mercoledì 10 giugno 2015

Spenta: riflessioni post- Nausea


“Piccoli sprazzi di sole sulla superficie d’un mare cupo e freddo.”
Jean – Paul Sartre, La Nausea.

L’ho appena finito di leggere. Leggo “La nausea” anziché studiare per la maturità. Non c’è niente che mi importi davvero. Non c’è niente che riesca a mantenere il mio stato d’animo costante.
Faccio tutto, di tutto, per fare in modo che la mia maturità faccia schifo. Non apro libro dall’ultimo nove che ho preso di arte, dall’ultimo nove e mezzo di latino, dall’ultimo nove di matematica, dall’ultimo cinque di fisica.

Ma io nel mio cuore so che mi cadrà tutto addosso, lo sento. Sto tentando di prepararmi in tutti i modi alla disfatta, volevo anche già scrivere un post in cui vi annunciavo che da una media dell’8.3 (con un sei di fisica in pagella, sudato e voluto) sono riuscita a prendere un bell’80 scarso, o forse poco meno, e poi pubblicarlo dopo l’orale, quando ne avrei avuta la certezza.

Da quando ho letto “La nausea” niente è come prima. Niente. Ho letto molti miei pensieri in quelle pagine, come scandagliare un animo, e mi sono sentita esattamente come quegli uomini che pensano che basti un libro a scandagliare il proprio animo; come quelli che non si accorgono di essere semplicemente loro stessi.
Trasmette una grande melanconia, quell’abulia, quello stato depressivo in cui ristagno perennemente.

 “Piccoli sprazzi di sole sulla superficie d’un mare cupo e freddo”.
Si potrebbe dire il riassunto della mia breve esistenza? Certo che no. Vorrei mantenere un briciolo di personalità, quando leggo un libro: l’ho pensato parecchie volte. In fondo non so bene che personalità io abbia.
Tra tutto, l’unica cosa che so è che qualcosa continua a non andare. Raccolgo giorni e li mescolo a insoddisfazione, vergogna, noia, tantissima noia. Noia di essere me.

 “Tuttavia, sono inquieto: ecco che già da una mezz’ora evito di guardare questo bicchiere di birra. Guardo in su, in giù, a dritta e a manca: ma lui non voglio vederlo. E so benissimo che tutti questi scapoli che mi circondano non possono essermi d’alcun aiuto: è troppo tardi, non posso più rifugiarmi in mezzo a loro. Verrebbero a battermi sulla spalla, e direbbero: <<Ebbene, che cos’ha questo bicchiere di birra? È come tutti gli altri. C’è scritto: “Spatenbrau”>>. Tutto questo lo so, ma so che c’è dell’altro. Un niente. Ma non so più spiegare quello che vedo. A nessuno. Ecco: scivolo pian piano in fondo all’acqua, verso la paura.”
Non oso dire che è così che mi sento: non posso aggrapparmi sempre alle sensazioni degli altri per descrivere le mie.

Dovrò pur provare qualcosa.
E invece non c’è niente. Ho il libro accanto e un vuoto nuovo, un vuoto diverso, ed il libro è già diventato vecchio. Niente di originale in me.
Mi trascino e, a parte qualche amara sensazione che non voglio spiegare, che non so spiegare, che non servirebbe spiegare, tutto procede insieme al resto.
Ad un certo punto del libro ho pensato di abbuffarmi, non sapevo cosa provare. Poi, invece, ho pensato che no: digiunare eternamente sarebbe stato molto più soddisfacente. Sarei stata magra e nessun libro mi avrebbe più fatto male.
Fatto sta che ho mangiato uno yogurt all’albicocca senza capire cosa mi mancasse, e questa sera ordiniamo il sushi; ciò mi rende allegra, serena, preoccupata, ansiosa, indifferente? Magari! Provo solo un certo disgusto. Per me stessa e per quello a cui penso.
Disgusto perché farò un esame del cazzo e disgusto perché me ne importa TROPPO, o per lo meno più del niente che me ne dovrebbe importare.

 A chi posso descrivere tutto questo? Questo fastidioso marcio che mi sta nella punta dei piedi? Questa incomprensione questa paura, questa angoscia?

