lunedì 27 ottobre 2014

Muss es sein? Es muss sein. Es muss sein, es muss sein, ja, ja, ja.

Cara Sybil, come stai?
Sono nel baratro. Attualmente sono in un baratro da cui non riesco ad uscire. L'altro ieri mi sono abbuffata per l'ennesima volta ed ho vomitato, per l'ennesima volta, con la solita voglia di arrendermi e con la solita abitudine a soddisfarla.
Volevo coltivare la bellezza, ragazze, in ogni suo aspetto. Ho provato anche a leggere di più, ho fatto un tema bellissimo, ho sorpreso me stessa, il mio professore mi ha proposto di partecipare alle olimpiadi di Italiano, ho anche vissuto un momento di estrema fiducia in me stessa: ho pensato seriamente di fare filosofia e intraprendere la carriera di giornalista, ho anche deciso che avrei scritto un libro, ho deciso che sarei andata all'estero per imparare le lingue, avrei fatto un viaggio per scrivere e avrei fatto della scrittura la mia vita perché è l'unica cosa che riesco a vedere per me: cambiare e stravolgere la vita delle persone con le parole, dimostrare la loro potenza e penetrare nel cuore, un obiettivo ambizioso ma in cui ho creduto. Ho davvero pensato di valorizzare me stessa nella scrittura, ho fatto piangere il mio ragazzo facendogli leggere i miei temi, che ho steso in un'oretta scarsa, di getto, strappandomi il dolore di dosso e disponendolo accuratamente sulla pagina pulita; ho riordinato le mie contraddizioni ed ho proprio creduto che solo una pazza come me che mangia e vomita può riuscire ad essere così precisa e profonda in cinquanta righe, solo una persona che si crede unica perché si sfonda di cibo e poi si infila le dita in gola può riuscire a razionalizzare e rendere il proprio strazio interiore insospettabile con tanta pacatezza.
Eppure, ragazze, come sapete, i miei stati d'animo sono solo macchie sporche nel mio corpo enorme, ed io ormai ho smesso di contarle, perché si creano e si dissolvono con una facilità che non riesco a spiegare.
Ecco che il mondo mi crolla in pezzi addosso, con la pesantezza di tutto ciò da cui non si può scappare e sopra cui non si può costruire ed immaginare: un messaggio "Cecilia, gira voce che tu sia incinta. Ti senti bene? Non esitare a chiedere se hai bisogno".
Pensavate non ci fosse niente da immaginare oltre a delle parole così chiare, no?! E invece Sybil è riuscita a fare un dettagliato elenco di motivi per i quali dovrebbe girare una voce tanto assurda, e le sue motivazioni, rileggendole con attenzione, le sono parse anche fondate e assolutamente probabili, all'inizio, fino a subire una rivalutazione determinante, sempre da parte della nostra Sybil che non può sbagliare quando si tratta di sparare su se stessa, che le ha trasformate in verità assolute ed incontestabili (come del resto come tutte le sentenze che sputa Sybil) !
Ebbene, ecco cosa Sybil ha elaborato con la sua geniale mente malata.
Dovete sapere che Sybil va a scuola con lo stesso maglione enorme di suo padre e i pantaloni della tuta tutti i giorni da due settimane, e li toglie per lavarli solo nel weekend; ha smesso di fare cyclette, di lottare, si lega i capelli che ha tagliato cortissimi (Anais a cui avevo inviato delle foto sa di che capelli parla Sybil), ne viene fuori giusto un codino microscopico, è ingrassata in modo spaventoso, non le entrano nemmeno più i calzini.
Ergo, Sybil è incinta.
E va beh, a nessuno è saltato in mente, per fortuna, che Sybil possa aver ricominciato a vomitare e ad abbuffarsi (ma che idiota, nessuno sa nulla, perché dico RI-cominciato?!) e per mettere la ciliegina sulla torta a tutti questi strati farciti di merda, occhi rossi e vestiti deformi, il suo ragazzo (di Sybil, si intende), le ripete che è bellissima.
In precedenza, ad affermazioni di questo tipo, Sybil reagiva con pianti isterici e insulti, ma adesso la nostra geniale suicida, nota per imparare dai propri errori come voi che la leggete potete constatare, ha adottato una nuova tecnica che ha definito "Asseconda il tuo ragazzo che andargli contro non serve", e che consiste, come spiega chiaramente il nome, nel continuare ad ingrassare a dismisura "tanto-al-mio-ragazzo-piaccio-lo-stesso-e-non-vuole-sentire-le-mie-paranoiche-manifestazioni-di-disgusto-nei-miei-stessi-confronti", a vestirsi senza la minima cura, a lavarsi per inerzia e a evitare ogni genere di occasione sociale che non sia il compleanno della mamma.
