domenica 8 novembre 2015

Appare così, ma non è così.



Un mese che non scrivo, non commento, non leggo.

Inutile dire che non ho novità convincenti per nessuno, inutile dirvi che scrivo un po' per me stessa anche perché non sapete quanto sinceramente io mi vergogni di scrivere quello che sto per scrivere.

Però non so: forse più per un gesto di onestà, uno dei pochi di questo ultimo mese, sento di dover scrivere.

Ci ho riflettuto tanto e poi ho deciso di mettere nero su bianco quello che avrei dovuto ammettere ed accettare fin dal primo giorno.

Vederlo sulla pagina, spiattellarlo a persone che non conosco, mi fa come provare un senso di giustizia.

Non so proprio da dove cominciare.

Comincerò con il dirvi che filosofia mi piace sempre di più: sembra un altro mondo, è impressionante quante cose si possano studiare: addirittura stiamo leggendo la “Critica della ragion pratica” di Kant e mi piace! Ascolto le lezioni incantata e vi assicuro che non sono mai stata così entusiasta di qualcosa.

(Se qualcuna di voi dovesse essere indecisa o combattuta come lo ero io quando avrei voluto qualcuno che mi dicesse “Sì, fallo!”, io dico: Sì, FALLO!).

Le lezioni sono fino alle 18 ed io prendo il treno stremata, lo aspetto seduta per terra, vivo sui mezzi pubblici, torno a casa stanca eppure trovo la forza di aprire uno dei libri e studiacchiare qualcosa.

Sono immensamente più rilassata che al liceo e studio paradossalmente di più.

Non sono sicura che gli esami andranno bene ma, sembra assurdo, non mi interessa.

Potrei prendere una sfilza di 18: l’unica cosa che non mi perdonerei sarebbe non sapere.

Invece io voglio sapere, io mi interesso, scavo, collego, approfondisco, riassumo, scrivo.

Premetto che non ho conosciuto nessuno, zero, nemmeno una persona, nemmeno un amico, nemmeno uno con cui scambiare due parole durante il giorno: pranzo da sola, studio da sola, giro da sola, sto sola fino alle 18 tutti i giorni. Ho scoperto e confermato il mio essere profondamente asociale, il mio voler essere così: non sopporto più le persone. Non ho voglia di nessuno con cui parlare per finta, con cui costruire un’identità, con cui essere diversa da qualcosa che non sono, con cui esistere per forza.

 

Ebbene qui arriva la parte più difficile da spiegare, ma ci voglio provare.

 

Questo entusiasmo non è puro.

Non riuscirei a definirlo altrimenti.

 

Un giorno alla lezione di filosofia teoretica mi si è seduto accanto un ragazzo: altissimo, i capelli biondo scuro, magro, dall’aria presuntuosa e silenziosa.

Siamo stati seduti l’uno accanto all’altra per due ore, senza scambiarci nemmeno una parola, come normale. Ridendo dentro di me ho pensato che fosse bellissimo, ma niente di più.

Poi sono passati dieci giorni vuoti, in cui io come al solito studiavo, pranzavo da sola, giravo da sola, prendevo il pullman da sola.

Dopo undici giorni, mi è tornato in mente.

Come se mi fossi all’improvviso ricordata che questo ragazzo esisteva: così è diventato un’ossessione.

Non so proprio come io possa scriverlo qui, a voi, però come vi ho detto questo è un moto di onestà anche se tremo all’idea di quello che potrete pensare.

Ho iniziato a fissarlo in modo ossessivo tutti i giorni, a cercarlo con gli occhi, a studiarlo, a scrivere l’ora in cui arriva a lezione, il posto dove si siede e, quando l’ho scoperto, ho iniziato a sedermi sempre una fila sotto di lui.

L’ho fissato così intensamente per un mese intero, tutti i giorni, che lui se n’è accorto ed ha iniziato a ricambiare qualche sguardo con un altrettanto sguardo ma, nel suo caso, pesantemente infastidito.

La cosa tragica è che più lui mi guarda con disapprovazione, più io continuo a fissarlo e non distolgo lo sguardo neppure quando lui inizia a fissarmi di rimando con gli occhi che mi rimproverano.

