martedì 20 maggio 2014

Benvenuta nel cielo dei falliti, l'altra metà.

14 giorni senza abbuffarmi. Come mi sento? Con ancora troppa strada da percorrere, con troppa possibilità di scegliere. Di sbagliare.
Vorrei che qualcuno prendesse in mano la mia vita e camminasse per me: riuscisse a coprirsi gli occhi davanti alle gambe sottili e alle spalle ossute delle mie amiche e andare avanti; capace di rispondere a tono, capace di piangere, capace di resistere.
Io invece non so cosa farmene di me stessa.
Vorrei che qualcuno mi dicesse "Ora non ti abbuffi. Non puoi farlo" o ancora meglio "ora dimagrisci" "ora non ci pensi" "ora ti siedi e rifletti" "questo non lo fai".
Odio avere tutto nelle mie mani. Odio non avere nessuno da incolpare dei miei fallimenti, odio non avere niente a cui addossare tutti i pensieri malati, contorti, nessuno a cui porre i miei obiettivi, con cui incazzarmi quando non li realizza.

Qualcuno da odiare al posto mio.

Qualcuno oltre al mio DCA. A cui affidare il mio DCA. Dire "gestiscilo tu.".

Guardo il mio corpo e MI FA SCHIFO. Mi fa orrore: mi chiedo come facciano a guardarlo gli altri; sabato sera sono andata al compleanno di una mia amica, tre giorni fa, e lei ha postato su fb le foto in cui, inevitabilmente, sono finita anche io. Una salsiccia in mezzo a tanti sottili spiedini, una polpetta, una palla. Un mostro.

[E sì, non essere così cattiva con te stessa Sybil, in fondo sei una bellissima persona e sicuramente la visione distorta che hai di te e del tuo corpo (e che hanno anche gli altri visto tutti gli infelici commenti che ricevi) non ti permette di cogliere tutto il buono che custodisci gelosamente da anni, in fondo, molto in fondo, a quello che ancora chiami corpo.]

Vorrei fuggire via. In un posto in cui non sia necessario avere un corpo. In un posto in cui la motivazione e la positività non si dissolvono di fronte ad uno stupido specchio, a due stupide cosce, a uno stupido seno.
Vorrei sparire e portare con me solo la mia testa, solo qualche libro, solo uno o due filosofi a cui parlare.
Vorrei potermi laureare in filosofia e curare i disturbi alimentari, vorrei che fosse possibile, vorrei che ci fosse posto. Vorrei essere di più, vorrei avere il mondo e non vorrei niente, nient'altro che un mucchio di acqua e terra per bere e costruire, una penna per scrivere, un foglio su cui incidere; vorrei avere un muro da sporcare, vorrei eliminare ogni specchio, vorrei potermi dare fuoco, oppure vorrei che qualcuno mi vietasse di mangiare, che mi colpisse in faccia, dritto in mezzo agli occhi con un martello, ogni volta che mi va di nutrire questo corpo ingordo con un qualcosa di più.
Vorrei tanto che fosse domani, non dover affrontare ogni giorno con la paura di buttare tutto all'aria solo perché vedo delle cosce gigantesche, un seno troppo ingombrante, delle foto vergognose; ho paura, tanta paura. Ho paura di non riuscire a vivere.

Ho paura di vivere, eppure desidero farlo con tutta l'anima; vorrei poterlo desiderare anche con il corpo. Vorrei non essere malata, vorrei non vedere un panino come un ammasso di calorie.
E contemporaneamente vorrei non mangiare mai più, vorrei non vivere mai più, vorrei non dover affrontare la tavola, gli altri, me stessa. Vorrei non dover sentire il mio peso, vorrei stare bene.

Vorrei essere come le altre, ma diversa. Vorrei potermi godere la mia età.