Ragazze, ho trovato la pace dei sensi! Grazie a questa idea geniale
1) mangio quanto e quando voglio e ingrasso come un bidone
2) posso dare la colpa di ciò al mio povero ragazzo
3) non spendo soldi in inutili abiti quali pantaloni e magliette
4) tutti pensano che io sia incinta e non che mi sfondo di cibo fino a rotolare e contorcermi dal dolore (soffro anche di reflusso gastroesofageo, sfioro l'inferno ogni volta che mangio) e poi vomito tutto perché il mio corpo si rifiuta di ricevere un trattamento tanto eccessivamente strabordante di attenzioni che già pensava di non meritare e che ora gli sembrano a sproposito.
Bene, ragazze, ecco da una semplice domanda, dubbio, preoccupazione o quel che preferite, cosa Sybil è riuscita a tirare fuori, a leggere tra le righe. Questa è la meravigliosa situazione in cui Sybil si adagia, e di cui pensava sarebbe stato interessante mettervi al corrente dato che si sente compresa solo da chi fortunatamente non la vede e non deve avere a che fare con la sua brutta personalità.
Ragazze, Sybil ha un disturbo alimentare e a volte cerca di combattere, prova a reagire. Lei lo sa quanto sia facile affondare e lasciarsi trascinare a fondo. Sa anche quanto sia bello venire a scrivere qui e avere qualcosa di cui lamentarsi. È per questo che per tanto tempo non lo ha fatto.
Sto scrivendo adesso perché ho bisogno di sentire che c'è ancora qualcosa perché sono sicura che c'è sempre qualcosa.
Sto scrivendo adesso per ricevere le vostre attenzioni, anche se preferisco leggervi. Quello che voi raccontate mi sembra sempre così coinvolgente, in ognuna di voi leggo una vita, tra le righe.
Sto scrivendo perché ho bisogno che qualcuna di voi mi dica dove la legge la mia vita tra queste righe che forse si differenziano formalmente da tutte quelle degli altri post, ma che sostanzialmente sono le stesse.
Perché io non vedo più niente.
Vedo solo una povera persona frammentata e delusa, disillusa, presuntuosa.
Vedo un ammasso di chilogrammi e qualche briciola di sogno, ma niente di più, perché il resto non è altro che un disperato desiderio di piacere istantaneo. Di gloria, di soddisfazione, di cibo.
Scrivo qui perché scrivere è l'unica cosa che adesso può coccolarmi, tra le tante richieste d'aiuto che lancio contro i mulini a vento alti, imponenti, tanto inutili... Scrivo perché qualcuna di voi mi dica che lei, dietro tutto questo, vede una persona che vuole vivere ed ha una vita.
Mi alzo la mattina e vorrei iniziare a gridare, mi specchio e quello specchio vorrei distruggerlo, mi lego più stretti i capelli sottili e rovinati, mi butto quella sottospecie di tuta che ho addosso, metto le stesse scarpe rovinate e vado a scuola. Il freddo mi punge il naso e l'aria che inspiro sa di sporco ma non mi interessa, non vorrei essermi svegliata (come ogni mattina) e so che quella non è la mattina giusta.
Penso a quando ero magra, ovvero SEMPRE nella mia vita, coprendo gli ultimi due anni con un pesante velo pietoso, e penso a come mi svegliavo insoddisfatta, ma almeno ero insoddisfatta in un paio di jeans taglia 38. Penso a quando pesavo quaranta chili e penso che erano venti chili fa, adesso molti di piu, e penso che mi ci sto allontanando ed ora nel mio corpo non si vedono più, i chili segnano i miei miseri anni di disperazione.
Sono delusa e arrabbiata, non ho voglia di affrontare niente, né di scoprire che non passerei nemmeno una selezione in quelle stupide olimpiadi di italiano, né tanto meno di cambiarmi i vestiti.
Io voglio riprendermi in mano me stessa. Ma questa non sono io.
Il mio ragazzo mi ripete di andare da una nutrizionista, ma io sono stanca di spiegargli che non potrei permettermela e che mia mamma me lo impedirebbe. Non ci crede, dice che non ho bisogno del consenso di mammina ma la situazione è incomprensibile per lui, lui non conosce mia mamma.