Forse non è così, forse nemmeno se n’è accorto; fatto sta che per giorni ho pianto per lui, per giorni l’ho seguito nella pausa pranzo fino ad una via che imbocca sempre e nella quale io non ho ancora avuto il coraggio di seguirlo.

So che raccontarlo lo distrugge, ma questo avvenimento mi sta segnando e non so come descriverlo senza farlo sembrare stupido.

Per giorni ho praticamente smesso di sentire la fame perché pensavo a lui, e per tutti gli altri ho iniziato ad abbuffarmi per sentire qualcosa di diverso dalla profonda attrazione per lui.

Ne ho parlato al mio ragazzo, ho pensato quasi di lasciarlo, abbiamo pianto tanti giorni anche se lui è stato comprensivo (il mio ragazzo non è per niente geloso: chissà perché le persone che mi stanno accanto non lo sono mai!) e mi ha detto che la cosa che vuole più di tutte è che io sia felice e che se credo che ci sia qualcosa in quel ragazzo io devo seguire quello che sento.

A me invece sembra di essere tornata alle scuole medie, solo che adesso al posto del ragazzetto carino che guardo incantata c’è un oggetto REALE: mi sembra davvero l’unico ragazzo in quell’aula piena ad avere consistenza.

È davvero la cosa più bella che io abbia mai visto, e la più vera. So che ne ho parlato velocemente e con fare un po’ distratto, ma lui è bello da togliere il fiato.

Prima che entri lui le duecento persone che mi circondano sono zero, non sono niente; appena lui arriva l’aula si riempie, a me si ferma il cuore e smetto di respirare: credevo fossero cose che succedessero solo nei cartoni animati e nei film, ma io sento seriamente il cuore che si ferma e non riesco a respirare.

Lo guardo e non riesco a smettere di farlo finché lui non si va a sedere e poi continuo ignorando la sua amica che mi fissa irritata e quelli di fianco a me che cercano di capire dove io guardi per tutte le due ore di lezione.

Vi ho detto che studio molto più che al liceo: non è solo la passione per quello che studio a guidarmi: in realtà studio come una matta per non restare indietro con gli esami e non perdere lui, e già mi sento persa perché ho il terrore che lui seguirà corsi diversi dai miei.

Non so assolutamente il suo nome e vi assicuro che in 3 anni di relazione felice e piena con il mio ragazzo non mi era MAI, MAI capitata una cosa del genere.

Non ho avuto mai occhi per nessuno all’infuori del mio ragazzo, io lo amo tantissimo, eppure adesso giuro che è la situazione più dolorosa e irrazionale che io abbia mai dovuto affrontare.

Non ho pensato al cibo per settimane, non mi interessava nemmeno di abbuffarmi, era una cosa meccanica a cui non davo importanza perché pensavo a lui, lui, lui, lui.

Adesso sono a casa fino a mercoledì per una finestra esami e non so come io stia riuscendo a gestire la voglia che ho di vederlo.

Trascorro i pomeriggi sui libri a piangere perché la situazione è questa:

-ho trovato qualcosa di reale finalmente.

-questa persona è reale perché io non posso raggiungerla, conoscerla, averla.

-il non poter averla, raggiungerla, conoscerla mi fa stare come un cane e rende tutto il resto un penoso sfondo.

-se voglio che rimanga reale non devo raggiungerla, conoscerla, averla.

Sembra abbastanza tragica descritta così.

Io sono consapevole che questa situazione è malata, sono anche convinta che il mio abbuffarmi continuo di queste settimane (ho raggiunto e superato i 70 chili! Andiamo!!) non sia affatto indipendente e distante da tutto ciò, e so che anche questo ragazzo da cui sono attratta ed ossessionata rappresenta niente meno che (rullo di tamburi!) un tentativo di evasione dalla mia vita, l’ennesimo.

Visto che probabilmente questa storia di abbuffarmi e sognare la magrezza per colmare i vuoti stava annoiando me, il mio corpo e la mia mente, abbiamo tutti e tre focalizzato la nostra attenzione su qualcosa di altrettanto irraggiungibile: il ragazzo senza nome e bellissimo.

Inoltre continuo a farmi influenzare dal fatto che ha scelto filosofia e che deve avere un sacco di cose in comune con me, deve essere un ragazzo diverso, particolare … insomma un lavoro psicologico che ci sarebbe da divertirsi ad analizzarlo.

