venerdì 23 maggio 2014

Sfogo da non leggere in momenti positivi, vomito di parole cattive e consapevolezze distrutte, del mio mondo andato a puttane.

E non so perché. E' una mattina in cui amo odiarmi, in cui vorrei disfarmi e ricostruirmi. In cui penso e i pensieri mi sfuggono fino a diventare così lontani da essere impercettibili, e non li riconosco. Non li conosco. Non mi conosco.
Cosa ho voglia di fare? Niente. Ho voglia di piangere ma non ci riesco, e questa mattina odio la mia vita più di ogni altra mattina. Odio tutta la mia vita in ogni suo angolo, odio questo cielo che mi fa venire voglia di morire, odio questa gente che si copre di parole, odio quelle risate che io non posso provare, odio questa casa in cui mi sento chiusa e in cui mi chiudo, odio questa lotta, odio la scuola.
Odio dover studiare, odio dover avere la media dell'otto anche quest'anno, ed odio avere ancora voti troppo bassi per ottenerla.
Odio aspettarmi così tanto da me stessa.
E se non dovessi avere quella media?
Non sono un numero. Lo so, lo so, come so che non dovrei pensare al cibo, come so che non dovrei restringere, come so che non dovrei abbuffarmi. So tutto.
SO TUTTO.
Ma non è quello che mi aspetto da me stessa. Non potrei perdonarmi un fallimento di questo tipo, ma non riesco più a sostenere un'altra interrogazione ancora. Crollerei. Invece me ne mancano cinque, ed io non ho la minima voglia di aprire un libro.

Sybil, se solo tu fossi più magra... Avresti un obiettivo in mano assieme alla sua stessa realizzazione.
Sybil, se tu fossi diversa... Se tu potessi scappare da questo corpo, da questo mondo...
Sybil, se tu capissi di più... se avessi qualcosa di abbastanza importante da farti dimenticare di non essere abbastanza...
Sybil, se solo tu fossi più forte!
Se solo tu avessi più coraggio, più pazienza, più grinta, più costanza... Perché ti guardi a quello specchio e ti detesti?
Perché capisci tante cose, e dopo aver realizzato quanto potenziale conservi, quanto sei speciale, ti metti davanti allo specchio e piangi? Ti afferri la carne delle cosce, del seno, dei fianchi e vorresti fossero più piccoli, più sottili?
Perché quando sei in mezzo alla gente senti freddo e fuori ci sono trenta gradi, è quasi estate e tu stai gelando fin dentro le ossa, perché ti senti sola, ti guardi intorno e sei sola?
Perché ti siedi in mezzo al mondo e fissi un punto sulle tue gambe e pensi a come sarebbe bello essere piccola così, perché?

Continuo a guardare le mura della stanza e sono come una gabbia, guardo il mio corpo ed è una gabbia ed io non so come distruggerla, vorrei stringere i pugni, i denti, ed essere abbastanza.

Vorrei che tutti un giorno mi vedessero come mi voglio sentire io, come io voglio che mi vedano. Una ragazza magra come un chiodo che sa che essere così non le servirà a nulla; vorrei sentire qualcuno che mi dica "quanto sei magra" come succedeva quattro anni fa, "Ti si vedono le ossa", "Cosa ti è successo?"
e piango, piango e ricordo quando una mia amica mi scrisse pubblicamente su Fb "Sei un fantasmino, tra un po' sparisci, sparisci" ed io ero orgogliosa che tutti lo avessero letto ed ora piango, piango e mi dispero e mi chiedo come ho fatto, come ho fatto a perdere me stessa, perché mi sono ridotta così, perché ho dovuto distruggere tutto quello che avevo per debolezza e mi odio, mi odio per avere rovinato tutto!
E non è più una questione di peso, è che io mi avevo in pugno!
Ed ora sono diciotto giorni che non mi abbuffo, e sento che questa è la volta buona, quella giusta, ma chi mi restituirà me stessa? Chi mi ridarà i commenti su come sono dimagrita, "Ti vedo sciupata", tutti mi vedevano, è vero non mi guardava nessuno, nessuno mi ha mai chiesto se stavo bene, se soffrivo, ma almeno io ero padrona del mio corpo e tutti se ne accorgevano, cazzo!

