mercoledì 9 settembre 2015

Crediamo d'intenderci, ma non ci intendiamo mai.


Faccio l’educatrice all’oratorio.
Da cinque anni, insieme ad altri cinque ragazzi, faccio l’educatrice in particolare di bambini che fanno prima media.
Li ho conosciuti che facevano terza elementare e che io ero magra, ed ho legato tanto con loro, con loro ho vissuto il campo estivo che vi raccontavo l’anno scorso, con loro ho costruito una delle poche cose belle della mia vita.
Oggi pomeriggio, dopo essere svogliatamente uscita con una mia compagna delle scuole medie, sono passata nel mio oratorio perché la responsabile dell’oratorio dove presto il mio servizio di volontariato mi doveva parlare.
Mi aspettavo tutto, mi aspettavo critiche, rimproveri, le solite cose, ma non mi aspettavo quello che mi ha detto.
Premetto che i bambini sono divisi in classi e, nel mio gruppo di animatori di prima media, c’è una ragazza in gamba che più volte la Responsabile ha tentato invano di spostare in gruppi che avessero più bisogno ma senza risultati, perché lei vi si opponeva con tutte le forze.


“Cecilia,” sono state subito le sue parole: “ho pensato di spostarti con i bambini di terza elementare. C’è tanto bisogno lì.”
Mi si è fermato il cuore.
Mentre mi spiegava alcune cose che non ho ascoltato il mondo girava velocemente ed io ho solamente pensato due cose:
!) "Avrebbe dovuto spostare Paola, non me, era lei con cui insisteva sempre ma che rifiutava da anni”
e
2) “mi devo abbuffare. Adesso.”

Forse questo secondo pensiero è stato quello che mi ha impedito di dire: “No, scusami tanto, avevi pensato a Paola per la terza elementare, perché devi separarmi dai miei bambini di prima media? Perché soltanto a causa del mio essere così debole, remissiva, obbediente e inetta devi farmi questo? Tu volevi spostare Paola: perché lo hai fatto? Io resto dove sono, con i miei ragazzi, i miei ragazzi, devo ancora fare tanto con loro…”.
Infatti, invece, un “Ok perfetto, va benissimo” che ho pronunciato distrattamente è stato sufficiente a farmi essere fuori di lì in meno di cinque minuti.

Un quarto d’ora ed ero a casa, in lacrime.

È arrivato il mio ragazzo a salutarmi ed io come una scema ho pianto anche di fronte a lui per questa immensa cazzata, lui che come sempre ha difeso la responsabile dicendo, giustamente – e forse questo, la consapevolezza che avesse ragione, mi ha ancor più distrutta – che io presto un servizio gratuito, lì, e non sono lì per amichevolizzare con dei ragazzini ma per aiutarli, fornirgli una valida alternativa a ciò che nella società viene offerto loro; non è servito a nulla nemmeno presentargli la mia ipotesi che avesse spostato me perché sono la più arrendevole, la più debole, quella che non dice ciò che pensa, che non si ribella, perché lui mi ha interrotta subito dicendo che erano sciocchezze, che io in quel momento ero in servizio, che semplicemente volevano contare maggiormente su di me perché di me si fidavano.
c'era bisogno in terza elementare? Hanno mandato me, punto. Sono una volontaria, punto.

Io l’ho sempre detto che il mio ragazzo è dolce ed intelligente, sempre così giusto, ragiona molto, non accusa mai nessuno se non chi ha effettivamente torto insomma, un vero paladino della giustizia.
Ma io, vedete, ho avuto scioccamente bisogno di qualcuno che mi dicesse “Si cazzo, hai ragione, che manica di stronzi!” e che accogliesse il mio sfogo.
Infatti, sapendo che il mio ragazzo avesse pienamente ragione e che il mio fosse solo un ingiusto capriccio, l’ho fatto dolcemente tornare a casa dove lo aspettavano (non l’ho mandato via, semplicemente non l’ho trattenuto), e con il sorriso gli ho detto “Grazie di esistere, mi tranquillizzi sempre così tanto!”
sono entrata in casa, ho aperto gelato, patatine, uova, zucchero, farina per fare uno zabaione veloce ed ho mangiato tutto.
Insomma mi sono chiusa in me stessa consapevole di
-avere torto
-non sapere cosa fare che escludesse il lamentarmi
-volermi assolutamente dedicare a qualcosa d’altro.
Ho deciso così di sedermi e, per una volta, analizzare una mia abbuffata.
È così semplice, così sciocco, così … banale!

Io sono lì a prestare un servizio, di certo nessuno ha pensato “c’è bisogno, Paola non possiamo spostarla perché ci sputa in faccia, spostiamo cecilia che tanto dice sempre si perché non ha polso!”
E sicuramente vedermi aumentare di peso non indurrà in nessuno il sospetto che “forse nessuno le sta accanto tranne il cibo… non forziamola!”
Quello che mi fa più male delle mie abbuffate è che è una semplicissima opera di vittimismo.
Puro vittimismo. È ovvio, mi sembra, che nessuno verrà mai a dirmi “Stellina, ti abbuffi, fatti abbracciare!, non ti spostiamo da nessuna parte, rimani con i tuoi ragazzi!” se per prima non lo chiederò io; dunque, visto che io non lo farò, è tutta una questione di sentirsi vittima.

Come rimediare?
Eppure, essendomi abbuffata ora, mi sento bene. Sono grassa, la bilancia segna 68.5, però ora sto bene. Penso in continuazione a mangiare mangiare mangiare, niente può farmi male, nemmeno il mio vittimismo.
Mi lamento, mi abbuffo eppure sto bene.
Ma non lo dico, stranamente, per sentirmi dire “non stai affatto bene, se sei qui a scrivere”, perché questo già lo so (anche se, lo ammetto, quando qualcuno mi dice che “sicuramente sto male”, quando anche io me lo dico, è un grande orgasmo, chissà perché); lo dico perché ora come ora non riesco a capire per quale altro motivo, se non per dimagrire, io dovrei voler smettere di abbuffarmi.


