensarmi ninfomane solo perché desideravo il mio ragazzo, mi sono abbuffata un sacco di volte, migliaia di volte, dopo un suo rifiuto in questi tre anni, rifiuti molto frequenti e frequenti tutt'ora, fino a comprendere che io non mi sento amata in quel senso.
Mi chiedo che bisogno c'è di fare l'amore: in fondo lui mi ama in tutti gli altri aspetti, mi fa regali, mi pensa sempre, studiamo tutti i giorni insieme, eppure io sono letteralmente ossessionata dal fatto che lui non abbia mai voglia di fare l'amore con me.

Ho pensato anche di essere io il problema, di non piacergli; ed ora è un'ossessione.

Dopo quel giorno maledetto, quella prima volta non prima volta, dopo quella specie di violenza richiesta da me, cercata da me, violenza da lui svolta mal volentieri, ho voluto credere che sarebbe cambiato.
Che era la prima volta, che era insicuro, che con il tempo lui lo avrebbe desiderato.
Mi dicevo "è un maschio, dannazione!"
Ma, come gli uomini violenti non cambiano, così lui non è cambiato.
Anzi: ultimamente non succede praticamente MAI che lui abbia voglia.
Io ogni volta che gli sono vicina impazzisco, ho sempre voglia di toccarlo, di stringerlo, di guardarlo, ma lui è inavvicinabile.
In tutto il resto è un tesoro, discutiamo, è intelligente, profondo, parliamo sempre, ma non desidera né me, né il sesso in sé.
Ne abbiamo discusso mille volte, abbiamo litigato, ho pianto e lui ogni volta si ritiene offeso, umiliato nella sua "Mascolinità"; addirittura una volta mi ha detto che la società impone un modello maschile virile e sempre eccitato che pensa sempre al sesso, mettendo in testa a noi ragazze questo stereotipo, mentre nella realtà non è così.
Non nel suo caso, ma nella realtà. Capite??
Io ho parlato con questa mia amica e nel suo caso non è affatto così, il suo ragazzo la desidera sempre e succede anche tutti i giorni!
Eppure il mio ragazzo non lo ammetterà mai.
Mi dice che almeno lui non pensa solo al sesso!
Non capisce che "pensare solo al sesso" è diverso da "desiderare la propria ragazza" ma lui non lo capisce.

Questo post non voleva essere un capo di accusa nei confronti del mio PERFETTO ragazzo, ma una riflessione su di me.
Cerco nel cibo quello che cerco nei soldi e quello che cerco nel sesso, e che non ho ancora capito cosa sia.
Voglio disperatamente sentirmi desiderata e mi sono accorta che è per questo che mi sono fissata con ragazzo senza nome, che in realtà si chiama Giacomo: perché in lui vorrei trovare l'approvazione che non ricevo dal mio ragazzo.
Mi rendo conto che è vitale questo, per me. Non a caso soffro incredibilmente questa mancanza del mio ragazzo, quanto quella dei miei genitori, del loro affetto, che continuo a cercare di colmare con il cibo ma che è tanto profonda da essere inguaribile.

Scusate il post infinito, avevo giurato che sarei stata breve, non so se lo leggerete mai; nel caso, voi, cosa ne pensate? Quanto vi ritrovate nella mia descrizione? Anche i vostri ragazzi sono così? Sopravvaluto l'uomo? Chiedo troppo?



11 commenti:

  1. È normale che tu desideri fare l 'amore. È invece strano che il tuo ragazzo sia così restio. I motivi possono essere tanti e tutti degni di esser indagati. Quello che penso è che nella vita la sessualità sia 1 parte vitale indispensabile.
    Se il tuo ragazzo non condivide questo bisogno e anzi non lo avverte...temo che sia impossibile assistere a un cambiamento
    Susi