Invece sono triste. Tanto triste. Volevo trovare una parola che facesse più effetto di questa, ma non me ne viene nessun'altra. Io sono triste.
Sono triste come una bambina ma io non so il motivo. Niente, forse tutto. Forse mi dicono "hai tutto" ed io posso rispondere "Lo so. Ho tutto. Ma forse io non voglio tutto, io non voglio niente."
Forse vorrei che domani non diventasse mai oggi. Forse aspetto che i giorni trascorrano per poter essere vicina alla morte e non dovermi preoccupare di imparare a vivere. Forse vorrei poter scrivere ogni cosa che mi passa per la testa come casa merda schifo tetto giorno sole

ma non posso

non sarebbe altro che uno stupido gioco da matta, un modo per dare sfogo a quei pensieri nascosti dietro a CIBO e CORPO. A cos'altro dovrei pensare? Non c'è altro. C'è tutto.
Vorrei liberarmi di quel tutto, di quel niente. Essere in una bolla d'aria e scappare, ma non servirebbe a niente. Vorrei riavere i miei pensieri.

Io amo il mio cervello. Ma non pieno di tutta la merda che qualcuno chiama malattia, altri fissazione altri ancora capriccio.
Per me è merda.

Non la voglio più, ma il solo fatto di non volerla dimostra quanto lei ci sia, quanto io ci pensi, quanto sia importante. E' più importante di tutto. La odio più di quanto sono in grado di amare, la odio più di quanto dovrei impegnarmi a vivere.
Odio quella parte di me che ormai si è presa tutto, che ormai si è presa specchi e bilance, pasti regolari e piatti nel cesso, cene saltate e abbuffate.
Che torna a farmi visita quando finalmente vorrei avere la mente sgombra, libera.

Voglio guarire.
Voglio dimagrire.
Non mi interessa,
voglio essere VIVA.
Voglio essere viva senza disturbo alimentare.
Senza merda.
Senza corpo.
Vorrei tante cose
 Vorrei non avere tutto.
Vorrei avere niente.
Vorrei non avere nemmeno niente.

2 commenti:

  1. Forza cucciola <3
    Hai tanta voglia di vita...e ti meriti tutta la gioia del mondo. Ci sta la tristezza, la paura, ma non pensare mai neanche per un secondo di essere una fallita!
    Ti abbraccio

    RispondiElimina
  2. funziona un po' come il governo e chi non vota: uno per pigrizia decide di non dare il suo parere alle urne, ma poisi lamenta di quel che viene deciso. Un paragone forzato, ma per dire che non puoi affidare a nessuno il tuo dca e sperare che possa andarti bene, perchè cmq non ti andrà bene. Sarebbe come decidere se morire affogato o strangolato. In alcune cose non sempre esiste un meno peggio.
    Ci sarà sempre troppa strada da percorrere.
    Troppe vie da sbagliare.
    Sempre.
    Anche quando avrai una laurea importante, un lavoro fisso, marito figli , cane e villetta a schiera.
    è una delle condizioni imprescindibile dell'essere umano: fare. E fare indica cambiamento. Non trovo giusto bollare una scelta come sbagliata o corretta. Perchè comunque , nel momento che la compi, è la più corretta per la persona che sei in quel dato istante. Nessuno sceglie il male per se stesso. Scegliamo per natura sempre il meno peggio. Sempre. Di conseguenza per noi nessuna scelta è sbagliata. Siamo condannati a fare sempre la scelta giusta in un certo senso.
    Quello che voglio dire è di non rimanere paralizzati lì.
    Chissene. Sei al 20esimo o a un anno lontana dall'abbuffata? Chissene sbatte. Se sti bene ok, se stai male trova un modo per tirare via quel male, non coprirlo.
    Anche perchè se stai male snza abbuffate ancor più di quando ti abbuffavi -ma non i sembra il tuo caso, è solo un paradosso- vuol dire che qualcosa non quadra. Che non eri semplicemente pronta.
    Lascia stare tutti questi perchè o percome...."lat it be" detta alla beatles.

    RispondiElimina