sabato 31 maggio 2014

Tutta l'arte deteriore è il risultato di buone intenzioni.

Io credo a questa frase. Non ho chiamato il mio blog in questo modo solo perché l'ha detto Oscar Wilde, perché ho amato quel libro; ma perché io ci credo.

Ultimi cinque voti? Sotto al sei. Dalla mia media dell'otto in tutte le materie e qualche nove, sono passata ad un voto in meno in ogni materia. Questo vuol dire che per la prima volta dopo quattro anni non prenderò nessuna stupida borsa di studio, e non avrò nessun credito alto. Niente di niente. Non che mi sia particolarmente impegnata quest'anno: diciamo che il mio dca mi ha dato altro a cui pensare (vedi: abbuffarmi-digiunare-abbuffarmi-ingrassare-cercare di smettere di abbuffarmi-abbuffarmi [...]).

Però è davvero devastante.

Avete mai provato quella sensazione di coincidere con un voto, un'etichetta, una malattia? Lo sapete bene, tutte.
E dover rimanere attaccate a quello, perché altrimenti non siete voi? Perché altrimenti non solo gli altri rimarrebbero sconvolti, ma voi stesse non vi riconoscereste più!?
Per me è così. Non con il dca, però, perché nessuno lo conosce e io stessa non mi riconosco in lui (o meglio, in questo corpo ufficialmente da grassa: sono stata sempre molto magra, dalle elementari!, quindi non so bene perché ho iniziato a voler dimagrire, infatti mi ritrovo con dieci chili in più...questo corpo non è mio, non so di chi sia); bensì con l'eccellenza.

Io ho la media del nove da quando sono nata. Io scrivo da quando ho quattro anni. Io ho letto alle medie i libri che danno da leggere al liceo (clap clap, che brava bambina).
Io ho iniziato a prendere borse di studio a dodici anni. Io io io io io. Io sono quella brava-magra-superefficiente. Nessuno mi ha assegnato questo ruolo.
L'ho involontariamente assunto io.

In realtà, forse, mi sarebbe tanto piaciuto avere il diritto di prendere un cinque nella mia vita. Di tornare a casa con una sufficienza ed esultare. Le mie sufficienze erano scandali. Ecco perché, fino a quest'anno, ne avevo presa solo una.
In tutta la mia vita, prima di quest'anno, l'unico quattro che ho preso è stato in prima liceo per non aver visto il retro della verifica, ed averla lasciata in bianco.

E' meraviglioso perché in questo ambito incarno a pieno la anoressica-tipo descritta dai medici. Dagli esperti.

E' meraviglioso perché sinceramente non è per questo che sono diventata anoressica. Io non lo sapevo perché volevo dimagrire. In realtà non vorrei definirmi anoressica. Piuttosto direi "una che ha smesso di mangiare, si pesava sei volte al giorno ed ha perso sei chili in due mesi". Ecco, sì, mi piace di più.

Ma, al di là del dca, a me sarebbe tanto piaciuto che i miei fossero stati contenti per un sette, come fanno con mia sorella. Avrei voluto rischiare un debito a fine anno, avrei voluto essere normale. Non essere me.

Ed ora non sono io, perché ho una bella media totale del sette e mezzo e i crediti uguali a quelli della metà della mia classe. Ho il numero di crediti che hanno tredici persone su trenta, tra i miei compagni.

Perché? Potrei spiegarlo in mille modi. Perché mi sono lasciata andare, perché ero impegnata a mangiare, vomitare, digiunare, dimagrire...pensare. Ma la verità è perché sono una persona.

Sono una normalissima persona. Non sono un nove, un otto. Sono una persona.

Ed ora che non sono quell'otto, quel nove, chi sono? Che persona sono? DOVE MI IDENTIFICO?
Ora si che ho veramente perso me stessa. Non sono magra, sono mediocre, non sono eccellente. Non sono io. Qualsiasi cosa fossi, non lo sono più.

Mi fa soffrire. Sono giorni che piango per quei cinque che arrivano, perché non sono i miei. Sono sicuramente di un'altra persona. Sono di questa grassa vacca che si è impossessata del mio corpo. Sono suoi, perché la Sybil magra di qualche anno fa mai e poi mai avrebbe preso un voto inferiore all'otto. Perché la Sybil magra di qualche anno fa era perfetta.
Non so bene se odiasse quel ruolo, ma era il suo.

Tutta l'arte deteriore è il risultato di buone intenzioni. Ecco perché non perdo peso. Ecco perché nonostante non mi abbuffi più, io non perdo peso.

Non riesco a spiegare lo smarrimento che provo. Io non so chi sono. Non so cosa fare di me. Potrei buttarmi in una spazzatura e mi vedrebbero solo perché sono grassa. Non so cosa farò quando l'anno prossimo ci sarà la premiazione con consegna delle borse di studio dell'anno precedente.
Sarò seduta a guardare, come gli altri facevano con me. E guarderò salire a prendere quei maledetti soldi e quel maledetto attestato a ragazze più brave di me, perché io non sono più io. Mi sono persa.