 

Anche perché ci ho provato da sola: ho provato ad immaginare che tutti questi meccanismi complicati di rimozione, sostituzione, spostamento dipendessero dalla situazione che sto vivendo e che voglio prendermi la briga di raccontarvi brevemente.

-Mia madre mi ha confessato che va da una psicologa (mentre non vuole assolutamente e mai ha voluto mandarci me.)

-che lei e mio padre vanno abitualmente a parlare con un prete che secondo me è più un esorcista perché mio padre sta diventando violento e perde la pazienza ogni momento, oltre al fatto che non ci ama come vi avevo accennato (sì, continua a dire che io e mia sorella lo lasciamo profondamente indifferente e bla bla bla)

-e che loro due vogliono separarsi

Ed ho ottenuto da parte mia, analizzando queste cose, una fortissima apatia.

È come se qualcosa dentro di me mi impedisse di realizzare questa situazione familiare, come se

 

-le urla di mio padre quando butta la sedia per terra perché nell’insalata non c’è il sale o cose simili fossero un atto totalmente lontano da me e dalla mia vita;

-come se mia madre che mi svuota l’armadio ogni sera e mi legge i quaderni e poi mi manda le mie frasi sul telefono per messaggio non mi riuscissero a penetrare, non riuscissero a toccarmi:

 

ed io mangio e penso al ragazzo, io mangio e penso che devo smettere di mangiare, io rido e penso che ridere non è normale in queste circostanze, io piango e penso finalmente che è cosa buona e giusta ma piango per il ragazzo e dovrei piangere per altro ed intanto studio perché sono innamorata di ciò che studio, mi porta fuori da questo mondo che non mi riguarda e mi porta avanti con il programma per poter dare gli esami con ragazzo.

Non sono più in grado di amare il mio fidanzato perché l’amore nella mia famiglia non esiste più e quindi probabilmente qualcosa nel mio inconscio mi spinge a non voler amare più.
Vorrei soltanto cambiare vita, soltanto aver quel ragazzo per me, un’altra persona, altre frasi, altre situazioni, altri baci altro profumo.

Vi assicuro che vissuta è più triste di così.

E tra tutto volevo annunciarvi che ho preso appuntamento in quel centro di disturbi alimentari e l’ho preso quando l’altra sera ho vomitato come non succedeva da mesi e mesi e mi sono scoppiati i capillari negli occhi che si sono iniettati di sangue ed io odio il sangue e mi sono dovuta sedere perché mi sono sentita mancare ed ho seriamente, per la prima volta, avuto tanta paura.

Sento che se questo centro non dovesse aiutarmi le cose precipiterebbero tutte insieme in un buco nero qualsiasi.

Non dico di aver raggiunto il limite perché ogni volta lo dico ed ogni volta invece l’asticella si alza.

12 commenti:

  1. bella..ti ho letta d'un fiato....e più ti leggevo...
    vorrei dirti tanto....paradossalmente ti invidio..perchè se fai quello che fai se 'evadi'così è perchè hai ancora speranza...è il tuo modo di esorcizzare il tradimento del tuo ragazzo...se non ti avesse tradita non sarebbe successo nulla credimi...
    come è inutile davvero che tu insegua quel ragazzo..il tuo è solo un amore PLATONICO...per certi versi mi ricordi me di un 10 anni fa...
    potresti rincorrere il ragazzo ma a te DAVVERO non interessa..
    sai cosa dovresti fare?
    DARE UN TAGLIO NETTO.A TUTTO.
    lascia il tuo ragazzo.ti ha tradita.e tu lo rifiuti.
    continua a sognare quel ragazzo..ti aiuta a sopportare la vita.
    se diventasse reale sarebbe un disastro...
    ignora la tua famiglia.quando tua madre vuole ti faccia carico dei suoi problemi dille in faccia che non sono affari tuoi,che se va da uno psicologo non sono affari tuoi,che se il marito la detesta non sono affari tuoi...
    hai proprio bisogno di questa rivoluzione...altrimenti continua con lo schifo marcio che provi per te.non andrà più via.
    coraggio bella io sono con te.
    ti stringo forte forte forte