Mi odio per tutto quello che ho fatto, che ho distrutto, e questa mattina vorrei essere morta, questa mattina vorrei tanto sbattere la testa contro il muro, trovare parole crude e abbastanza dolorose da farmi male fino al cuore, ma niente sembra abbastanza, niente sembra tanto doloroso quanto questa prigione di corpo che mi stringe, mi soffoca, mi chiude la bocca e gli occhi ed io sono malata e mi odio, mi detesto.

Ricordo così bene quell'estate di due anni fa in cui mi hanno ricoverata per  tre giorni per farmi analisi, ecografie, per capire come mai il ciclo non tornasse più, e mi ricordo che il mio attuale ragazzo (che allora non lo era) era venuto a trovarmi con altri quattro o cinque amici ed io ero lì con due gambe secche, una vita sottile, le ossa del bacino che iniziavano ad intravedersi, e le dottoresse che volevano parlarmi perché mangiassi, che avevano capito che ero sottopeso (tutti, tranne mia madre, ma sinceramente non me ne fregava niente, anzi, speravo non sospettasse niente); ero lì magra, non eccessivamente, ma molto più di adesso, circa tredici chili in meno, e loro mi guardavano; erano venuti a trovarmi e mi chiedevano come mai fossi lì dentro ma io non dicevo niente, ero fiera di me, spaventata che dalle analisi si potesse scoprire chissà cosa ma orgogliosa ed in quel momento mi volevo bene, mi volevo davvero tanto bene.
E ricordo che quando sono stata dimessa mi hanno detto che tutto dipendeva dal mio peso; così una sera, nell'oratorio in cui faccio l'animatrice ai bimbi piccoli c'era uno spettacolino per i bambini, e quando è finito mi si è avvicinato il fratello grande del mio attuale ragazzo e mi ha chiesto se sapevo qualcosa del ricovero ed io ho fatto finta di nulla, ho detto "non so", ero vaga, non volevo certo dire "Sono sottopeso, mi hanno detto che controllo ossessivamente il cibo e che se voglio mi peseranno al contrario, perché con quelle come me fanno così, soffro di disturbi alimentari e questo ingrassare dimagrire continuo ha fatto impazzire il mio corpo", così mia sorellina è intervenuta e ha detto, ingenuamente "Le hanno detto che deve ingrassare" e lui mi ha guardata, un po' triste, ed io ho rettificato prontamente "Ma no, sono cavolate" e lui ha risposto che ero troppo magra, in effetti ero molto dimagrita, e niente, niente al mondo potrà mai farmi provare la sensazione che ho provato in quel momento, mi sarei messa ad urlare dalla gioia, ed ora venderei l'anima per sentire anche soltanto una volta un commento del genere anziché gli apprezzamenti sul mio culo e sulle mie tette, porca puttana!

E questa mattina ho perso tutto, questa mattina ho la testa vuota, il cuore pesante come un sasso, sulla schiena ho un macigno che mi piega la schiena e mi fa abbassare la testa, mi fa vergognare, perché io mi vergogno.

Mi vergogno e sono tanto arrabbiata con me stessa. Dove è finito quel fantasmino felice? Cosa ho fatto a quella ragazza magra di quarantadue chili, come l'ho trattata?
Perché l'ho distrutta per creare questo mostro insaziabile, scontroso, grasso? Che cosa ho fatto a me stessa? Dove sono finiti i sacrifici per dimagrire così tanto, le rinunce, la gioia, il peso che scendeva, dove ho buttato tutto? Come ho potuto ridurre la mia vita ad una settima di seno, ad un culo enorme, come ho potuto far buttare via a mia mamma tutti i pantaloni in cui adesso non entrerebbe nemmeno una sola delle mie gambe? Cosa ho fatto?
Disgraziata, stupida, inutile maiala ingorda! Mi odio! E oggi non ho scelto di vivere perché non amo niente di me, non amo niente di quello che ho fatto, non amo questi quindici chili, oggi odio il mio cervello, le mie abbuffate, e non riesco nemmeno ad essere contenta per non abbuffarmi da diciotto giorni (un'utopia, soltanto un mese fa!) perché è molto più prepotente e violento l'odio smisurato ed incontrollato nei confronti di me stessa! Ed ora sono troppo impegnata a coltivare quello. Voglio che diventi un odio talmente grande e forte da farmi dimagrire come una matta, da farmi diventare uno scheletro senza cervello perché io posso farlo, ho tutte le carte in mano; quelle che dico in continuazione di non volere, di non saper gestire: adesso invece mi accorgo che sono mie e non posso sbagliare, ho la mia vita in pugno, ho la mia rabbia in pugno, ho quei ricordi in pugno, ho questa forza in pugno, ho questa disperazione in pugno.