Mi annoio, ecco tutto. Ogni tanto sbadiglio così forte che le lacrime mi scendono giù per le guance. È una noia profonda, profonda, il profondo cuore dell’esistenza, la materia stessa di cui son fatto. Non mi trascuro, tutt’altro: stamane ho fatto il bagno, mi son fatto la barba. Soltanto, quando ripenso a tutti questi piccoli atti solleciti non capisco come abbia potuto farli: son così vani. Sono le abitudini, senza dubbio, che li hanno compiuti per me. Non sono morte, loro, continuano a darsi da fare, a tessere pian piano, insidiosamente, le loro trame, mi lavano, mi asciugano, mi vestono, come balie.”
Questa sera mi sono accorta che noi uomini amiamo tanto leggere delle cose che hanno senso. Questo libro non ha senso, e stranamente l’ho amato.
Quello che scrivo non ha senso. Eppure ho un disperato bisogno che qualcuno lo legga.
 Perchè?
Saranno i miei che urlano, stasera? Sarà che ho chiesto a mia mamma di far dormire il mio ragazzo a casa mia sabato, per la prima volta, dopo due anni e mezzo, e lei mi ha risposto urlando che lo volevo invitare solo per fare le nostre sporche cose?
Saranno davvero queste semplici sensazioni, queste che un minuti dopo non si provano più, né forti come quelle del principio, né forti per niente?
Sarà davvero mia sorella che chiede a mio papà qualcosa e lui urla “Che cazzo è?? Io sto lavorando!”, e sarà che lui lavora sempre, ha sempre lavorato, e non è mai esistito, mai come padre?
Davvero è questo?

Semplice disgusto. 
Questa sera è molto importante, perché non mi sono mai sentita più sola di così. Ed è importante perché è quello che dico sempre.

 “Piccoli sprazzi di sole sulla superficie d’un mare cupo e freddo”




25 commenti:

  1. Io ti lego cecilia. Ti leggo e ti sono vicina.
    Purtroppo non so che dirti, non ho mai provato quella sensazione di nausea.
    Però, una costante nella mia vita è l'idea di non essere originale, di essere non solo una copia, ma una brutta copia di qualcosa. È la prima volta che lo ritrovo in una persona che non sia io, e dall'esterno -almeno nel tuo caso- posso dirti che è una sciocchezza.
    Andiamo, come puoi ritenerti non originale. Non ti conosco, leggo sprazzi della tua vita attraverso i tuoi post e già mi sembri speciale.
    Non solo per il modo meraviglioso in cui scrivi, ma per le cose che comunichi.. Per il fatto di essere unica!

    Mi dispiace che tu ti senta sola..
    Hai mai pensato che potrebbe aiutarti avere meno "tempi morti" nella tua routine. Io, per esempio, sono una persona molto solitaria.. Però ho imparato a riempire i miei tempi morti, più che altro perché ho capito che i problemi cominciano quando lascio correre la mia mente. Ho imparato, per così dire, a spegnerla.. Non sempre funziona, ma meglio di nulla.
    Prova a trovarti dei nuovi passatempo, non so.. potresti uscire..
    Oppure se sei solitaria e cupa come me potresti edere nuove serie Tv, iniziare nuovi videogame.. Magari anche se non sono il tuo genere possono piacerti.

    Spero di averti tenuto almeno un po' di compagnia.
    Ti stringo

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  2. Perlomeno...gli sprazzi di luce ci sono.
    Sartre mi è sempre piaciuto molto; diciamo che è stata una delle personalità che hanno contribuito al cambiamento della mia visione del mondo e di me stessa. "Sono brutto, basso e storpio..ma posso fare della mia bruttezza un vanto" :)
    Meglio leggere che studiare..dopo le superiori di quel voto non importa a nessuno, a meno che tu non voglia accedere a qualche collegio privato.
    Grazie al dolore non solo impariamo noi stessi, ma imparano anche gli altri...se tu non ci fossi, se io non ci fossi, se tutte le altre non ci fossero, ci sentiremmo ancor più astri soli e vaganti; è osservando gli altri, persone come te, che ho capito che di stelle ce ne sono molte, ognuna nel proprio sistema. Fanno luce sugli altri pianeti, schiariscono il percorso..ma se provano ad ammirarsi rimangono folgorate da loro stesse. Il risultato? Confusione...
    Tu hai senso, proprio come quel libro. Ma è inaccessibile ai più. Non devi capirlo..devi sentirlo.