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  2. Ma tu hai tutto il diritto a trovare piacere nell'incontro con il corpo dell'altro. E non devi sentirti strana. Vedrai che crescendo diverrà una esperienza irrinunciabile. Credo non possa bastarti un ragazzo presente, educato, sensibile...ecc ecc. Il proprio uomo non è come un fratello.
    Deve scorrere il desiderio altrimenti il rapporto non regge.
    Se lui non ti corrisponde vuol dire che lui non è la persona giusta. Tentare di cambiare una persona o sperare che avvenga qualcosa non so se valga la pena. Ma sei giovane e possono succedere tante cose...molti incontri. Non precluderti le esperienze e cerca di non mortificarti togliendo tutte le emozioni più forti. Se ti togli le situazioni che desideri forse poi è necessario fare festa con il cibo

    Scusa se son stata franca con te...scrivendo dal cell è difficile trovare un modo più delicato
    Susi

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  3. Ci sarebbero così tante cose da commentare che mi sento un po' spaesata. Per limitare il rischio di scrivere un poema mi concentro sul sesso, sperando di recarti un po' di consolazione: la prima volta è stata proprio con un ragazzo non particolarmente entusiasta del sesso (o del sesso con me, questo non lo saprò mai!). Roba che guardare un film o trombare erano più o meno sullo stesso livello. E ho una cara amica fidanzata da quattro anni e ancora vergine, non per motivi religiosi (sono entrambi laicissimi), ma perché a detta sua non ne sentono il bisogno. In ultimo, su un forum, mi è capitato di conoscere un caso disperatissimo di uomo, innamorato della fidanzata al punto da progettare il matrimonio, ma che al tempo stesso non voleva averci rapporti sessuali.
    Ci sono uomini così, sono una minoranza, ma ci sono.
    Per noi donne però è sempre un'onta non essere desiderate o persino essere attivamente rifiutate... la tua frustrazione è la stesso che ho provato io alla mia prima esperienza! E’ una cosa a metà tra l’offesa personale, e la frustrazione del nostro personale desidero... una roba che t’avvelena il cuore.
    Per questo devi stare attenta a non accusarti in nessun modo: non dipende da te, ma solo dal tuo ragazzo. Dipende da te invece decidere se fare pace con l'idea che lui è così e difficilmente cambierà, e accettare tutti i suoi pregi a discapito di questo difetto, o scegliere che per te l’intesa sessuale è una componente troppo importante di una relazione...
    Se posso darti un consiglio che senza dubbio risuonerà superficiale, io non ti dico assolutamente di mollarlo, ma non arrivare mai a sposarlo. Non sopprimere mai definitivamente la tua sessualità. Ora sei giovane, hai una tenera storia d’amore che ti sostiene nel caos e nel malamore in cui ti trovi, tuo magrado, piantata... tieniti stretta l’affetto del tuo ragazzo, e l’affetto che tu coltivi per lui. Aggrappati all’amore per la filosofia e per lui, cerca di stare bene.
    Ma lo ripeto: non rinunciare mai definitivamente all’idea del sesso caldo e forte, denso di intimità, voglia e sentimento... è una delle cose più belle della vita. Ti mando un grande abbraccio...

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  4. Cecilia, carissima, come sempre nel commentarti non so da dove cominciare. Ancor di più in questo caso, perché mi sembra quasi di essere invadente, di intromettermi in cose private delle quali ho una conoscenza soltanto accennata e di rischiare di dire qualcosa di troppo, di involontariamente offensivo. Però tu sei stata totalmente sincera e meriti altrettanta sincerità.
    Io credo al buon cuore del tuo fidanzato. Credo che sia una brava persona e che ti ami, ma credo anche che abbia un po' paura di te e questo, a lungo andare, può essere deleterio in una relazione che aspira ad essere eterna. Come quella volta che si è inventato l'esame che non aveva dato, così ha mentito sul fatto di voler fare l'amore con te. Forse temeva di essere giudicato uno sciocco, perché è sicuramente inconsueto che un ventenne fidanzato da più di un anno con una ragazza non muoia dalla voglia di saltarle addosso, o forse temeva più che altro di deluderti e di offenderti, e così ti ha "accontentata", perché ti ama.
    Ora, non so perché lui non senta il bisogno di fare sesso. Forse la sua famiglia l'ha condizionato a tal punto che inconsciamente la percepisce come una cosa sbagliata, del resto ha l'esempio del fratello ventisettenne che sopravvive nonostante la verginità e non considera l'intesa sessuale un aspetto fondamentale in una relazione. Forse davvero per lui è sufficiente tutto il resto - le chiacchiere, le attenzioni, la profondità - e il sesso è una noiosa faccenda da sbrigare per compiacerti e per adeguarsi ad un'idea di uomo che lui considera un cliché.