Voglio essere così magra da non dovermi nemmeno più preoccupare di indossare i reggiseni, voglio essere così magra da volermi bene ed essere fiera di me, voglio essere così magra da non dover più avere paura di qualche pantalone che mi stringe.

Questa volta ci voglio credere. Questa volta voglio essere irrazionale. Logica. Questa volta voglio poter dire "Ho fatto qualcosa di tangibile".

Guarire non è tangibile. Nessuno mi ridarà la mia vita. Ma io posso riavere il mio corpo.

Sono passate quasi due ore, ed io ho riletto questo post. Ho deciso di continuarlo perché mi sono accorta che traspare rabbia e nessunissima intenzione di guarire. Volevo spiegarmi per non sembrare pazza (o almeno, non irrimediabilmente.).

La verità è che io non so se voglio guarire. Mi dico che vorrei riuscire a vivere anche con un peso nella norma, con un po' più di seno, con un po' più di culo, in fondo non sono enorme, non sono in sovrappeso. Ma poi mi incontro nello specchio e tutti i buoni propositi si dissolvono in un secondo senza lasciarmi il tempo di riflettere, di reagire. Questa, forse, è la mia malattia. Mi fa desiderare come una dannata quel corpo secco che avevo, e riuscire a ricominciare da lì per dimagrire ancora, perché a quarantadue chili sono più vicina ai trentotto, ai trentasette di quanto io non lo sia adesso, a cinquantasette, cinquantaquattro, non lo so.
IN realtà, confesso, non so quanto peso. L'ultima volta che mi hanno pesata le dottoresse era novembre ed io pesavo cinquantadue chili. Dico sempre cinquantasette perché sono sicura di pesare così tanto, forse mento un po'. Ma del resto cosa importa? Io mi sento addosso duecento chili, ho deciso che peso cinquantasette, forse non avrei dovuto dirlo. Cosa cambia? Cosa cambierebbe se anche ne pesassi cinquantadue? Sarebbero comunque un'infinità, e sarebbero sempre lontani da quelli che vorrei, sarebbero comunque troppi. Troppi.
La verità è che sono troppo grassa per vivere. La verità è che sono troppo grassa anche per comprare un paio di scarpe. Non compro quasi più nulla, sono troppo grassa. La verità è che sono in uno stupido limbo, e forse sarei più felice se pesassi quattrocento chili, perché qualcuno vedrebbe che ho un problema.

Molte di voi mi hanno detto di parlare, di esprimere il mio disagio a voce, e non usare e distruggere il mio corpo per comunicare qualcosa che non arriverà mai da nessuna parte, a nessuno.

Il problema è che io non lo so qual è il mio problema!

La verità è che l'unica cosa che penso, mi ripeto, mi scrivo, mi ricordo ogni giorno è che non c'è nessunissima crisi profonda, nessun senso di inadeguatezza legato a qualcosa di misterioso: la verità è che sono grassa.
E' tutto qui! Tutto così semplice: troppo semplice, talmente semplice che ci voglio ricamare attorno problematiche interiori e profonde, disagi lontani dal cibo, pressioni esterne, problemi con mia madre, quegli stereotipi di anoressiche-bulimiche-malate di qualsiasi dca che tutti si immaginano. La verità è che non è un cazzo, tutto questo.
Forse non esiste nessuna guarigione, forse semplicemente sono grassa e non riesco a dimagrire. E' così semplice che spaventa, così provo a giustificare i miei fallimenti con una malattia che non esiste.
O forse è la malattia a farmi parlare così. Perché una normale ragazza che vuole dimagrire non fa diventare quello l'unico obiettivo della sua vita. Non vomita, non digiuna, non piange giorno e notte.
Non saprei cosa dire, a voce. L'unica cosa che direi sarebbe "Aiutatemi perché voglio perdere quindici chili. Venti, trenta. Voglio perderli tutti." E' questo l'unico aiuto che chiederei, l'unico disagio che esprimerei.
Starò bene quando sarò magra. Starò bene quando potrò indossare dei pantaloncini, starò bene quando saprò che non potrei essere più magra, starò bene quando saprò di essere abbastanza magra.
La verità? La verità è che non lo so quando arriverà quel giorno, quello in cui mi accontenterò, la verità è che forse mi consumerò fino a quando sarà troppo tardi, ma non mi importa.

