venerdì 11 aprile 2014

Non voglio vedere nessuno.

Non voglio vedere nessuno. A volte è un pensiero che mi attraversa, che spesso attraversa la mente di una persona che soffre di disturbi alimentari.

Non voglio vedere nessuno finché nessuno potrà più vedermi. Che, tradotto, suonerebbe più o meno come un non voglio vedere nessuno finché non sarò fottutamente magra.

Magra da fare paura, magra da potermi guardare il culo allo specchio senza la testa che scoppia e gli occhi che vorrebbero piangere tutte le lacrime possibili per perdere una decina di chili sedutastante; invece continuo a mangiare, come se quel culo potesse sparire ad ogni boccone, come se io davvero potessi smettere domani e non odiarmi più.

Magra che qualcuno si accorga che ho un problema, che non ho tutto l'amore del mondo; ma che in realtà mi manca soltanto il mio.

Mi manca, mi manca il mio amore.

Mi manca guardarmi con gli occhi che brillano, e non posso farmene nulla, purtroppo, degli sguardi affettuosi degli altri. Più ricevo amore e più odio quello stesso amore quanto ne desidererei di più, più odio che qualcuno provi amore per me. Perché qualcuno dovrebbe? Cosa mi manca per amarmi? Cosa deve scattare perché un giorno io mi svegli con una voglia immensa di vivere insieme a me, di incontrarmi, di condividere i miei pensieri, di coccolarmi?

Nonna, sto progettando di sparire. Verresti con me? Nonna, ogni volta che i giorni passano si portano via una parte di me, a te hanno già portata via. Stavo pensando a quanto sia facile giudicare; le persone si divertono, nonna: ci passano le ore, talvolta i giorni e i mesi; spesso la vita intera. Secondo te quanto è facile distruggere un pensiero? Se non fossimo così presi da noi stessi, se solo riuscissimo a vedere gli altri e ricordare tutti i sogni che facciamo e se credessimo anche solo per un secondo a quello che diciamo, nonna dove saremmo adesso! Forse qui, ma di sicuro non così e non nella realtà, o la stessa realtà non ci farebbe così schifo, non sarebbe tutto così stretto. Il mondo è fatto per le persone magre, l'ho sempre detto. Per te non c'era posto, per me non c'è, ma appena diventi finalmente come dovresti essere, la morte ti porta via. È tutto così ingiusto, tu non credi? Come è possibile? Se solo potessi aiutarmi.. A cosa serve nonna essere profondi? Andare bene a scuola, studiare, imparare a soffrire? Esiste una regola anche per questo?
 
Quando finiranno le regole cosicché gli uomini non possano più infrangerle facendosi del male e venendo ostacolati? Quando non esisteranno più regole per disobbedire a se stessi? E quanta forza ci vuole per dire di no, per dirsi di sì? Fino a quando nonna si potrà piangere alla luce del sole e perché ricordare la forza che si è persa è più doloroso che non averla mai avuta? Perché non si può tornare indietro, perché non sempre si riesce ad andare avanti e perché aggrapparsi al passato rende cosi coraggiosi e sicuri ma terribilmente tristi? Da cosa nasce il bisogno di cercare continuamente di andare bene, di piacere, come si distrugge il dono di mascherarsi e accontentare, come ci si libera di se stessi?
 
Se tu potessi almeno avvicinarti a sussurrarmi che fa tutto schifo saprei di non essere la sola a saperlo, non troverei una giustificazione alla merda che mi danno da mangiare e al modo spaventoso in cui ne voglio ancora, e non piangerei ogni volta per continuare a piangere domani e tutti i domani che, tu lo sai nonna, ti lasciano da sola. E non cercherei una morte di cui morire, non proverei ad attraversare le ragioni che mi impediscono di fermarmi, e non avrei nemmeno paura della certezza che nessuno sospetterà niente, non da me, che non si accorgeranno che non sono poi così intelligente, e tu dove sarai, nonna?

2 commenti:

  1. Sì, avere un disturbo alimentare allontana tantissimo dalle persone.. A me è successo con amici e genitori... Perché sembra quasi essere una scelta nostra però ovviamente è sempre la malattia a ''decidere'' per noi..
    Anch'io sai penso spesso che vorrei essere magra da fare impressione, da restare impressa nella mente delle persone ...però poi cerco di tornare lucida e mi domando cosa ne otterrei io.. È tutto un controsenso assurdo comunque... Chissà se quella nostra pessima abitudine di mangiare mangiare e mangiare ancora è mancanza di amore o chissà cosa.. Mancanza di qualcosa nella vita, sicuro.. Eppure io non riesco a capire cosa, mi dico anzi che ho tutto e che dovrei essere felice..
    Scusami, ho completamente divagato e perso il filo del discorso!

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  2. Invece è proprio cosi.. Io ho una famiglia, una casa, i miei hanno un lavoro, ho un ragazzo, non sono su una sedia a rotelle, non ho tumori. E l'unica cosa che faccio è abbuffarmi di cibo, ingrassare, piangere, desiderare di dimagrire, dimagrire, piangere, abbuffarmi di nuovo, organizzare la mia vita, non rispettare un piano della mia giornata, incazzarmi, abbuffarmi, piangere, ingrassare, lamentarmi. E far piangere le persone attorno a me perché non sanno cos'ho. Bene. Credo di essere più capricciosa che malata.

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