martedì 15 luglio 2014

La stessa vita, un'altra storia

Sono tornata da una settimana in montagna con i bambini, quelli di cui faccio l'animatrice durante l'anno, fanno 5 elementare.
Mi hanno insegnato tante cose, ed ho deciso di provare ad iniziare a vivere.
E' stata una settimana decisiva per me, ho conosciuto nuove persone che come me percorrevano il cammino del servizio ed ho scoperto quanto altro ci sia, dopo di me, oltre me, fuori di me, me, me, me. L'ho scoperto l'ultima notte, quando abbiamo lasciato i bambini in camera a dormire (ogni animatore era in camera con dei ragazzi) e siamo scesi nel salone grande, per trascorrere la notte in bianco. Siamo rimasti in nove, abbiamo parlato per ore ed ore, di tutto, di noi, delle paure, e dopo circa sei ore, alle sei del mattino, siamo usciti con le coperte sulle spalle a guardare l'alba. Il freddo, il sole, l'aria della montagna, l'insieme di tutte queste cose, ha creato un clima di confidenza che ora non riesco più a spiegare, e abbiamo iniziato a parlare addirittura del sesso, della nostra intimità con i rispettivi fidanzati, insomma, ancora due ore e non so come sarebbe andata a finire!, ma è stato davvero fantastico. Ho scoperto i rapporti umani che cerco di evitare, ho scoperto le persone che credevo di capire, ho mangiato anche di notte, quando abbiamo rubato le merendine, e sono dimagrita.
Già, e non me ne sono accorta finché non sono tornata a casa. Semplicemente ho dimenticato di pensarci. Mi sono dimenticata di me.
Tra i bambini che parlano e mi fanno sorridere, tra i giochi da organizzare, tra i caffè da prendere e il bicchierino d'alcol da bere, la sigaretta da fumare di nascosto solo tra animatori, i balli da preparare, le serate da travestirsi, mi sono dimenticata dolcemente di me.
Guardavo l'alba e parlavo, ascoltavo, ridevo, guardavo tutti quei ragazzi negli occhi e mi ripetevo che ero una stupida, che sprecavo gli anni più belli, quelli in cui avrei potuto fare tutto ciò che ho fatto in quella settimana e che a molti sembrerà niente di che, forse anche a molte di voi: in fondo sono stata sveglia una notte intera, ho rubato qualche merendina dalla cucina con altri ragazzi, ho parlato, ho bevuto litri di caffè, e alcol prima di fare il falò con i bambini, ho fumato nei sentieri di un bosco; roba che una sera in discoteca si vive abitualmente.
A me ha aperto un mondo: quanto non ho fatto? Non bevo mai perché l'alcol fa ingrassare. Non rubo merendine perché se le rubo mi abbuffo. Non parlo con altre persone così a lungo di me, se non con il mio ragazzo, perché sono impegnata ad occuparmi di me.
La mia vita è vuota: voglio coltivare ossessivamente me e la mia anima e poi mi isolo completamente. Voglio dimagrire da una vita e ci ho investito anche il culo, ed ora mi ritrovo con dieci chili in più e una vita sociale nulla, o meglio finta. Circondata di persone di cui non mi interesso, ma che sono meravigliose. Ed io non lo so.

Sono dimagrita ma non mi interessa molto; tra tredici giorni parto per il mare con i miei amici, e so che non perderò questi chili ossessionandomi, impazzendo. Li perderò uscendo con gli amici. Li perderò ridendo, scoprendo gli altri, non pensandoci. Li perderò mangiando una pizza, fumando una sigaretta girata male, vivendo. Perché se non riesco a vivere, come posso avere un corpo diverso? Anche lo avessi, come potrei viverci se non so vivere?

Qualcuna penserà "sai che roba, che gran scoperta"; altre vivranno queste situazioni di continuo. Ma io non sapevo potesse essere così meraviglioso: ho sempre creduto che io e il mio disturbo alimentare fossimo troppo interessanti per trovare interessante la vita di qualcun altro. Invece è stato bellissimo scavare negli altri, ridere, bere litri di caffè, ballare, parlare con i ragazzi, travestirmi per presentare le serate a tutti quei bambini che mi credevano, sgridarli che mi ascoltavano, giocare che si divertivano.

Il mio gruppo di amici è sempre stato meraviglioso, solo che mi ci sono allontanata lentamente per dedicarmi a me stessa, alle mie ossessioni,
 e mi sono sempre sentita diversa, incompresa. Non ho mai seriamente pensato di provare a vivere. Non ho mai veramente creduto che qualcun altro potesse essere più interessante di me. Mi sono sempre trovata speciale, nel bene e nel male. Ho sempre trovato che solo chi come me soffriva fosse degno della mia attenzione pura, vera: nessun altro.


Quanti universi negli altri. Quante cose da fare oltre abbuffarsi e digiunare! Parlavo di quell' "ALTRO" ma non sapevo di che parlassi. Parlavo degli altri, ora lo so.
 
Posso guarire solo con gli altri. Non voglio fingere di stare bene, usare gli altri per colmare i vuoti, ignorare me stessa. E' difficile non commettere questo errore. Ma voglio imparare dagli altri a vivere. Voglio tanto imparare l'amore, l'amicizia, quei sentimenti che provo solo per il cibo.

6 commenti:

  1. Giuro che ho pianto leggendo questo post. Vivi piccola Sybil, combatti così questo schifo di disturbo che prova a non farti vedere quanto è bello e quanto è giusto darsi una possibilità. Brava, contrastalo con "gli altri", non chiuderti a riccio ma dona a te stessa la vita che meriti. Non lo dico per autocommiserarmi, ma cerca di agire presto per non finire come me, che ho parecchi più anni e ancora mi piango addosso e mi sento da schifo. Combatti, adesso!!! Un bacione

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  2. Mi ha colpito leggere una considerazione che proprio ieri scrivevo anche io, che proprio negli ultimi giorni, pieni di uscite e serate con gli amici, facevo anche io: a cosa serve avere un corpo magro se ci odiamo lo stesso? Pesare venti kg in meno cambierebbe la nostra situazione? No, saremmo comunque eterne insoddisfatte, ci sentiremmo sempre le più brutte della compagnia, non sopporteremmo gli sguardi degli altri su di noi. Non è un problema fisico, il nostro, e non è ottenendo un miglioramento fisico che lo risolveremo.
    Detto questo, sono molto contenta che tu abbia passato una bella settimana e che ti abbia aiutata a riflettere sulla tua vita: sei giovane e queste piccole cose sono quelle che rendono la tua vita piena, quelle che ricorderai nostalgicamente tra qualche anno, non puoi privartene. Io ho cominciato il mio percorso di guarigione (ammesso che si possa parlare di guarigione) proprio partendo da una riflessione simile!
    Un bacio!

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. scusa ho sbagliato e ho scritto il commento in risposta ad euridice :) l'ho riscritto sotto !! :-)

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  3. quello che dici in questo post è importante perché stai uscendo da quella mentalità negativa del " tutto o niente".. In fondo non c'è nulla di male in una merendina, una pizza, una sigaretta, e non sono quelle cose che ti fanno ingrassare. Quello che ti fa ingrassare è la continua lotta con il cibo. Sono contenta che tu ti sia divertita, e penso che tu debba continuare con questa mentalità , perché non può che farti bene !

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    1. Grazie mille... ! Non voglio privarmi della vita! Non posso fare del cibo la mia vita!

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