Sono così triste...Sono così sola. Sono così grassa, sono troppo grassa per vivere. Troppo grassa per camminare, per essere felice, per amare, per lasciarmi amare.
Sono troppo grassa per stare bene. Sono troppo grassa per smettere di pensare di essere grassa.
Troppo grassa per guarire, troppo grassa per volermi bene. Troppo grassa per chiedere aiuto, e non so quale aiuto.
Aiutatemi, sono grassa.
Aiutatemi, sto male e non capisco perché: sono grassa, ecco il perché.
Aiutatemi, ogni volta che sono tra la gente mi sento sola, ogni volta che sono sola mi sento persa, ogni volta che mi sento persa mi sento morta. E muoio ogni giorno, continuo a morire, continuo a stare male, e non so perché: sono grassa, ecco il perché. E sarò grassa per sempre, sarò grassa fino a quando non peserò così poco che non ci sarà nessuno che pesa quanto me.

Aiutatemi, perché in momenti come questi io vorrei soltanto smettere di vivere, aiutatemi perché in momenti come questi a me fa schifo la vita da magra felice. Magra sana, magra che mangia.
Perché io non lo so se voglio mangiare bene e dimagrire in modo sano. La verità forse non è nemmeno che voglio dimagrire, forse la verità è che io non capisco perché mangio, non capisco perché dovrei meritare il cibo, perché dovrei meritare di essere magra mangiando, io voglio fare schifo, voglio fare pena, voglio che la gente passi e sussurri "poverina, guarda quella come è ridotta".
La verità è che non voglio nemmeno essere quella invidiata perché mangia e non ingrassa. Non me ne fotte un cazzo! Me ne sbatto di sentirmi invidiata, di sentirmi bella, di sentirmi sana! Me ne strafotto! Io non voglio essere bella! Non voglio nemmeno essere snella come le veline, secca come le modelle! Io voglio essere di più, voglio essere talmente brutta e magra che nessuno mi rivolgerà più la parola, io non voglio vivere più! Non ce la faccio, non ci riesco!
La verità è che quando vedo le mie amiche secche che mangiano e dicono "oh, mangio e non ingrasso!!" mi fanno schifo, non provo nessuna invidia! Non provo piacere nemmeno a vedere una ragazza magra, bella, ben vestita e che mangia!
Non voglio essere così! Io voglio essere brutta, voglio fare schifo! Voglio essere invisibile, voglio che nessuno mai più mi dica "Ti trovo bene!" oppure "Come sei bella!"
La verità è che ora che ho iniziato, piano, a smettere di abbuffarmi mi sono accorta che posso fare di più, posso fare quello che voglio, posso liberarmi del cibo, posso liberarmi di me stessa!
La verità è che vorrei stare male fisicamente così capirei perché sto male, perché io non so perché sto male, non lo so! Non so per quale altro motivo potrei stare male se non perché sono grassa, non conosco altro male!
Ho tutto, ma sono grassa.

Scusate lo sfogo, scusate se ho offeso qualcuno, scusate le parole, scusate il mio cambiamento di umore improvviso e stupido, ma avevo bisogno di scriverlo perché tutto questo mi stringe il petto e non mi fa respirare.

Sono troppo grassa per respirare.

3 commenti:

  1. Sybil, tesoro. Il troppo magro e il troppo grasso (e attenzione, tu non sei TROPPO grassa, io sei anni fa ero alta 150x57kg e non ero TROPPO grassa) sono due facce della stessa medaglia. Il digiunare, il finire all'ospedale per problemi di salute e l'abbuffarsi, vomitare tutto sono la stessa cosa psicologicamente. Sono un modo di trattarsi male, un modo concreto e tangile con cui riesci a esprimere l'odio nei tuoi confronti e nei confronti del tuo corpo. Il fatto che prima i tuoi amici ti dicevano che dovevi dimagrire non dovrebbe farti sperare di tornare così. Sybil, le persone dicono tante cose. Le persone vedono, parlano, sentono, ma non guardano, non si preoccupano, non ascoltano mai, non tutte almeno. Questo tuo ricordo di quando eri più magra è distorto dalla volontà che hai di dimagrire. Perché hai cominciato a dimagrire? Per scherzo o perché qualcosa comunque non andava nei tuoi pensieri? Perché, forse eri troppo piccola per rendertene conto, ma nessuna persona che non ha problemi con sé e con il cibo scenderebbe sottopeso. Forse non lo ricordo o forse l'idea di tornare a pesare 42 kg ti abbaglia così tanto da non farti vedere e ricordare i pensieri che avevi. Non dico che siano gli stessi di adesso ma adesso i tuoi comportamenti, come ho detto, due facce della stessa medaglia devi averne avuti.
    La tua vita puoi ancora costruirla, crearla. Sybil non dire mai che non potrai guarire, sei piccola, sei ancora un esserino che deve crescere e conoscere il mondo. TU GUARIRAI. Ma devi crederci.
    Tu parti dal dimagrire per poter migliorare. E perché non parli dall'interno, perché non ti scopri, indaghi, curi la tua anima? Il peso verrà da sé.
    Mi raccomando. Un bacione!

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  2. Non sono la persona più adatta per aiutarti perché mi sento troppo spesso proprio nel modo da te descritto così bene: arrabbiata, rassegnata, senza speranze, annoiata e nauseata da tutto, da me per prima, tutto in insieme. Questo è uno di quei momenti: ho mangiato mezzo kebab e non ne avevo voglia e mi odio per averlo mangiato anche se non avevo fame, mi odio ancor di più perché ci sto pensando da due ore e mi sento una cretina perché sto facendo step di nascosto in bagno mentre il mio fidanzato pensa che mi stia preparando per andare a dormire, facendo la doccia o chissà che. E invece sono qui a dannarmi l'anima per quelle calorie di troppo, come sempre.
    Io credo che tutto questo vortice di poco cibo - troppo cibo - forme più o meno violente di autolesionismo siano tutti modi per punirci, ma non sappiamo neanche noi per che cosa. Ti capisco per la questione delle aspettative troppo alte, e credo che il perfezionismo sia in parte responsabile di queste nostre ossessioni. Non so se ci sia una via di uscita ma so che non possiamo comunque lasciarci andare e lasciarci travolgere: siamo giovani e credo che, nonostante tutto, anche se solo per qualche istante, possiamo ancora aspirare ad essere felici. Un abbraccio!

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  3. Ciao...Non sai come sia azzeccato in questo preciso momento il tuo commento...:( Ieri sera sono uscita con i miei amici ed il mio ragazzo, e siamo andati in una gelateria molto famosa che fa un gelato buonissimo: ho trascorso tutto il viaggio in macchina facendomi piccola piccola nel giubbotto del mio ragazzo decidendo silenziosamente se prendere quel maledetto gelato o no, ero triste, confusa, per un cazzo di gelato! E quando sono arrivata davanti al bancone non solo non sono riuscita a resistere, ma ho preso pure quello grande da tre gusti, e tre gusti alla crema perché la frutta era finita ed io avevo una voglia repressa dopo più di un mese che ero riuscita a non toccarne :( Sono così triste per uno stupido gelato, stavo riuscendo a trattenermi così bene, a mangiare così sano, e per un gelato ho mandato all'aria tutto :( Mi sono ripetuta che mi ero tolta quella voglia e almeno non avrei rischiato di abbuffarmi, ma la verità è che sono tutte scuse :( Lo so che dovrei essere contenta del cambiamento: fosse stato meno di un mese fa sarei tornata a casa e mi sarei abbuffata di tutto il possibile perché "tanto ormai", invece non l'ho fatto, non ne ho sentito il bisogno né la voglia; ma non riesco, nemmeno ci riesco perché mi ripeto che avrei potuto non prenderlo, avrei potuto essere più brava e resistere; e tornata a casa nel letto mi sono messa a fare cyclette con i piedi per aria, una cosa inutile ed idiota, ma dovevo cercare di bruciare almeno una caloria, era mezzanotte e sarà finito tutto sul culo quello stupido gelato :( E questa mattina mi sono svegliata con la speranza che fosse tutto un sogno, che ieri sera non fossi andata a mangiare nessun gelato invece ho realizzato che è stato così, e che ora avrò minimo mezzo chilo in più dopo tutti i sacrifici, e mi odio :(
    E tutto per uno stupido gelato:( un cazzo di gelato di merda!!!! Possibile??
    Che vita infernale... mi viene da piangere...

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