giovedì 31 luglio 2014

La coscienza di... chi?

Ciao ragazze, sono sul balcone della casa in Liguria, sempre dai miei amici.
Ho comprato "La coscienza di Zeno" perché devo leggerla per la scuola e mi sta piacendo talmente tanto che ve la consiglio. Ho letto una frase che mi ha fatto pensare tanto, volevo condividerla con voi.
"la mia vera malattia era il proposito e non la sigaretta. Dovevo tentare di lasciar quel vizio senza farne il proposito. In me-secondo lui- nel corso degli anni erano andate a formarsi due persone di cui una comandava e l'altra non era altro che uno schiavo il quale, non appena la sorveglianza diminuiva, contravveniva alla volontà del padrone per amore della libertà. Bisognava perciò dargli la libertà assoluta e Nello stesso tempo dovevo guardare il mio vizio in faccia come se fosse nuovo e non l'avessi mai visto. Bisognava non combatterlo, ma trascurarlo e dimenticare in certo modo di abbandonarvisi volgendogli le spalle con noncuranza come a compagnia che si riconosce indegna di sé . Semplice, nevvero?"

Può significare niente.
Ma questa sera volevo scrivere un post molto bello, volevo parlare davvero di me, cercare di capire perché non mi voglio bene.
Non una mini e noiosissima autobiografia, ma un piccolo resoconto delle mie mancanze.
Mi sono resa conto questa sera, ed è da un po' che ci penso, che uso la malattia, o comunque l'ossessione per la magrezza, come giustifica. Giustifico me stessa di tutto.
Da quando sono ingrassata molto, sono diventata una casinista. Lascio le cose a metà, in disordine, non mi preoccupo molto. Mi dico "tornerò a farlo quando sarò magra." Dieci chili fa ero ossessionata, ossessiva: controllavo me e gli altri, e rimproveravo gli altri se non mettevano a posto o se non piegavano bene le magliette. Il mio armadio era pulito e organizzato, mentre ora è un casino. Del resto, quando sarò magra lo pulirò. Perché io non accetto di vivere cosi. O meglio, mi dico che vivo cosi perché sono grassa.
A scuola mi lascio andare perché "fallisco perché sono grassa." non riesco a fare a meno di pensarlo. Il mio disturbo del comportamento alimentare ha creato intorno alla mia figura una pellicola trasparente, una grande bolla di vetro. Tratto i miei amici di merda, litigo con il mio ragazzo, rispondo male e mi dico "In fondo cosa mi importa di mantenere le amicizie. Io voglio essere magra."
Voler dimagrire rende tutto il resto della mia vita uno sfondo grigio in cui non ho responsabilità, in cui sono una bambina, esattamente questo. Ma ragazze, io non sono stupida. Io non sono quella che vomita, che beve, che si abbuffa. Ragazze, io non sono quella che digiuna.
Prima di ammalarmi ricordo benissimo che appena restavo a casa da sola avevo le gambe piene di brividini, e sapete perché? Perché se mamma non c'era, io mettevo mtv e cantavo. Facevo dei concerti pazzeschi. Ho una voce molto bella, arrivo a note impressionanti e questa sera posso dirlo senza sentirmi una vanitosa merda. Non sono una falsa modesta, io canto benissimo. Adesso sapete cosa mi eccita quando mia mamma non è a casa? Abbuffarmi. Vomitare. Digiunare. In serate come questa mi viene da piangere, ragazze io non voglio essere cosi. E come mi diceva Veggie in un commento, io non sto facendo nulla per uscirne. Ma sapete la verità qual è? Che io non riesco ad accettarlo.
Sono molto dolce, lo sono sempre stata. Ora sono acida, cinica. Frustrata. Ora rispondo male, non parlo, mi chiudo in me stessa. Io sono sempre stata allegra! Ho sempre stra parlato, ho sempre rispettato tutti. Sognavo il mio principe. Ed ora che ce l'ho, lo tratto male. Lo accuso ingiustamente. Sono fuori di me. Ma mi dico che in fondo è perché sono grassa. Che in fondo quando sarò magra cambierà tutto.
Perché a me? Ho dimenticato come si canta. Non mi da piu nessuna soddisfazione, tanto che nemmeno vi avevo detto di saper cantare. Sinceramente mi interessa solo che voi siate orgogliose di me perché ho perso venti chili. Perché io lo sono solo cosi.
Amo cantare e scrivere, e so fare meglio la prima, ma infinitamente. Non lo dico da ragazzetta, ho una voce ben marcata, canto falsetto cosi come tenore. Ho cantato in spettacoli, mi hanno chiesto di fare musical, di iscrivermi a corsi, di fare piccoli concerti in scuole di chitarra. Sinceramente non me ne frega piu un cazzo, non mi piace nemmeno piu.... Forse quando sarò magra.