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    1. Ad ogni modo, non credo che tu non gli piaccia fisicamente. Credimi, ci sono uomini che amano fare sesso anche con ragazze che fisicamente non li attraggono ("in carestia...") quindi non è un tuo limite. A te, però, tocca decidere se questo suo limite è accettabile o se pensi che possa, nel corso degli anni, logorare il vostro rapporto andando ad intaccare anche gli aspetti ampiamente positivi della vostra relazione.
      Se la pensi così, io non ti giudico affatto. Per me il sesso è una componente fondamentale in un rapporto, l'ho sempre posta nella triade di cose che non possono mancare: sesso, idee politiche affini (non starei mai con qualcuno che la pensa troppo diversamente da me sui grandi temi) e voglia di sperimentare (in viaggi e cibo, soprattutto). Lo considero talmente importante che io col mio attuale fidanzato ho fatto sesso dopo solo due settimane che ci frequentavamo (anche io ho fatto la prima mossa, mi sono fatta trovare nuda sul suo divano!). Non sono una ninfomane, non penso che sia necessario fare sesso una o due volte alla settimana, ma non capisco neppure quelle ragazze che rifiutano le avances dei propri fidanzati per mesi: perché? Fare sesso è così bello, l'orgasmo è forse l'unica cosa al mondo in grado di farmi dimenticare quanto sono grassa e sgraziata e sbagliata. Tutti hanno diritto a provare un buon orgasmo almeno una volta al mese ;)
      Questo per dire che tu non sei una ninfomane, è normale che una donna voglia sentirsi desiderata dal proprio uomo e che voglia essere appagata sessualmente.
      Rimettetevi a tavolino e chiedigli cosa non gli piace del sesso. Digli che per te è importante ma che vorresti che lui fosse più coinvolto, non che si sentisse in dovere di compiacerti di tanto in tanto. Non lasciar passare troppo tempo, però: se la cosa ti sta a cuore devi tirarla fuori subito, altrimenti lui potrebbe accusarti di venirgli a fare le pulci per qualcosa che va avanti da tempo e potrebbe pensare che sia un pretesto per litigare e non una cosa alla quale tieni.
      Ti sono vicina e sai che se hai voglia di parlarne io ci sono!
      <3

      Elimina
  5. Sottoscrivo tutto, e aggiungo... ma come, Euridice, solo un buon orgasmo al mese?! :P Ma non facciamo i tirchi, ne meritiamo minimo minimo uno a settimana ;))

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  6. Oh mamma che post Ceci. Mamma mia.
    Non so da dove partire, nel commentarti, forse iniziando a farti i complimenti per le tue auto-analisi. Riuscire a scavare così nel profondo, all'origine... Forse sei proprio una filosofa.

    Io credo che quel che manca in tutto è un dialogo. Con il tuo ragazzo all'epoca, con tuo padre, con tua madre anche. Credo che tu sia intimorita da verità che sai, e ti culli nell'idea che sono tue verità, non è la realtà. Ma poi, a quella verità, ci sbatti contro, e ti fai male.
    Sei così intelligente da vedere il marcio, ma così impaurita da mettere la mani davanti agli occhi. Ma sei curiosa, e le mani finisci per toglierle.

    Non so bene come commentare la cosa. Io e il mio ragazzo questo problema non l'abbiamo mai avuto, la nostra storia è nata come una storia di solo sesso (e anche un po' "extraconiugale").
    Però lui, nella tua parte, ha vissuto la stessa cosa con la sua ex ragazza. Mi ha raccontato quanto quel modo di fare di lei, il suo sentirsi rifiutato carnalmente, perché poi emotivamente era amato molto, andasse a infierire sui suoi pensieri.
    Ha cominciato a non ritenersi "abbastanza", maschio, muscoloso, bello, virile.
    Forse questo è il collegamento più banale e diretto tra sesso e cibo.
    Il tuo non sentirti desiderata fisicamente. Il consolarti con quello che pensi sia il realtà la causa di questi tuoi pensieri, il cibo.
    Il cibo di nuovo come punizione nei tuoi confronti.