Mia mamma non ci crede a questa cose, mia mamma non crede a me, mia mamma dice NO perché mia mamma NON PUÒ AVERE UNA FIGLIA MALATA, non se la può permettere, non esiste, mia mamma parlava con i medici tappandomi la bocca e diceva che io con il cibo non avevo alcun problema, lei cucinava ed io mangiavo e a casa nostra si mangiava bene, e basta, la storia finiva lì, abbiamo smesso di vedere dottori quando sono finalmente ingrassata e la faccenda, per mia mamma, si è risolta.
I miei tentativi di parlarle venivano stroncati dai suoi "Non ti permettere" e il silenzio ha sempre dominato come un dittatore autoritario.
Lui non capisce, ed io sono stanca di spiegare.
Per questo la storia finisce qui, con io che non voglio farmi curare, io che sono testarda, io che mi arrangio.
Ragazze, la mia battaglia contro il dca finisce qui, diventa una piacevole convivenza. Io ho un dca e non voglio guarire: al diavolo le giustificazioni, al diavolo le scuse, mia madre, la vergogna, avete ragione voi, ha ragione il mio ragazzo, e sapete che vi dico?
Che se volete non sono causa del mio mal, ma ho tutto il meritato dovere di piangere me stessa in silenzio, senza fracassare i coglioni agli altri. Per questo scusate, il mio ragazzo mi perdonerà, tutte le ragazze che invece stanno lottando coraggiosamente mi perdoneranno e hanno tutta la mia ammirazione, il mio incoraggiamento, la mia stima.
Ma io non sono fatta per stare bene, io penso che probabilmente troverò un modo per uccidermi passando il meno possibile attraverso il dolore fisico.
Sono stanca di vivere. Sono stanca di non essere capita.
Sono stanca di essere sola. Stanca di essere sputtanata. Stanca di ricevere rimproveri, stanca di persone che mi dicono che non voglio guarire.
Mi sento offesa, mi sento mortificata, io che lotto da anni, io che ho anche provato a seguire lo schema alimentare di una dietista, io che ho provato a far capire a mia mamma ma lei è sorda, io che non ho la fortuna di avere una famiglia come la vostra, che nonostante tutto il dolore che vi infligge non vi nega un supporto psicologico o nutrizionale. Vi prende comunque sul serio.
Ed io vi ammiro perché anziché autocommiserarvi vi date da fare, lottate, vi alzate le maniche e in qualche modo vi fate del bene. Ci provate. Provate a volerlo.
Vi ammiro perché ognuna di voi ha un talento, una passione che nella sua università vuole far brillare nonostante tutti i momenti in cui non vi sentite all'altezza, non vi sentite brave, vi sentite perse.
Io ho riflettuto a lungo e credo che mi iscriverò a filosofia e, se sarò capace di vivere, la mia vita sarà accompagnata dal sottofondo che risuona nella testa di ognuna di voi mentre legge questo post ansiosa di finirlo, adesso, e che fa piu o meno così "Può permetterselo. Farà la mantenuta, mentre noi ci spacchiamo il culo nelle aule di medicina, ingegneria, giurisprudenza, taglio e cucito lei sarà lì a filosofare, pensare, fare cose inutili alla società, fini a se stesse, per il suo piacere personale, per soddisfare un suo capriccio, e poi pretenderà anche uno stipendio che forse noi nemmeno avremo pretendendo di occupare un posto nel mondo che noi abbiamo a malapena ricevuto con sangue, sudore e rinunce. E si lamenterà della morte del pensiero e della cultura, mentre noi cureremo persone, salveremo vite, aiuteremo chi ha bisogno; e ora, giustifica il suo fallimento e il suo disimpegno con una vocazione che non ha in nessun altro ambito."
Forse è quello che sto pensando io ma ho bisogno che lo pensiate anche voi, giusto per essere sicura di avere qualcos altro su cui piagnucolare.
So che questo post è una mancanza di rispetto per chi tra voi sta combattendo, sta provando a cercare la luce, per il mio compagno che in ospedale fa le chemio, per chi soffre davvero. Mi dispiace tanto. Mi dispiace di non essere all'altezza nemmeno del dolore, che dovrebbe accomunare tutti gli esseri umani.
Mi dispiace di non essere amata. Mi dispiace tanto. Tanto. Mi dispiace.
Muss es sein?
Es muss sein.
Es muss sein, es muss sein, ja, ja, ja.