Ragazze, non scherzo. È un pensiero radicato in me, davvero, lo penso e ci credo. Non basta dirmi "accetta! Fallo, crea una vita al di fuori del dca!" perché io non ho più interessi. Mi piace studiare filosofia perché spero di trovare qualche frase che mi motivi parlando di rinunce e di obiettivi (dimagriredimagriredimagrire). Dimagrire mi distrae da tutto. Ed in sere come questa, in cui tutti dormono e non vedono l'ora di svegliarsi domattina, io mi sento davvero male, un dolore profondo. Perché io vorrei addormentarmi per sempre questa sera, e non dovermi affrontare anche domani.
Perché da quando sono ingrassata io non ho più voglia di vivere. Quando ero magra ero certo continuamente alla ricerca del peso impossibile, ma ricordo di essere stata più felice. O non lo so, forse era prima di diventare magra. Quando ero magra lo stesso. Piu di adesso.
Io non riesco a vivere, non riesco ad uscirne come mi dice Veggie, perché io non sono questa. Non è il mio corpo. Questo corpo non è il mio.
Mi chiamo Cecilia e questo non è che il corpo di una sconosciuta, con i suoi pensieri malati e la sua abitudine schifosa di mangiare. Mangiare tanto. Non riesce piu ad avere il controllo, ora non sa piu vivere.
Mi chiamo Cecilia e non so piu chi sono. Mi chiamo Cecilia e non ho voglia di smettere di scrivere, ho paura. Perché quando smetterò di scrivere andrò a dormire. Mi sveglierò domani. E sarò grassa. Vomiterò, forse. Oppure mi prometterò che da oggi basta mangiare troppo.
Mi chiamo Cecilia e la mia vita è tutto un proposito, prima di cominciare a vivere.
Mi chiamo Cecilia e ho una voglia pazza di vivere... Ma non ci riesco. Ho voglia di essere felice.
Forse... Quando sarò magra.
Si. Quando sarò magra andrò da uno psicologo, guarirò, sarò felice. Starò bene. Tornerò ad amare, a ridere, a scherzare. Guarderò il cesso e riderò perché farò tanta pipì li dentro, come ho sempre fatto perché bevo molto. Nient'altro . Guarderò un piatto di pasta senza paura. Non mi farò foto allo specchio. Non rimanderò tutto a... Quando sarò piu magra. Anche se non sarò mai abbastanza magra.
Ma io sono sicura che sarò felice, che sarò diversa. Sono giovane, ho ancora tanto tempo... Una marea di tempo. Mi chiamo Cecilia ed un giorno saprò accettare un fallimento, o forse no; ma il massimo che farò sarà piangere o prendere a pugni qualche cuscino. Niente dita in gola, fa anche male e a me fa schifo. Niente digiuni. Niente restrizioni. Niente abbuffate. Niente sputi sullo specchio. Sono Cecilia e questa sera credo che un giorno nella mia vita mi comprerò dei vestiti carini. Credo che lo farò quando sarò magra. Buonanotte ragazze, siete tutte delle bellissime stelle, questa sera. Perché questa sera ho dimenticato di pesare 58 chili, dieci in piu di un anno fa. Domani tornerò ad odiarmi come una furia. Domani vomiterò da fare schifo, e non auguro a nessuno di vedere quello che vedo in quel cesso. Domani guarderò gli altri mangiare la pasta ed io piangerò nella cameretta perché non posso mangiarla, anche se a cena mi imbottirò di pane ed olio per non sentirmi diversa. Ma domani in fondo è solo domani, ed io adesso sono quella bambina che pesa 47 chili e può volare. Anche se poi decide di dimagrire, dimagrisce, ingrassa, dimagrisce. Ingrassa. E perde se stessa.
Lascia perdere quella che eri, mi hanno detto. Ed io lo so. Sono cresciuta, sono questa adesso. Ma non sono io. E non è il non accettare di crescere... Non è che voglio tornare bambina. Non cambierei il cervello di adesso con niente al mondo, ci faccio riflessioni bellissime, parlo molto con gli altri e mi chiedono sempre cosa ne penso.
Ma mi sono persa, perché sono ingrassata tanto. Perché digiuno. Perché vomito. E allora si che mi manca quella Cecilia.
Mi chiamo Cecilia e imparerò a crescere e volermi bene. E sono sicura che io lo farò, e non rimanderò a quando sarò magra per non dovermi fare il culo oggi.
Io sono sicura che succederà... ecco... Quando sarò magra.
Si, quando sarò magra.
Buonanotte! :)