    Non puoi sapere tu perché lui non vuole.
    Forse neanche lui lo può sapere, forse è stato comunque condizionato inconsciamente. Forse è stato abituato a una coppia in cui l'uomo corteggia, l'uomo coccolare e protegge. E l'uomo "predatore" a letto, è solo l'uomo sposato.
    E in fondo lui è un corteggiatore, un romantico.
    Ma potete parlarne insieme, lui mi sembra abbastanza in gamba per sostenere il discorso...

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  7. Ciao Cecilia,
    non sono neanche sicura di saper commentar un post del genere per cui ti chiedo in anticipo di perdonarmi qualora suonassi indelicata o fuori luogo.
    Il problema dei soldi ammetto che mi è difficile da capire perché ho sempre vissuto l'opposto.. credo però che anche tu sappia che il brutto rapporto che hai con la moneta è un problema di educazione. Ti hanno cresciuta così, hanno ripetuto mille volte che i soldi contano, che anzi contano solo quelli che alla fine hai finito per crederci. Per crederci in maniera maniacale, al punto di sottostimare tua madre per il fatto che guadagna meno di tuo padre.
    Lui è la grande figura pesante della tua vita, per come la vedo io. Dici che è sempre stato assente, eppure ti ha condizionato enormemente perché inconsciamente ragioni come lui e porti avanti le sue idee alle quali nemmeno credi.

    Il sesso è un altro paio di maniche.
    A te manca ed è sacrosanto, non hai niente di sbagliato o di eccessivo o altro perché alla soglia dei 20 anni vuoi avere rapporti appassionati con il tuo ragazzo.
    Per qualcuno il sesso è tutto, per altri non è niente ed in entrambi i casi va bene così, però bisogna che le parti della coppia siano soddisfatte allo stesso modo.
    Ho conosciuto coppie collaudate che non vivevano il sesso (e parlo di coppie etero e non, tanto per allargare il raggio del discorso) e persone che invece avevano piacere a fare sesso anche con chi non conoscevano troppo a fondo.
    Il problema è il retaggio culturale. Siamo abituati a pensare all'uomo sempre ingrifato e alla donna che si concede raramente, come se il sesso non le piacesse e fosse una sorta di contentino. Dico bene? Un uomo, specie in Italia, deve avere voglia sempre, altrimenti non è normale. Una donna deve averne voglia quando ha voglia il suo uomo, altrimenti è una troia o una frigida.
    Ci sono uomini addirittura che non vogliono avere rapporti con la propria compagna proprio perché innamorato (i danni dello stilnovo).
    Il vero problema, anzi, il solo problema è capire perché il tuo ragazzo non voglia.
    Non credo nemmeno io che abbia a che fare con il non piacergli ma capisco che sia la prima cosa che hai pensato perché ti permetterebbe di darti delle cinghiate metaforiche all'autostima.
    La cosa che mi fa pensare che il suo non sia un semplice sentirne poco il bisogno è la descrizione che tu fai dell'atto; farlo poco è un conto, ma non guardarsi e farlo alla veloce come se fosse una cosa di cui liberarsi è tutt'altro.
    Dipende dalla sua educazione?
    C'è altro? Bisogna che gliene parli e bisogna che comunque tu capisca quanto è importante il sesso per te.
    Sono d'accordo con Curvula e Euridice su tutta la linea.
    Ti abbraccio.