6 commenti:

  1. Non sai quanto serva al mondo qualcuno che sappia pensare, che sappia emozionare.
    Per riprendere quello che scrivi sui cosiddetti "lavori utili", io studio medicina e continuando così sarò un medico forse competente e meticoloso, ma assolutamente incapace di empatia in quanto incapace di emozioni.
    Questo per dirti che il tuo saperle esprimere e trasmettere è un talento prezioso, non vergognartene mai e non considerarlo assolutamente inutile.
    Ti prego, non lo sprecare, perché il libero pensiero è forse una delle più grandi mancanze in un mondo tanto avanzato e tecnologico.

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  2. Questo post è lunghissimo, eppure io continuo a pensare ad un paio di parole : "sono stufa di vivere". Stufa di vivere? Tu non stai vivendo, ti limiti a tirare avanti, a sopravvivere... Sei viva a livello di funzioni vitali ma non stai vivendo veramente! Ciò significa che sei stufa di non-vivere, il che è ben diverso! Se tu fossi stufa di vivere, l'unica via d'uscita sarebbe la morte... Nel tuo caso, invece, la soluzione del problema sta proprio nel cominciare a vivere - con o senza aiuto esterno.
    Se nel tuo giardino ci fosse un albero con un ramo secco, tu taglieresti l'intero albero o solo quel ramo? Anche se si trattasse di un ramo enorme, il più grande tra i rami, non avrebbe senso abbattere l'albero intero... Allo stesso modo, tu puoi liberarti di questo lato di te.
    Io non credo che tu non voglia guarire! Penso piuttosto che tu non creda di farcela e che, pertanto, tu ti convinca di non volerlo per evitare un possibile fallimento. Credo che tu abbia paura di non farcela da sola perché, oggettivamente, è difficile migliorare senza un supporto esterno. Hai paura, hai perso la speranza, ma vuoi guarire. Sei stufa di non vivere e questo dice tutto.

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  3. Perché ti ostini a vedere talenti e bellezza negli altri, quando tu ne hai da vendere? Non è vero che non vuoi vivere piccola, tu vuoi vivere, ma come dice Viellina, sei giustamente stufa di QUESTA vita. Devi cambiarla, lo so che è difficile, lo so che ci si abitua anche al proprio star male, e che lo si vive con una certa affezione ... ma non devi cedere! Perché cedere al dolore e alla tristezza, quando sai che c'è la vita che ti aspetta. Smetti di colpevolizzarti per ogni cosa, non hai colpe e non devi pensare di essere una persona senza opportunità. Hai un grande amore; hai la possibilità ed il tempo per migliorare te stessa. Fallo, non perdere un altro momento crogiolandoti nel male!!!
    Secondo me sei bella anche coi capelli corti, ne sono sicura! Hai quegli occhioni da Bambi che risalterebbero pure con una parrucca fucsia <3
    Ti mando un bacione