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    1. Grazie per il tuo bellissimo commento.. Ho pensato tante volte di dare un taglio netto a tutto.. ma se riuscissi a dare tagli netti nella mia vita lo avrei fatto con le abbuffate...
      Mi hai capita così tanto, vorrei davvero poterti ringraziare con parole che ti facciano capire quanto ho percepito la tua attenzione...
      Grazie..
      Vorrei tanto dire a mia madre che non sono affari miei.. ma io sono sempre e sempre sarò quella supponente, sebbene paradossalmente non riesca MAI a dire quello che veramente penso.
      Se io dovessi mai veramente comunicarle un minimo del risentimento che provo per lei credo che supponente non basterebbe più a definirmi.

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  2. Cecilia è difficilissimo per me commentarti, scrivi in maniera così intensa..si vede che sei una persona profonda.
    Questo ragazzo...io non so quale sia la cosa giusta da fare...so solo che, per come la vedo io, è una ''prova'' del fatto che c'è una parte di te che vuole cambiare, conoscere nuove sensazioni, scoprire..tutte cose molto positive. Quello che hai non ti basta, hai bisogno di novità...Secondo me è giusto. A me capita di osservare alcune persone sul treno e desidererei trovare un pretesto per parlarci, perché mi incuriosiscono e vorrei potesse nascere qualche bel rapporto, che sia amicizia o amore... Mi hai fatto venire in mente questa mia situazione leggendoti.
    Tanto per parlare a vanvera ancora un poco...la RICERCA. È questo che ci tiene in vita, la volontà di addentrarsi nello sconosciuto, scoprire, farsi prendere dalla CURIOSITÀ. Sei convinta di non poter parlare con questo ragazzo...? Per poi magari scoprire che non ha nulla di interessante e allora focalizzare la tua attenzione su qualcun'altro.. Ma restare in questo limbo non penso faccia molto bene, ti stai rendendo conto anche tu che le giornate sono solo in funzione di lui...
    Io sono la prima che fatica a costruire dei buoni rapporti con le persone però...non credi che tra tutti gli iscritti a filosofia non ci siano un paio di persone desiderose di scambiare due parole con qualcuno che condivide la stessa tua passione? Credo davvero che il tuo amore per la filosofia sarebbe anche più bello se condiviso..
    Ho detto anche troppe cose senza senso, ti auguro tutto il bene possibile.

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    1. Non hai detto cose senza senso.
      Hai perfettamente ragione ed hai centrato anche il punto: vorrei parlare a questo ragazzo proprio per togliermelo dalla testa.
      Ma c'è qualcosa che mi frena, la stessa cosa che mi frena nel fare conoscenza, io non sono capace a rapportarmi con gli altri.
      HO una difficoltà immensa... non parlo con nessuno, mai.
      Non perché non li ritenga alla mia altezza, anzi! Mi sembra di non poterci comunicare.
      Che potrei parlare per un giorno intero ad ognuno di loro e nessuno capirebbe niente.
      non mi ascolterebbe, ed io non saprei ascoltare loro...
      Non so come spiegarlo.
      Grazie davvero..

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  3. "Non amo che le rose che non colsi / le cose che potevano essere e non sono / state" scrive Gozzano, e mi sembra, mentre leggo il tuo post, di sentire questi versi, recitati dalla voce un po' affettata del presentatore del concorso letterario cui aveva partecipato, vincendo, il mio amico I.
    Il ragazzo senza nome è la rosa non colta di Gozzano, la rosa che non cogli perché non ti appassisca tra le dita, la cosa non fatta solo per poterne avere il rimpianto, un giorno, immaginando quanto sarebbe stato bello, se. Le cose lasciate incompiute hanno un fascino impareggiabile, si sa: puoi completarle come meglio credi nella tua mente e la brutale realtà non avrà il potere di modificarle e di imbruttirle.
    Così con questo ragazzo misterioso, che ti affascina proprio perché non ci parli, la cui unica bellezza forse è rappresentata dal fatto che lui incarna il rimpianto, il desiderio non raggiunto, la felicità non goduta. È bello, te lo figuri colto e profondo, magari fantastichi sui discorsi appassionati che potreste fare insieme, e sai che per continuare ad alimentare la tua fantasia è fondamentale che rimanga tale. Se tu gli parlassi l'incanto si spezzerebbe, lui precipiterebbe in questa realtà vuota e noiosa e perderebbe ogni attrattiva. Il punto è che demitizzarlo è l'unico modo per disfarti di questa ossessione.
    Parlaci, scontrati con la realtà che è così poco poetica, così poco romantica, parla con lui degli esami, del tempo, del professore di teoretica, e il suo fascino si disintegrerà.
    Se tu provassi davvero qualcosa per lui, se ti muovesse un interesse reale, sarei la prima a dirti di lasciare il tuo ragazzo e seguire il tuo cuore, ma sai benissimo anche tu che non si tratta che di un palliativo, di un idolo che catalizza le tue attenzioni come in genere succede col cibo.
    I tuoi genitori sono stati sfortunati, tu stessa forse sei stata sfortunata ad averli avuti come esempio, ma non sei condannata ad un'esistenza priva di amore. Sei così giovane e sei una così bella persona, anche se lo neghi!
    Un abbraccio!