Boh questo post non è commentabile ma lo scrivo.

 
Non so più comunicare.
 
 
 
 
 

6 commenti:

  1. è difficile commentarti questa volta..
    non riesco a non chiedermi perché tu non ti sia fatta valere un pochino. Probabilmente sarebbe bastato fare presente che il percorso che hai cominciato con i tuoi ragazzi non lo reputi concluso e ti avrebbero lasciata con loro. O magari avresti dovuto litigare.
    Perché, sì, fai volontariato e non lavori per l'oratorio. Quindi hai tutto il sacrosanto diritto di fare almeno sentire la tua voce. Se poi hanno buone ragioni per spostarti comunque pace, ma non ti s può togliere il diritto di dire la tua solo perché si tratta di volontariato.

    Io capisco che tu ne soffra, ma non posso compiacerti fino in fondo e dirti che sono tutti degli stronzi infami perché non hai dato loro modo di sapere fino a che punto questo spostamento ti ferisse.
    Se tu avessi pianto per non essere spostata e loro lo avessero fatto in ogni caso avrei detto a gran voce che avevi a che fare con degli stronzi.. ma loro non sanno come ti senti perché tu non lo hai detto.

    E questo secondo me è più importante delle abbuffate in sé.
    Dovresti indagare sul perché ti è così difficile far valere le tue parole... purtroppo io non sono la persona più indicata per aiutarti ma sicuramente ascolterò tutto quanto vorrai dirmi.
    Sperando di non averti offesa ti abbraccio forte.

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  2. Sottoscrivo ciò che ha già detto Kore, e tutto sommato, anche le riflessioni finali che hai espresso tu. Esci dal buio, torna dalla responsabile e dille: "Ci ho riflettuto, e vorrei rimanere con i miei ragazzi". Se non avessi avuto quella valvola di sfogo che è l'abbuffata, e ti fossi trovata faccia a faccia con questa situazione, non l'avresti affrontata così, di petto? Questo mi sembra un ottimo motivo per smettere di abbuffarti.

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  3. Io avrei reagito con "ma che manica di stronzi!", se vuoi puoi fidanzarti con me! :)
    Scherzi a parte, capisco. Anche io sono sempre circondata da persone razionali che non capiscono le mie ansie, le sminuiscono e le riportano ad una dimensione accettabile, mentre a volte vorrei che amici, genitori, fidanzato reagissero a tono alla mia tragicità. Sarebbe come vivere in una telenovela, ma vuoi mettere la soddisfazione di essere capita?

    Comunque io non accetterei mai una cosa del genere. Cioè, sono i TUOI bambini, li hai visti crescere, li hai seguiti, puoi fare ancora tanto per loro! E non importa che da qualche altra parte ci sia bisogno, non c'è qualcun altro libero, magari qualcuno che si occupava dei ragazzi più grandi che non hanno più bisogno di educatori?
    È comprensibile che tu voglia rimanere con loro, e mi sembra anche perfettamente lecito.
    Io proverei a riparlare con la tizia. Mal che vada, te ne torni a casa con un nulla di fatto ma ti sei tolta un sasso dalla scarpa!
    Un bacio!

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  4. Invece hai fatto un'ottima opera di comunicazione con te stessa, credo. La strada per trovare l'equilibrio è lunga e impervia. Ma alla fine , anche tutte queste abbuffate avranno un significato. Ci sono dei momenti in cui è consentito dirsi "lasciamoci perdere. Adesso sono così e non potrei fare di meglio", ma altri in cui bisogna saper riconoscere che nel cibo si proietta un nutrimento che ci manca, e che non ha nulla a che fare con zuccheri e calorie. Anche se qualcuno ci ama con tutte le sue forze, finchè non saremo noi ad amare noi stesse non riusciremo mai a concepire una simile forma d'affetto. è triste, ma è una motivazione sufficiente per cambiare le cose. so bene che ognuno deve fare le proprie esperienze e prendere la svolta solo quando è pronto...ma se mi guardo indietro e penso a tutto il tempo che ho perso a vomitare e a piangere, anzichè prendermi la responsabilità di quello che ingerivo. mi vengono ancora le lacrime agli occhi. tutte le giornate, i week end e le stagioni dei miei 16, 17, 18 anni, non li riavrò mai più. Sono andati persi per sempre, solo perchè sono stata così stupida da aspettare che qualcuno mi tirasse fuori dalla situazione, quando l'unica che poteva farlo ero io.

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  5. Ceci sei tu e solo tu che puoi aiutarti. Solo tu puoi trovare la forza per dire quello che pensi e farti valere, per non aprire il frigo e punirti.
    Tu sei forte. Tu sei una delle persone più comunicative che io conosca, smettila di buttarti merda addosso!
    Te lo dico con durezza forse, ma sai quanto credo in te, ed è per questo che non ti voglio vedere ancora ad autosabotarti.
    Un bacio grande

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  6. Ma non é giusto! Tu hai visto crescere quei bambini, e immagino hai creato un buon rapporto con loro, perché dovresti interromperlo? Magari sei una buona educatrice e per questo ha pensato che saresti stata perfetta per altri bambini, più piccoli, ma comunque questo non giustifica il suo volerti spostare da un altra parte così di punto in bianco.
    Come diceva qualcuno prima di me prova a chiedere spiegazioni, a capire il perché di questo spostamento e se é possibile non farti spostare, al massimo ottieni un rifiuto ma almeno puoi dire" io ci ho provato"
    Ti abbraccio forte

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