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  4. "Nobil natura è quella
    che a sollevar s’ardisce
    gli occhi mortali incontra
    al comun fato, e che con franca lingua,
    nulla al ver detraendo,
    confessa il mal che ci fu dato in sorte, e il basso stato e frale;
    quella che grande e forte
    mostra se nel soffrir, né gli odii e l’ire
    fraterne, ancor più gravi
    d’ogni altro danno, accresce
    alle miserie sue, l’uomo incolpando del suo dolor, ma dà la colpa a quella che veramente è rea, che de’ mortali
    madre è di parto e di voler matrigna. Costei chiama inimica; e incontro a questa congiunta esser pensando,
    siccome è il vero, ed ordinata in pria l’umana compagnia,
    tutti fra se confederati estima
    gli uomini, e tutti abbraccia
    con vero amor, porgendo
    valida e pronta ed aspettando aita negli alterni perigli e nelle angosce
    della guerra comune."

    La Ginestra di Leopardi, tanto vera da essere dolorosa.

    Punto primo: non ci sono dolori più dignitosi di altri, si può essere devastati dal dolore per una cotta adolescenziale o per un cancro terminale, e pensare che il nostro dolore sia meno giustificato di quello di qualcun altro non ha alcun peso sull'entità della nostra sofferenza.

    Punto secondo: smettila di dire che la filosofia è inutile. Mi offendi personalmente e comunque è una stronzata. I filosofi "servono" come e più degli ingegneri e comunque, da esteta wildeiana quale tu almeno in parte sei, non dovresti neppure considerarlo un valore, l'utilità. L'uomo si è elevato dal rango animale quando ha smesso di pensare solo alla soddisfazione dei suoi bisogni e si è dedicato al bello più che all'utile.

    Punto terzo: forse la tua famiglia fa schifo, ma hai un ragazzo che ti ama. Puoi invidiare le nostre famiglie che ci supportano e si preoccupano per noi ma qualcuna di noi potrebbe invidiare il tuo fidanzato che ti ama e ti sostiene anche se ti vesti con le tute di tuo padre. Il mio fidanzato mi ama ma vuole che io sia sempre bella e truccata perché è un altro stronzo esteta ed egoista come me e gli piace guardarmi. Il fidanzato di una mia amica le toglie il cibo dal piatto e la costringe a misurarsi la circonferenza delle cosce. L'anno scorso l'ha anche minacciata di lasciarla se non avesse perso sei chili. Quindi ad ognuno la sua sfortuna, sta a noi cercare di limitare i danni ed amplificare i vantaggi.

    Punto quarto. Vuoi che ti dica dove vedo la vita tra le righe? Beh, io la vita la vedo NELLE righe. Scrivi per farti leggere e speri che il tuo urlo non cada nel vuoto. È un gesto che denota un grande attaccamento alla vita, credimi. Se non ti importasse più nulla di tutto non ti cureresti neppure di perdere dodici secondi della tua disperante esistenza per scegliere gli aggettivi.

    Punto quinto. Curati come curi le cose che scrivi. Sei anche tu un prodotto di te stessa, del resto. Più ti curi e più ti sarà facile amarti, più ti amerai e più sarà facile uscire dal baratro. E poi se pensi che sia meglio essere insoddisfatta in un jeans taglia 38 perché non dovresti pensare che sia meglio essere grassa in un bel vestito anziché in una tuta sformata?

    Punto sesto. Partecipare alle olimpiadi di italiano potrebbe farti sentire viva almeno per un poco, fallo anche se non ho mai pensato che concorsi di questo tipo possano avere grande influenza sul successo nel mondo dell'editoria. Quello é gran parte culo, purtroppo, anche se tu hai talento e con qualche buon aggancio potresti avere delle buone possibilità.

    Punto settimo. Scusa la logorroica spataffiata da maestrina cagacazzo ma credo che tu non abbia bisogno di essere compatita.
    Come nessuno, del resto.

    Un abbraccio!

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  5. Non ti conosco ma vorrei tanto abbracciarti..

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