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  3. Forse il digiuno ti può alienare, in parte, dall'ansia e dal dolore. Perché è quello che mi pare emerga da queste parole: l'ansia mancata per l'esame, il dolore mancato per la condotta della tua famiglia. Forse, puoi sfiorare l'atarassia, se è quello che vuoi. Ma personalmente trovo molto più spaventoso trascinarmi nell'esistenza senza sentire nulla... niente dolore, ma neppure gioia. Tu no?
    Non anestetizzarti.

    PS: io questo te lo allego, chissà mai che... http://hyperboleandahalf.blogspot.it/2011/10/adventures-in-depression.html

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  4. Carissima......
    Ti sento annoiata, di una noia angosciosa, triste, senza senso.
    La tipica sensazione di vuoto che ti attanaglia, l'insoddisfazione, il non trovare un senso a niente.... capisco tutto, credimi.
    Magari non nel tuo stesso modo, ma lo comprendo assai.
    Non sei sola. Anche se ti ci senti, anche se ne hai la convinzione.
    Anime in tempesta, anime che percorrono una strada in apatia, con la testa rivolta verso il basso, la bocca serrata e la nausea ce ne sono un bel po'. Fidati.

    La devi smettere di farti ancora del male. Hai una grande preoccupazione dell'esame imminente, ma allo stesso tempo cerchi di negarlo a te stessa. Vorresti che tutto andasse male, o, storto per confermare che avevi ragione, per confermare la tua inettitudine.
    Non troverai mai questa conferma, neanche con un ottanta alla maturità. Perchè quel voto lo otterresti usano a malapena il 10% delle tue capacità. Sarebbe il segno del tuo masochismo, della tua cattiveria con te stessa, ma non delle tue incapacità.
    Tanto vale far vedere a tutti quanti vali, sopratutto a te stessa.
    Provare a ribaltare le tue aspettative, prendere il timone per una volta e vedere fin dove puoi arrivare.
    E' questo il momento, il momento per allievare la nausea e dare un maggior senso a tutto.

    ,,, Cosa ti costa farlo? Cosa ci perdi ad impegnarti per altre due settimane? Perchè se potresti ottenere molto, ti accontenti del niente? (Ti accontenti per modo di dire, bruci dall'insoddisfazione)
    Un abbraccio grande grande.

    (scusami se non mi sono fatta sentire, sono stravolta dal lavoro, in ansia per l'eventuale assunzione, persa nelle mie paure!)

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  5. ciao bella...
    traspare tanta tristezza dalle tue parole....
    riesci a comunicare....ed è importante...
    vuol dire che nutri e puoi nutrire.....anche di sentimenti per così dire 'negativi'...come una tristezza...
    però è la tristezza che ti ha spinto a leggere Sartre...che ti 'illumina'verso i tuoi interessi..
    è una tristezza 'ricca'...e non è da tutti coglierla...

    ti stringo forte forte

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  6. p.s.mi sono dimenticata...non so se hai visto....ma ti ho risposto al post degli avatar...
    bacio

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  7. Sai, anche io a volte mi sento sola....come se nessuno sulla faccia della Terra potesse capire anche solo qualcosina di quello che provo. Come se fossi diversa da tutti, profondamente diversa ma allo stesso tempo insignificante come pochi..
    È difficile riuscire a capire quello che si prova...e difficile riuscire a trasmetterlo, anche per chi scrive bene come te. Qualcosa non torna in questa vita, vero? (fosse solo qualcosa! )
    Giusto ieri chiedevo a una mia amica cosa servisse, secondo lei, per essere felici...mi ha detto innanzitutto stare bene con se stessi, riconoscere le proprie capacità... Vero, probabilmente. Ma qualcosa manca sempre, almeno per me.
    Non so, sono sconclusionata come sempre.
    Spero che tu riesca a ritrovare un po' di concentrazione per lo studio, visto che giustamente ci tieni un po'...ma ci sono cose più importanti e lo sai....quindi se un pomeriggio vorrai uscire a fare un giro in bici...fallo! Forse il segreto è fare quello che ci va in quel momento senza pensarci troppo, non ne ho idea.
    Ti abbraccio Sybil, cerca di stare bene!