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    1. Non so cosa aggiungere.
      Se non che hai descritto perfettamente ciò che provo, non so come tu faccia.
      Non sono in grado proprio di parlare con lui. Mi sento brutta, goffa, e poi ho bisogno di lui per credere che esista qualcosa di diverso dalla merda in cui navigo, qualcosa come il dimagrire, qualcosa di più bello di così.
      Sono come su un precipizio, e basterebbe una spintarella.. ma io non VOGLIO morire.
      Deve esserci qualcosa di meglio..
      una famiglia migliore che potrò costruire, un ragazzo come il mio ragazzo ma che non mi deluda, che non tradisca la mia fiducia, un corpo in cui stare bene...
      DEVONO esserci da qualche parte.
      Per ora me li devo immaginare, altrimenti salterei giù dal precipizio

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  4. Ciao Cecilia.
    Io trovo una difficoltà immensa a commentare questo post perché sembra così tremendamente distante (e vicino) alla mia realtà che quasi fa paura.
    Tu stessa ti sei analizzata, tu stessa hai capito che il ragazzo è solo un oggetto, un pretesto, un'evasione a una realtà che ormai, finalmente aggiungerei, non vuoi più. È un ragazzo, poteva essere un cane, uno sport, un hobby, qualsiasi cosa.
    Probabilmente è un ragazzo anche perché, con il tuo ragazzo, le cose non si sono pienamente sistemate. Almeno dentro di te. Perché sai, secondo me, la tua situazione familiare, l'amore scemato tra i tuoi, il tradimento del tuo ragazzo e questa sorta di infatuazione per il ragazzo senza nome ti stanno portando piano piano a credere che l'amore non è reale.
    E che reale è tutto ciò che non ti tocca.
    La tua realtà che, ti rendi conto, non è una realtà "degna" (senza accezione negativa, ma non mi viene un termine adatto per dirlo). È una mezza realtà, qualcosa in potenza e non in atto.
    E tutto quello che è lontano da te, è la realtà, è il mondo. Conoscere il ragazzo senza nome vorrebbe dire farlo entrare nel tuo mondo. Conoscere il ragazzo vorrebbe dire portarlo nel vortice di dolore, disillusione e illusione.
    Sogni un mondo diverso, lo vedi, lo assapori, lo scruti, lo guardi, lo desideri... ma resta lì. Perché tutto quello che entra, muore.

    La paura che hai sentito l'altra sera, Cecilia, è reale. Sono quasi contenta che tu abbia avuto paura, perché la realtà ha fatto capolino nella tua realtà.
    Spero che il centro di disturbi alimentari ti aiuti a uccidere un vortice che è diventato una realtà alternativa. Spero che oltre alla paura, ora, faccia capolino la FORZA. La forza è reale.
    La speranza è reale.

    P.S puoi scrivermi, ho cambiato email solamente.
    Un abbraccio!

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    1. Ho letto il tuo commento mille volte e credo sia seriamente il più bel commento che io abbia ricevuto in assoluto.
      GRAZIE.