Ho perso me stessa. Se avessi raccontato alla Sybil di qualche anno fa questo disastro, mi avrebbe presa a pugni. Mi avrebbe urlato in faccia che avevo mandato all'aria tutto quello che lei aveva costruito: una media alta, un corpo sottile: io ho ridotto tutto a brandelli. E ho buttato tutto via.
La verità è che se ripenso a quella ragazza perfetta, io vedo un'altra, non vedo me. Come potevo essere così perfetta, e come posso essermi ridotta così?
Ho perso me stessa.

7 commenti:

  1. sybi capisco quello che scrivi.
    Ma prima o dopo quel cinque sarebbe arrivato.
    Ho fatto un percorso molto simile, ho letto tanti libri credendo che gli altri fossero tutti idioti. Il risultato, come vedi , è che non sono diventata un'anciclopedia.A differenza tua il voto per me non era essenziale, non lo è mai stato nemmeno alla maturità.
    Per un certo periodo quando sentivi le dozzinali descrizioni dell'anoressica io calzavo a pennello. Anzi, più che a pennello , perchè ciliegina sulla torta ero anche in quel range di peso superminimo di quelle descrizioni. Ero proprio al 100% con un problema. E sai qual'è il problema di avere un problema? be che o schiatti o ti apri il culo per risolverlo. In più non esiste un prototipo di anoressica. Ci sono mille persoalità differenti e mille modi di vedere e sentire l'anoressia. Nessun parametro standar sarà in grado di identificarti.
    ti dirò di più, quello non è stato un periodo brutto. Non certo bello, ma non il peggiore. Il peggiore è stato quando ho tirato su una certa consapevolezza e i confini del dca mi erano fin troppo angusti. Per un po', negli ultimi anni del liceo, ho temuto di non poter DAVVERO FARE quello che volevo nella vita. E ho dato contro a tutto quello che PER ME mi aveva reso così. Genitori, professori e voglia di eccellere a scuola. Quello l'ho demonizzato, lo guardavo come un problema.
    Ora capisco che non lo è, non lo è mai stato.
    è una cosa lodevole , che a me ha permesso di coronare il sogno della mia vita e studiare medicina, a te renderà altrettanti frutti.
    La media si riprende, darai di più l'anno prossimo se avrai le condizioni per farlo.Ma fallo per te, fallo se ti senti che ti piace.
    Non per i genitori o la media o cazzatelle simili.

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  2. Vorrei precisare alcune cose in cui forse mi sono espressa male e che sono state fraintese. Non ho mai creduto che gli altri fossero idioti. Io ero involontariamente eccellente! Alla sera pregavo Dio di farmi prendere voti bassi perché le mie amiche mi prendevano in giro. Ho detestato prendere nove fino in terza media. Io lo odiavo. Il voto non era essenziale per me, ti sbagli! Io odiavo i voti alti, odiavo quando i miei temi venivano letti ad alta voce. Ma era quella, ormai, l'immagine di me stessa. Quella ero io. Ero IO. Io ero tutti quei nove, mi ci sono abituata e non ho mai fatto grandi sforzi. In prima liceo ho preso la borsa di studio per la media alta senza nemmeno sapere che esistesse! Poi ha iniziato ad essere la mia identità. Ed ora che non sono più quella, mi è crollato tutto addosso. Quella è una Sybil con cui competo, che sta lì a ricordarmi che ora sono grassa e fallita, mentre lei era magra ed eccellente. Non so se mi spiego... Ma ho perso me stessa.

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  3. Vorrei precisare alcune cose in cui forse mi sono espressa male e che sono state fraintese. Non ho mai creduto che gli altri fossero idioti. Io ero involontariamente eccellente! Alla sera pregavo Dio di farmi prendere voti bassi perché le mie amiche mi prendevano in giro. Ho detestato prendere nove fino in terza media. Io lo odiavo. Il voto non era essenziale per me, ti sbagli! Io odiavo i voti alti, odiavo quando i miei temi venivano letti ad alta voce. Ma era quella, ormai, l'immagine di me stessa. Quella ero io. Ero IO. Io ero tutti quei nove, mi ci sono abituata e non ho mai fatto grandi sforzi. In prima liceo ho preso la borsa di studio per la media alta senza nemmeno sapere che esistesse! Poi ha iniziato ad essere la mia identità. Ed ora che non sono più quella, mi è crollato tutto addosso. Quella è una Sybil con cui competo, che sta lì a ricordarmi che ora sono grassa e fallita, mentre lei era magra ed eccellente. Non so se mi spiego... Ma ho perso me stessa.

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  4. Mi è difficile allora capire...
    Sopratutto perché so cosa vuol dire il liceo e, almeno dove ho frequentato io , prendere un 9 voleva dire impegno.
    Alcune cose o le studi o le studi , al di la dell intuitività personale.