6 commenti:

  1. Ciao piccola anima. Ho continuato a leggerti, sempresempre, anche se non ho più commentato. Non per mancanza di interesse, ma per mancanza di tempo sì e soprattutto per mancanza di coerenza. Consigliarti qualcosa che poi sono io la prima a non seguire mi sembrava non solo stupido, ma anche ipocrita.
    Adesso commento perché mi sento tanto vicino a Cecilia, non a Sybil che sta divorando Cecilia. Una Cecilia che immagino bellissima, un po' timida ma sorridente e spensierata che però ogni tanto si ritira all'ombra di quel mostro che è Sybil.
    Non ti dirò che devi lasciar perdere il passato, anche io penso a quando... Anche se nel mio caso, prendo sempre a paragone quando del grasso non mi importava nulla, neanche sapevo quanto pesavo e ops, guarda caso, avevo una fila di ragazzi dietro. Perché ai ragazzi piacciono le ragazze sicure e simpatiche, non magre e ossessionate. Comunque, dicevo, anche io guardo al passato e non puoi lasciar perdere chi eri, chi sei stata. Quel che devi invece cambiare è il modo di guardare. Non prendere a modello una Sybil (perché lì era Sybil!) magra forse ma malata, prendi a modello la Cecilia felice che cantava, giocava con gli amici, usciva, rideva. Sei in Liguria, sei in vacanza! Cosa ci fai su blogger? Vai in camera, fai scherzi stupidi ma sempre divertenti alle tue amiche. Accendi la tv e metti mtv, balla di notte e sveglia i tuoi amici. Corri sul bagnasciuga con qualche amica e maledicila perché ti ha sporcato con la sabbia che ha alzato correndo. Salta e fa acrobazie e cerca di immortalarle con qualche foto (che poi vengono sempre con smorfie stranissime). Raccogli conchiglie, fa castelli di sabbia, buttati da qualche scogliera, prendi il sole. Ridi. Vivi!
    Lo so che sono consigli scemi, lo so che è troppo facile dirlo e troppo difficile farlo ma prova a fingerti. L'effetto placebo ha un potenziale enorme, fingiti anche ai tuoi occhi felice e sana. Vedrai che risultati!
    Lascia perdere Zeno, lascia stare Italo Svevo. Non so se l'hai già studiato, ma in breve Svevo crea un nuovo personaggio nella sua letteratura, l'inetto, qualcuno in grado di non saper stare al mondo, un disadattato, un incapace. Zeno Cosini è l'emblema di questa poetica, l'inetto per eccellenza (incapace di smettere di fumare, "l'ultima sigaretta" che diventa sempre la penultima; incapace di rispondere e farsi valere davanti agli occhi del padre; incapace di vivere un matrimonio; incapace di sopportare il famoso schiaffo del padre che non accetta e attorno a cui costruisce tante storie per renderlo meno crudo), l'inetto che vince, al contrario degli altri due inetti famosi di Svevo (protagonisti di Una vita e Senilità). Ma è sempre un inetto!
    Io credo che tu sia di una sensibilità, un'intelligenza, una mentalità superiore a molte persone della tua e della mia età (e anche più grandi). Lo si vede anche solo da come scrivi.
    Io credo che tu stia buttando tanto tempo, come tutte noi me compresa, ma credo allo stesso tempo che tu lo possa recuperare tutto questo tempo.
    E NO, non quando sarai magra. Ma ora! Non devi neanche finire di leggere questo commento, ORA.
    Ora perché dopo è troppo tardi, ora perché il tempo corre via veloce e in me che non si dica è finito il tempo per essere felici. ORA.
    Non arrivare come me ad avere tanti rimpianti, a ripensare "a quando..." e maledirsi di non aver fatto perché cibo,cibo,vomito,sangue,abbuffarsi,digiunare,merda,merda,eancoramerda. ORA Cecilia.
    Piano piano, le cose non cambiano dall'oggi al domani. Non sarà domani che ti sveglierai ti guarderai allo specchio con un sorriso e sorriderai e mangerai bene e amerai e riderai e ti vorrai bene e crescerai. Non sarà in un battito di ciglia, inizia davvero dalle prime cose. Inizia accendendo la tv su mtv e canta!
    Buonavita! :)