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  8. sai
    adesso probabilmente scriverò una cosa che farà pensare "ah ma guarda sta stronza presupponente". Non te lo scrivo per antipatia vorrei solo sottolineare questo.
    Sai cosa succederà se non studirerai più dall'ultimo nove? otto? tre? o chissenefrega?
    Be, che non avrai studiato da quella data. Ecco cosa succederà. Che prenderai forse qualche punto in meno perchè non avrai poi così fresche le risposte . Sai quanto gliene fregherà al mondo del tuo 90 ala maturità? o del tuo 88? Una sega. L'unica persona a cui importerà sei tu se deciderai di dargli valore. E se glielo dai o ti metti a studiare per ottenere quello che vuoi oppure dopo fatti almeno il favore di non lamentarti. Non devo certo dirti io che il voto di maturità non pregiudica nulla. PUò essere una soddisfazione tua personale e al massimo esonerarti dalle prime rate all'università ma poi...poi avrai subito esami con il triplo di materiale.
    IMPARA DALLA MATURITà. Io ho imparato tantissimo. Non nozioni, ho imparato da me e da come la stavo affrontando a colata a picco. Che non avrei permesso a nulla di farmi perdere , che la mia resa non sarebbero state ore sotto al sole a camminare o biscotti vomitati nel cesso. Sere passate a crogiolarsi con libri e poeti maledetti. Credo di avere ancora dei post pre maturità e in un qualche modo è lì che ho tirato fuori una piccola svolta. All'epoca non l'avrei mai vista, ci sono voluti anni prima di percepirla. Ma se non ci fossse stata sarei una svolta più indietro.Impara da questo tuo dolore, da questa esperienza . Questo è il primo grnade scoglio in merito a carriera. Il più piccolo ma il primo. Dagli un significato non fare che della sofferenza passi gratuitamente senza almeno un segno. Il mondo non è ingiusto, non è di gente che se la piagnucola, il mondo è di chi se lo sa prendere.

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  9. La noia esistenziale la conosco fin troppo bene. Sembra che nulla possa scuoterti, neppure il successo agli esami di maturità. Che, sì, forse ti renderebbe contenta, ma per un'ora o due, poi lo dimenticheresti e torneresti ad annaspare nel tuo tedio. E allora inconsciamente ti auguri che possa andare male, forse speri in questo modo di imprimere una forza diversa alla tua piatta noia? Speri di poterla spezzare con la delusione di un risultato mediocre? O cerchi conferma di quell'inettitudine che ormai per te è diventata rassicurante come la malattia, e ti ci rifugi dentro anche quando nessun altro è disposto a considerarti un'inetta.
    Il voto di maturità vale solo per te, e sei tu a decidere il suo valore. Nessuno lo guarderà più, forse qualche volta te lo chiederanno gli amici incontrati all'università, ma vale meno di quel che pensi mentre ti imponi di fregartene. Vale meno della tua preoccupazione e meno della tua preoccupazione di startene preoccupando.
    Ma purtroppo non puoi importi di fregartene, non ci riesce quasi nessuno e tradizione vuole che la maturità sia un passaggio obbligato da ricordare per sempre, nel bene e nel male. Quindi, se non riesci a fartela scivolare addosso come vorresti, allora prenditi questo novanta, novantacinque, o che. Tanto prendere ottanta non ti scuoterà dal tedio, ti renderà solo più odiosa a te stessa, me lo sento.
    Un abbraccio!

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  10. Non è vero che non ha senso quello che scrivi. La noia, la solitudine, il senso di fallimento sono state mie compagne per parecchio tempo, poi per fortuna sono migliorata, solo con le mie forze, ovviamente, ma di strada da fare ne ho ancora troppa e a volte mi stanco e mi sento sfinita da questa lotta che forse non vincerò mai contro me stessa... e allora l'unico modo è accettare come sono fatta e cercare allo stesso tempo la forza dentro di me per tenere a bada la noia, allontanare la solitudine e cercare di capire che nella mia vita c'è di meglio che rimanere chiusa in una stanza o stesa su un divano a crogiolarmi in tutto quello che fa solo male al mio animo.. La mia maturità è stata ormai quasi 15 anni fa, se ci penso mi dà i brividi, ma ti dirò, sono convinta che sia assolutamente vero quello che hanno già detto le altre prima di me e cioè che il valore di questo passaggio di vita, perchè in qualche modo anche di questo si tratta; lo conosci davvero solo tu, lo stabilisci solo tu. Ed è anche,e forse tristemente vero che poi alla fine a nessuno importerà perchè è vero che quello che è importante per noi può non esserlo per chiunque altro al mondo. Io personalmente ho preso 80/100 e non mi è sembrato mai mediocre nè ottimo. Era solo il voto della maturità visto che non vedevo l'ora di uscire dall'ambiente scolastico che fin dalle classi dell'asilo mi ha portato solo sofferenze a causa di bullismo davvero pesante che ho sempre costantemente subìto... questo non lo dico per darti in parte ragione o di fregartene o prenderla come va perchè io stessa ero parecchio brava e studiosa ma non mi sentivo abbastanza protetta nè stimata nell'ambiente da avere voglia di dare di più o di eccellere, addirittura... lo dico invece perchè questo passaggio di vita, come l'ho chiamato io invece potrebbe portarti su una strada diversa, sulla quale puntare per uscire dalla noia, dalla nausea, dal senso di fallimento, di non senso in cui ti trovi perchè ti meriteresti di meglio ma deve partire tutto da te. Io credo che tu sia una ragazza molto preparata e che sia doveroso impegnarti come hai sempre fatto per una semplice questione di orgoglio personale. E poi, ti prego, volta pagina e vivi in base alle tue emozioni, non in quelle descritte nei libri, perchè per quanto siano ben narrate e facciano viaggiare con la fantasia, il mondo reale è ben altra cosa e tu ne sei ampiamente consapevole perciò ti prego, crea il tuo personale libro della tua vita. Auguri!