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  8. Avrei così TANTE cose da dire che rischio di fare un commento infinito o di andare fuori tema per quanto parlo, ma mi prenderò entrambe le responsabilità perché io adoro parlarti, commentarti e ne sento il bisogno.
    Innanzitutto con i punti sei riuscita a rendere tutto BENISSIMO, molto molto meglio di quanto lo abbia fatto io.
    Penso che con questo post tu abbia fatto un lavoro di autoanalisi pazzesco, probabilmente uno dei tuoi post se non il tuo post che mi ha lasciato più senza fiato, e tu sai quanto io adori i tuoi post e quante emozioni mi trasmettono.
    Ho letto tutto con attenzione, con la voglia di capire cosa passasse per la tua mente, e ci sei riuscita tantissimo a spiegarti!!!
    Qui hai unito tantissimi tasselli, e lo hai fatto anche in modo comprensibile e sopratutto sentito, la cosa che mi ha davvero colpito di più di questo post è la tua spiazzante sincerità, che mi ha permesso anche di capire tutto!! Quindi GRAZIE per averlo condiviso con me e tutte noi...
    Non so davvero da dove partire, e tu sai quanto parlo... Quindi metto le mani avanti!
    Subito quando ho letto il post avrei avuto l'impulso di tartassarti con mille dei miei papiri ma rischio sul serio di perdermi!!
    Quindi ci provo... Anche se non dirò manco un quarto di ciò che voglio dire!
    Partiamo col rapporto dei soldi che si collega al cibo, che si collega anche al rapporto col tuo ragazzo, perciò è così difficile commentare! Avrei troppe cose da dire... È tutto collegato!
    Ma partiamo dai soldi... Già sapevo questa cosa di tuo padre, me l'hai sempre detto! Ma ora capisco ancora di più nel dettaglio.. Penso che la tua sia stata una reazione piuttosto normale, per quanto riguarda ad esempio l'essere fiscale sui soldi che ti devono gli altri.. Ovvio tuo padre ti ha fatto terrorismo su questo!! E su questo ti capisco ma per un'esperienza diversa, che però ha generato la stessa reazione, ma magari ne parlo con te in privato perché sennò qui non finisco più! Fatto sta che io ho PAURA di prestare soldi, e se non me li restituiscono ci piangerei per giorni! Ma allo stesso tempo io non so impormi invece! E questo mi fa rabbia ancora di più..
    Per il fatto che ti ripugnino anche su questo c'è da riflettere... Sicuramente il comportamento di tuo padre ha influenzato, lui li usa come strumento di manipolazione in pratica! Esercita il suo controllo solo attraverso quello... Solo col denaro!
    Ed io tristemente ti capisco da morire quando si tratta di spendere sul cibo.. E qui arriviamo alla questione. Io mi vergogno tanto di questo, ma ti dico solo che quando mi hanno regalato dei soldi a Natale, tra le varie opzioni la prima della lista e quella che avrei seguito più volentieri è stata questa: andare al supermercato e divertirmi a comprare le cose biologiche e costose.
    Questo fondamentalmente perché il cibo È nostra vita.
    Tra tutte le cose, le nostre passioni, sceglieremmo sempre il cibo se dovessimo seguire quei pensieri.
    E questa cosa la vivo SEMPRE quindi non potrei capirti meglio, anche se ultimamente sto iniziando a capire che è una vera e propria malattia.
    Per tutte le ragioni che hai descritto tu, il cibo è la tua unica (efficace apparentemente) valvola di sfogo, ed è ovvio che tu preferisca investire su quella, ed il motivo è molto semplice. Tu ami leggere, tantissimo.. Ma le emozioni che provi nel leggere e nell'abbuffarti sai che sono diverse! Solo abbuffarti ti dà quella sensazione di estraneamento momentaneo dai problemi, magari si anche leggere... Ma un libro non ti dà l'affetto che cerchi in fondo! Come nemmeno il cibo, ma è ovvio che tu lo pensi.. E che lo cerchi in quello.
    È stranissimo come cose che APPAREMTEMENTE non c'entrino tra loro possano essere così collegate. E con questo post mi hai fatto rimettere in discussione tutto, anche i miei pensieri!
    Ma ora passiamo all'ultimo punto.. Faccio un altro commento che questo a momenti non me lo pubblica per la lunghezza!