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  2. Ciao Alice... Ho pensato molto alle tue parole e mi sono chiesta perché non riesco ad essere spensierata. Almeno a provarci. Basterebbe poco per cambiare le cose ed io non riesco a farlo, non riesco a non pensare a me stessa. Ma adesso non ho voglia pensare "brutta schifosa egoista che solo, merito la merda che mi riempie e mi circonda", no, basta. Io mi sono stufata.
    Voglio godermi la vacanza e soprattutto una vita. Sono stufa, stufa di essere malata. Stufa anche dei consigli su come dimagrire, su come accettarmi, su come non vomitare. Sono parole che a me hanno stufato. Sono giovane, cole lo sei tu, e cosa abbiamo noi di sbagliato per trattarci cosi?
    Ho pensato al tuo commento così a lungo oggi ed ho scritto al mio ragazzo che quando torno a settembre voglio cercare uno psicologo ed un dietista per intraprendere un percorso di guarigione serio, funzionare o meno, ma serio. Per dire di averci provato. Perché è vero, stare male a volte è una favola, giuro. Crogiolarsi nel dolore, essere quella "matta, strana", è comodo. Ma io ho capito che non vale un cazzo. Non vale niente tutto quel dolore se poi io una vacanza non me la posso vivere. Se per me non esiste né sabbia né mare, né perdono. Non è vita, è tutto una grandissima puttanata.
    una stronzata, una grande falsa. Una merda stratosferica che fa sembrare il resto una merda. Io sono stanca, sono proprio stanca. Grazie, e buona vita anche a te, ti stringo forte...

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  3. E poi magari sarai magra... e sarà tutto lo stesso. Lo sai, vero?
    Anzi, sarà peggio, perchè ti sarai provocata danni fisici, e perpetrerà quell'instabilità umorale di cui già ora hai prove, per la carenza di neurotrasmettitori dovuto alla ipoalimentazione.
    Perchè la fisicità non cambia niente, se tu non vuoi cambiare le cose.
    Ed il modo per cambiare le cose, in realtà, c'è, ma non ha nulla a che vedere col proprio aspetto fisico: per cambiare le cose bisogna mettercela tutta e cambiarle. Senza "se" e senza "ma".
    Perchè l'unico modo per raggiungere qualsiasi obiettivo nella tua vita (che sia studiare Filosofia, o sposarti col tuo ragazzo e mettere su famiglia, o qualsiasi cosa tu voglia), è darsi da fare e raggiungerlo.
    Ti abbraccio...

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  4. Ciao Sybil
    io vorrei chiederti una cosa:
    Che peso dai alla tue felicità?
    a quale numero sarai felice e riprenderai in mano tutto quello che hai elencato?
    Non è una domanda retorica...è seria. A quale numero hai piazzato la tappa con scritto "tornare in vita"?

    Sai, mi sono trovata un sacco di volte a rispondere a post in cui qualcuno si lamentava ostinatamente di voler perdere peso. E quasi sempre ho risposto che non ci vedo nulla di male a perdere un po' di kg.Infondo , la media delle persone che girano da queste parti non morirebbero di certo con 5kg in meno.
    Ma ti invito a riflettere su una cosa... hai mai fatto caso di come POCHISSIME in realtà perdano peso? di come tu stessa fatichi a spostarti di qualche kg, nonostante l'ossessione, il pensiero continuo e gli sforzi?
    A mio parere, il danno di perdere kg, di tornare a 50-47-40 kg non è tanto fisico quanto psicologico. Perchè non faresti altro che assecondare una spirale ad ascendenza asintotica verso il basso. Perchè per quel che riguarda il peso potrai stabilizzarti ed essere semplicemente una ragazza magra, tonica, in forma. Ma è la testa che rimane imprigionata lì, e dovresti averlo capito bene. Io non sono neanche lontanamente magra, e non vivo nemmeno il periodo peggiore della mia vita. Rispetto le premesse e previsioni, se me la devo dir tutta, ho spaccato davvero il culo. eppure so di aver cliccato semplicemente il tasto pausa .
    Non troppo tempo fa credevo anche io che tutto fosse uno sfondo grigio. ma ti assicuro che quando meno te lo aspetti, qualcosa torna a invaderti e portarti via . come un'onda che ti spinge a riva. Puoi remare e annaspare verso la sabbia, ma la decisione deve essere presa in pochi secondi. Se no il risucchio del mare ti farà tornare dinuovo al largo.