    Inoltre avevi scritto che avevi letto libri del liceo alle medie ... Be non si leggono involontariamente dasoli.
    A me sembra un odi et amo. Conosco le prese ingiro delle compagne, l idea di star sbagliando ma infondo sapere che è giusto . Quella sensazione esasperata all estremo.
    Non si chiede di nascere intelligenti o stupidi , ma un voto si guadagna e costruisce. Testimone ne è il fatto che a ingegneria , medicina, etc non ci sono assolutamente solo gegni. Se x te è importante ritrovare quella figura di te ... Rimboccati le maniche. Magari farai più fatica perché hai altro pensieri a gravarti, magari anche perche sei in 4 o 5 ... Però se ne va della tua serenità fallo . E se non è essenziale, allora lascia andare questo stereotipo e traine un insegnamento : tutto cambia , tutto può cambiare.., anche noi

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  5. Capisco quello che dici... Non sono mai stata un genio, so che esistono quelle menti geniali, mi ci sono confrontata soprattutto a stage di matematica e davvero non ho nulla da spartirci. Però sono sempre stata brava. Certo, mi impegnato, ma davvero elementari (che contano poco!) e soprattutto medie le ho fatte con pochissimi sforzi. Sui temi non è che ci fosse da studiare piu di tanto: sapevo scrivere come molti ma nella mia classe non c'era nessuno di particolarmente bravo, quindi brillavo; inoltre ho sempre avuto la fortuna di memorizzare facilmente leggendo una volta e ricordando tutto perfettamente. Non lo facevo apposta. E via alle prese in giro "è la cocca della prof" "i ragazzi non vogliono le intelligenti, ma le belle" e cosi via... A pensarci ora erano frasi stupide ma li per li mi facevano stare male. Leggere i libri dei "grandi" era un piacere per me: li capivo, mi ci appassionavo, non era inconsapevole ma di certo non dovevo sforzarmi piu di tanto. Al liceo ho vissuto di rendita, e grazie al fatto che memorizzavo molto bene non avevo difficoltà. Magra e brillante. Era la mia identità ma allora non sapevo quanto fosse importante! Ora che l'ho persa mi ci sto accanendo! La rivoglio, rivoglio quei nove che una volta non mi costavano sacrifici e che ora sono irraggiungibili, impensabili! Rivoglio quel corpo... È davvero un'ossessione perché ora io non sono più quella sybil a cui viene naturale impegnarsi, memorizzare, essere brava... Sono cambiata, come dici tu, mq mi fa male... Sono in competizione con quella vita... Ne ho perso le redini...

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  6. Capisco quello che dici... Non sono mai stata un genio, so che esistono quelle menti geniali, mi ci sono confrontata soprattutto a stage di matematica e davvero non ho nulla da spartirci. Però sono sempre stata brava. Certo, mi impegnato, ma davvero elementari (che contano poco!) e soprattutto medie le ho fatte con pochissimi sforzi. Sui temi non è che ci fosse da studiare piu di tanto: sapevo scrivere come molti ma nella mia classe non c'era nessuno di particolarmente bravo, quindi brillavo; inoltre ho sempre avuto la fortuna di memorizzare facilmente leggendo una volta e ricordando tutto perfettamente. Non lo facevo apposta. E via alle prese in giro "è la cocca della prof" "i ragazzi non vogliono le intelligenti, ma le belle" e cosi via... A pensarci ora erano frasi stupide ma li per li mi facevano stare male. Leggere i libri dei "grandi" era un piacere per me: li capivo, mi ci appassionavo, non era inconsapevole ma di certo non dovevo sforzarmi piu di tanto. Al liceo ho vissuto di rendita, e grazie al fatto che memorizzavo molto bene non avevo difficoltà. Magra e brillante. Era la mia identità ma allora non sapevo quanto fosse importante! Ora che l'ho persa mi ci sto accanendo! La rivoglio, rivoglio quei nove che una volta non mi costavano sacrifici e che ora sono irraggiungibili, impensabili! Rivoglio quel corpo... È davvero un'ossessione perché ora io non sono più quella sybil a cui viene naturale impegnarsi, memorizzare, essere brava... Sono cambiata, come dici tu, mq mi fa male... Sono in competizione con quella vita... Ne ho perso le redini...

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  7. Infatti non devi definirti "anoressica"... Innanzitutto perchè ti attacchi addosso da sola un'etichetta che poi gli altri per forza di cose non faranno altro che leggere... Secondariamente, perchè tu NON SEI ANORESSICA. Tu HAI L'ANORESSIA. E' una malattia. E una malattia non è un qualcosa che SI E', è un qualcosa che SI HA. Non hai bisogno di nessuna malattia per definirti. Non hai neanche bisogno di definirti, perchè ogni definizione è un limite, una gabbia che t'imprigiona.
    Pensa oltre. Pensa a quello che ti piacerebbe per te stessa, al di là del mero singolo voto, che non dice niente di te, è semplicemente la valutazione di una singola prestazione... che non c'incastra una mazza in te come persona. E cerca di fare quello che ti piacerebbe per te stessa, semplicemente...

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