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  5. Tesoro, non sai quanto mi dispiace leggerti così triste. Non ho parole per sostenerti in questo momento perchè immagino quanto tu ti senta dilaniata e divisa interiormente. Solo una cosa mi sento di dirti. Sono d'accordo col commento sopra il mio, anche secondo me tu (forse inconsciamente) ti stai convincendo che l'amore in realtà non esista. Sei una persona incredibilmente profonda, e sono sicura che non hai bisogno di sentirti dire di riflettere prima di fare qualunque cosa. Se vuoi lasciare il tuo ragazzo, prima assicurati che sia almeno un po' di tutto ciò che credi lui sia. Almeno, parlagli una volta. Solo per assicurarti che il rimpianto non si trasferisca da lui al tuo ragazzo che avresti lasciato.
    Infine, volevo dirti che la passione che dedichi ai tuoi studi è sempre di ispirazione; e che sono felice che tu abbia preso appuntamento al centro.
    Un abbraccio enorme

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    1. Grazie di cuore.. davvero.
      Hai ragione, solo che io non penso che l'amore non esista in generale, ma che non esista per me.
      Vedo i miei genitori disprezzarsi, vedo mia madre disprezzare me, insomma proprio nell'ambiente in cui l'Amore dovrebbe circolare per eccellenza - la famiglia - io ci vedo odio, ricatti, disprezzo, sotterfugi, violazioni, violenze.
      Freddezza, distacco.
      Mi chiedo se si possa essere madri e padri diversi da così: io saprei amare i miei figli?
      No, io sono sterile grazie all'anoressia, è molto probabile, me lo hanno detto, che forse io sono sterile, e la cosa una volta mi dispiaceva. Ora lo spero, per non dover spiegare al mio ragazzo quando e se vorrà dei figli che io non sono capace di amare nessuno.
      Per questo l'amore del mio ragazzo non mi basta, il suo "tradimento" così semplice, così diffuso in qualsiasi coppia a me ha distrutta: io amplifico tutto, tutto per me è una tragedia, ogni briciolo di amore che raccolgo non può venirmi tolto, sono come un bambino del cazzo con i suoi giocattoli che si sbranerebbe chiunque glieli tocca.
      Io così ho fatto con il mio ragazzo: mi ha tolto come l'osso per un cane affamato quell'amore che era l'unico amore sicuro: mi sono sempre detta "l'unico ad amarmi è il mio ragazzo, che bello! Lui non mi deluderà mai!" e poi, bruscamente, lui se lo è ripreso; così ho subito mirato lo sguardo altrove, ho cercato un altro ragazzo a cui affidare (se pur nella mia testa malata) questo amore, e mi sembra che guardarlo e immaginare come lui potrebbe amarmi mi faccia stare serena, come per dire "l'amore è lì, non mi verrà tolto, se voglio posso prendermelo, è tutto in quel ragazzo sconosciuto, e nessuno me lo può portare via".
      Non so se si è capito qualcosa, scusa mi sono dilungata ma il tuo commento mi ha ispirato una riflessione che volevo condividere con te.
      PS: forse qualche volta hai detto che ti piace la Filosofia, allora mi riferivo un po' anche a te.
      Se senti che ti piace non farti nessun problema: è una meraviglia. Uno splendore.
      Un bacio

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  6. Io ho 60 anni e quando avevo la tua età mi innamoravo in ogni gruppo che frequentavo.
    A differenza tua, attivamente cercavo di avvicinarmi e poi uscire.
    Credo siano modi per cercare conferme...magari per capire se siamo interessanti.
    Ma non ci vedo nulla di male. Devi solo fare epochè. Non affannarti nel prendere posizione.
    Non potresti esserti invaghita e basta?

    Hai fatto bene a chiedere aiuto. Cerca di risolvere le tue paure/disturbi/disagi/dolore.
    Questa si che è una priorità.

    Che dire dei genitori che si comportano così.
    Poco o nulla forse. Succede che se c è un livello di malessere alto i genitori non possono "salvare" i figli (son occupati a capire solo se stessi). Non riescono nemmeno a capire che ciò che fanno ferisce a morte l altro.

    salvati piccola...ma salvaguarda le tue emozioni di giovane donna (amori/sogni/desideri/passioni)
    Susi

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    1. Grazie mille per questo commento.
      Grazie grazie grazie.

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