    Ti stringo

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    1. Ciao... È una domanda che mi sono posta spesso. E non perché non conosca la risposta, anzi te la dico subito e ti spiego anche il perché : 42 chili, perché quando pesavo 42 chili non ero troppo magra, ero giusta per la mia altezza ma non paffutella, asciutta, e tutti mi dicevano spesso che ero molto magra (nei loro standard, ovvio, dove Shakira è magra -_- differenza magra-tonica inesistente nelle loro teste -.-). Dicevo, è il peso perfetto perché quando sono scesa sotto quel peso mi sono spaventata al punto da voler ingrassare di nuovo, perché mi facevo paura... Non che fossi troppo magra, ma perché non ero piu io. Non mi riconoscevo, non ero mai stata cosi magra... Cosi leggera... Quarantadue è perfetto.
      Sai, a 47 chili stavo benissimo, ero tonica, avevo una terza di seno che occupava un po' del mio peso, ero bella. Guardandomi ora, ero bella. Ma quel peso non mi basta perché a quel peso volevo scendere ancora. Mi odiavo, ho combattuto.
      Sai quando decisi di dimagrire perché lo feci? Non per i motivi profondissimo bellissimi e commoventi di adesso, ovvero sparire, non occupare uno spazio, non sentirmi in colpa di esistere, non avere un corpo in cui tenere pensieri troppo belli per essere rinchiusi eccetera eccetera... Semplicemente per poter mangiare come gli altri.
      Nei primi tre anni del mio dca non ho MAI sgarrato. MAI UNA CARAMELLA, UN PANINO GOLOSO, MAI OLIO IN PIU, MAI DEL DOLCE. Sognavo abbuffate di bomboloni alla crema, certo, ma nei sogni. Perché mi svegliavo ed era tutto a posto. Mi dicevo "resisti, quando sarai magra potrai mangiare come gli altri. Un gelato, una pizza, una caramella." mangiavo tanto sempre sulle 1600, ma mai schifezze. Mai. Mai tanto, soprattutto. Ne volevo ancora? No, non potevo. E mica ne prendevo!!!! Mai, mai.
      Quando poi a 47 chili la dietista mi ha dato una dieta ingrassante perché "hai bisogno di un Po di peso per stabilizzare il tuo corpo" io la ho odiata, ma ho iniziato a mangiare. Ad abbuffarmi. Ed ero in paradiso, piu mangiavo piu mi dicevo che tanto dovevo ingrassare, finalmente potevo, e mangiavo, mi ingozzavo fino ad arrivare a 52 chili. Terrore, dopo quella pesata in ospedale. Terrore. Ma ormai avevo aperto un loop ed i miei tentativi di perdere degli stupidi 5 kg sono stati inutili, perché sono arrivata ai 58 attuali. Merda. Ora non riesco ad avere quella forza.
      Per questo vorrei i 42 chili con una nuova mentalità, con un professionista ma so bene che un dietista mai mi farebbe arrivare a 42 chili. E poi l'altra cosa che mi frena è la parte malata di me che dice "tu vuoi pesare 42 per scendere ancora e fare schifo, fare pena. Cosi tutti vedrebbero quanto soffri. Quando vomiti nessuno capisce. Devi dimagrire per sparire e per comparire, tutto insieme. Perché te lo meriti. Perché vivi male." sono divisa, non riesco a pensare razionalmente. Non distinguo i miei pensieri. Malati da sani.
      Sai perché vomito, adesso? Non lo so. Perché non sono una che dice agli altri "sto male." né tengo il muso. Né piango davanti agli altri. Né mi sfogo. Forse da poco con il mio ragazzo, ma non è un vero sfogo. Vorrei urlare quello che ho dentro ma non so cosa sia!!! Non so perché sto male. Cosi appena

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    2. Sono sola mangio e vomito. Vomito la pasta a cena. Buh, vomito. Non per dimagrire, che cazzate mi sento dire?! Io sono dimagrita tante volte. Non certo vomitando. Ma perché visto che ho aperto il famoso loop e non riesco a dimagrire restringendo come un tempo, ho un nuovo modo per sfogarmi.
      Litigo con qualcuno? Prendo un brutto voto? Subisco un'ingiustizia?? Mi sento esclusa?
      Via, in bagno a vomitare tutto. A farmi piu male possibile, a punirmi al posto degli altri. A rifiutare quell'amore e quell'indulgenza che troppe persone hanno nei miei confronti. Che, però, se non fosse indulgenza, mi farei male lo stesso perché nessuno mi persona, ahimè. Povera scema.

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