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  9. Probabilmente non avrò detto tutto ciò che volevo dire sul punto soldi e cibo, ma mi è impossibile senza sforare e dire cose che probabilmente nemmeno hanno senso :(
    Ora vorrei dire invece cosa ne penso sul punto del rapporto tra te e il tuo ragazzo e con il sesso in generale. Per l'idea che mi sono fatta io le due cose si implicano a vicenda, nel senso che tu sei stata molto influenzata dall'esperienza che hai avuto.. Nel senso che l'opinione che hai del sesso è influenzata dalla relazione col tuo ragazzo perché da quello che hai descritto si capisce benissimo che per te era una conferma IMPORTANTISSIMA di amore. E questo è più che normale, io mi rivedo tantissimo nei tuoi pensieri, probabilmente avrei pensato la stessa cosa! È assodato che anche se non è come gli altri componenti della sua famiglia, il tuo ragazzo è stato comunque influenzato da questo! Questo è un dato di fatto.. Quindi il suo atteggiamento può essere stato molto influenzato comunque! Il dubbio che possa non amarti o non desiderarti si smonta nel momento in cui vedi le cose che ti dimostra in altri ambiti, ma capisco benissimo che tu voglia una conferma anche sotto quel punto di vista!! Il fatto che tu abbia dovuto fare il famoso primo passo, ti ha investito di una responsabilità che probabilmente era troppo grande per te. E va da se che questo ti ha scaturito tutta una serie di pensieri.. Come quello di essere una ninfomane che ha obbligato il suo ragazzo a tavolino. So che quello che ti ha fatto più male è stata la percezione che lui non volesse, che tu lo avessi obbligato.
    Ma in realtà questo è nato dal fatto che tu lo desiderassi tanto, e come è giusto che sia tu la consideravi una prova importantissima del suo amore!
    Sicuramente sentire le esperienze degli altri non ha fatto altro che rinforzare la tua teoria, e anche io tendo ad affidarmi tantissimo all'opinione generale.. Ti dico solo che anch'io vorrei sentirmi desiderata, amata ma anche desiderata, forse perché è quello che in fondo non ho mai avuto.
    Questo per dirti che è ovvio che tu ricerchi queste cose sia nel cibo ma sia anche in un'altra persona, è una conseguenza aver idealizzato Giacomo come qualcuno in cui trovare queste cose, è solo la manifestazione di un tuo bisogno profondo!
    Mi dispiace tantissimo non poterti dire meglio su questo, nel senso che io capisco tantissimo come ti sia sentita, ma ovviamente io non sono nessuno per dirti perché il tuo ragazzo abbia questa concezione e perché si comporti così, perché nelle altre cose è completamente diverso!
    La cosa che ti dico anche se suonerò rimeritava è NON colpevolizzarti. Non colpevolizzarti per amare ed aver bisogno di amore. Non sai quanto mi rivedo in te.
    Io penso che siccome voi parlate molto, se su questo non arrivi mai a delle risposte concrete o è davvero così, nel senso che il tuo ragazzo ha proprio questa mentalità e esprime meglio il suo amore in altri modi (vuoi per carattere, vuoi per influenza famigliare ecc..) o se c'è qualcosa su cui lui non riesce a spiegarsi!
    Quindi NON PENSARE DI ESSERE TU IL PROBLEMA.
    Ti voglio un bene immenso.
    Questo è il post più bello che tu abbia scritto forse... Bello perché qui ci sei tu, tu che tenti di capirti più a fondo.
    Scusa per tutte le cavolate e le banalità che ho detto, come sai continuerei a oltranza..

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  10. secondo me devi iniziare a smettere di considerare il tuo ragazzo PERFETTO.non lo è nella maniera più assoluta ma se lo giustifichi in continuazione devi chiederti se il problema sesso persiste oppure no.
    secondo me devi chiederti davvero cosa sia importante per te..non vivere le cose sempre come mancanti e per forza di cose quindi necessarie..non so se mi sono spiegata..
    non credo che col dialogo con lui risolveresti qualcosa...in fondo l'argomento sesso l'avevate già affrontato con insuccesso..
    non so se tu voglia scavare veramente a fondo..potresti scoprire che ti circondi soltanto di persone sbagliate alla tua attuale situazione..
    scusa se sono così diretta..ma mi piace essere sempre sincera..e poi voglio il tuo bene..

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