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    1. Bellissimo commento, grazie..ma io pagherei per incontrare chi ha scritto quelle pagine e descritto quelle sensazioni. Anche perché piu parlo con la gente, piu non ci trovo nulla.. Nulla di tutto ciò..

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  11. Sybil guarda in una sola drezione "costruire la tua vita" ,per lascare quello che non ti piace,per crearti un tuo spazio una tua vita senza lasciarti corrodere dall'esterno.Chiunque ti gira attorno sono solo fgure nella tua vita,decidi tu chi e cosa deve restare o è meglio lasciare andare.
    Costruisci la tua vita.
    Un abbraccio

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  12. caro, dolce, piccolo Sartre. Come adoro lui e la de Beauvoir, beh, nessuno mai... la nausea l'ho letta anche io, un po' di tempo fa, di fatto, ed è meravigliosa. Mi ci ritrovo anche io, tantissimo, però mi aggrappo disperatamente, ostinatamente, furiosamente, a quegli sprazzi di luce. perché io vivo per quelli, li cerco in ogni modo, cerco di farli durare il più a lungo possibile. E alla nausea non mi arrendo, non posso e non voglio farlo, perché io non sono fatta per questa condizione di nausea, di vuoto, di noia, e neanche tu lo sei, già solo per il fatto che leggi, che hai delle passioni, che sei una studentessa tanto brava.
    Io, in cuor mio, spero tu abbia studiato, non soltanto per il voto da prendere alla maturità, ma per la tua soddisfazione, perché, se quel che studi ti appassiona sul serio e se tieni a conseguire un risultato meritevole, è giusto che tu ce la faccia. Poi la maturità non interessa a nessuno, però forse puoi imparare qualcosa da te stessa, dalla tua disciplina, dalla tua costanza, dal tuo modo di affrontarla, questa situazione. Io non lo so, come andrà, l'anno prossimo, probabilmente sclererò e sarò isterica, eppure sto iniziando a pensare che non posso permettermelo, anche se l'ansia a scuola mi ha condizionata tanto, perché io a quest'esame, anche se manca tanto, tengo davvero, e forse forse, dopotutto, mi merito di farlo come ho sempre sognato, senza che ansia, isteria, noia esistenziale e nausea mi condizionino. E lo stesso, credo, vale per te.
    Ora starai facendo il tema, e, francamente, non può andarti male, perché scrivi in una maniera che a me toglie un po' il fiato, anche se i temi sono diversi, è ovvio. E quindi ti invio tanta tanta energia positiva, e poi racconta :)
    Minerva


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  13. ciao Sybil..in bocca al lupo per gli esami!!
    tieni duro!!

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    1. Grazie per avermi pensata...grazie di cuore sei una meraviglia..

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  14. AMO TROPPO COME SCRIVI.
    Quoto @justvicky, impara dal dolore e dalla sofferenza. I periodi brutti passano, ma bisogna reagire. Capisco perfettamente il tuo non sentirti forte abbastanza in questo momento, l'ho passato anche io. Ma passerà. Tocco il fondo per darmi la spinta, succede periodicamente, ma ad ogni passo sono sempre piu forte.
    Ti sono vicina <3

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